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TEA PARTY

I The Tea Party mi hanno particolarmente colpito con questa loro attesa uscita. Tre anni hanno separato gli utlimi due album. Ma credo che ne sia valsa la pena, il lavoro è davvero un ottimo disco. Ne parliamo appunto con Stuart Chatwood, bassista e tastierista di questo incredibile trio canadese. Innazi tutto, devo confessarvi (e quindi scusarmi con voi) che questa è la prima volta che sento parlare di voi. Tuttavia, trovo che la vostra musica sia estremamente interessante. Un ottimo esempio di contaminazione tra diversi stili musicali. Quindi, vi chiederei di racontare un po’ la vostra storia, sono sicuro che molti dei nostri lettori sono curiosi (come me) di conoscervi meglio La band si è formata nel 1990, e questo è il nostro settimo album. Siamo un “power trio” con robuste influenze di musica di tutti i generi mescolate con Led Zeppelin. Siamo stati in tour in Europa ben 12 volte. In Italia abbiamo suonato all’Heineken a Imola, e tre volte a Milano. Dopo la vostra presentazione, possiamo concentrarci sull’album. L’ho trovato molto ispirato e molto evocativo, un lavoro maturo di una band che ha trovato la sua dimensione e la sua identità. Possiamo dire che questo è il risultato di un processo di maturazione, o solo il frutto di un' alchimia dei vostri stili e gusti diversi? La band ha fatto molti viaggi, musicalmente parlando, ognuno dei quali ha portato ad un album. Troviamo che tutte le influenze dei nostri lavori precedenti sono state distillate nella vera idea di quello che Tea Party è. Personalmente amo di questo album l’opener. Per me è l’esempio perfetto di come una buona band e ottimi musicisti possano trovare la ricetta di successo anche solo da pochissimi ingredienti. Ho centrato nel segno? Sei d’accordo con me? Assolutamente! “The Writing’s on the Wall” è l’esempio perfetto delle radici del nostro “power trio”. Pura, semplice ma potente!!! La musica mi ricorda molte band: Rush, The Gathering, Pearl Jam e Alice in Chain, sono parte del vostro background o ho proprio sbagliato genere? La principale influenza nostra sono sempre stati i Led Zeppelin. Siamo cresciuti durante il periodo del “grunge” e ovviamente c’è qualcosa di quello stile, ma solamente nel valore che ha produrre così in quel periodo. Questo mi porta alla prossima domanda. Ho notato come la contaminazione agisce molto all’interno della vostra musica. Sto pensando a “Luxuria”, per esempio. Sembra che a voi piaccia molto giocare con i suoni, come se fossero fragranze o sapori per creare un mondo attorno alle sensazioni che queste provocano. Come descrivereste il processo di composizione, con particolare riguardo nei confronti della contaminazione? Siamo una band che non si pone mai dei limiti. Guardiamoci in faccia, viviamo tutti nel villaggio globale, dove siamo tutti influenzati dalle culture degli altri. Non esserlo sarebbe impossibile, e come rock band, non vogliamo esserlo. “Seven Circles” è un titolo molto interessante. Evoca un tempo della storia in cui l’astronomia era più vicina alla poesia di quanto lo sia ora. Qual è la storia dietro ai testi? L’album si può considerare un concept? Non è un concept vero e proprio. Credo che i testi di Jeff sempre riguarderanno la libertà dello spirito e dell’anima. L’Armonia delle Sfere, o i “Seven Circles” era una buona analogia con quello che noi stiamo cercando di fare musicalmente. Cerchiamo di creare una forma musicale più pura. Sono passati tre anni tra “The Interzone Mantras” e “Seven Circles”. C’è una ragione speciale per questa lunga attesa? Con la morte del nostro manager Steve Hoffman, la band è arrivata ad uno stop, dovevamo superare il momento. E’ stata la più grande perdita di gran lunga di tutta la nostra vita. Ho notato che alcuni pezzi sono stati prodotti da Gavin Brown, e Jeff Martin e altre da Bob Rock. Cosa vi ha portato ad avere questa particolarità? Ha dato un valore speciale al lavoro? Volevamo un risultato diverso questa volta. Non si possono ripetere sempre le stesse cose, e aspettarsi dei risultati diversi ogni volta. Così abbiamo coinvolto nuove persone. Abbiamo voluto ottenere il suono “drum cannon” (tr. Batteria cannone) di Bob Rock per un periodo, e così quando lui si è offerto di lavorare con noi, abbiamo colto al volo l’occasione. Bob è arrivato e ha cercato di concentrare le nostre idee a uno o due temi semplici e li ha resi potenti. L’artwork dell’album è molto bello, originale e allo stesso tempo non pomposo o eccessivo. Questo crea grandi aspettative per il resto del package del lavoro (che non sono stato così fortunato da vedere ancora). Chi lo ha creato? C’erano delle linee guida date all’artista da parte della band, o è semplicemente un interpretazione della musica? Ho personalmente seguito la direzione artistica di tutti gli album, coinvolgendo un artista di Toronto, Antoine Moonen a lavorare sulle varie tematiche. L’antica astronomia mi ha sempre affascinato. Sarà possible vedervi dal vivo in Europa, e magari fortunatamente in Italia? Speriamo di venire almeno due volte per questo album. Siamo già venuti 12 volte in Europa, e speriamo che questo possa andare avanti ancora. Com’è stato recepito finora l’album? Penso che esprima una maniera molto efficace di fare metal e musica in generale, ricco ma diretto, melodico e duro, un ottimo compromesso che sicuramente raggiungerà un pubblico molto vasto. C’è così tanto del successo che è fuori dal nostro controllo. Questo album ci ha fatto ottenere le migliori recensioni della nostra carriera, ma non abbiamo mai fatto musica per i critici. Vogliamo solo continuare a fare dischi che ci rappresentino. Solo per curiosità, ma qual’è l’origine del vostro nome? Boston Tea Party…. Rivoluzione, di tipo musicale. Ho dato un’occhiata al vostro sito web, che mi sembra molto ben fatto, ricco di contenuti. Secondo voi, oggigiorno quanto è importante internet e la presenza on-line di una band? Incontrate mai i vostri fan, o organizzate specifici eventi? Abbiamo già incontrato i nostri fan sul web. Credo che il web sia troppo importante. Ci sono tonnellate di band schifose con siti grandiosi. Per noi, la musica è tutto, ma un buon sito non ci può danneggiare. Lascio concludere a voi l’intervista. Godetevi l’album. Contiene tre anni di lavoro, e l’esperienza di una vita.

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