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INK-SIDE: Enzo Rizzi

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Spesso in musica si liquida troppo in fretta l'aspetto visivo, con un "bella copertina" e poco altro, inserito all'interno delle recensioni quando non si ha molto altro da dire. Questo spazio nasce per ridare dignità a quegli artisti che vogliono dare un ulteriore significato alla musica, che rafforzano -a volte in modo determinante- un immaginario forte e a noi molto caro. Senza voler dare lezioni di arte, ma con la consapevolezza dei talenti che abbiamo di fronte

Il nostro primo contatto con Enzo Rizzi risale a qualche anno fa, quando abbiamo notato e lodato la sua infernale copertina di 'Skarnification' degli Stige. Nel frattempo sono uscite diverse edizioni dei suoi volumi sulla "Storia del Rock" e la "Storia del Metal" a fumetti e la sua presenza a vari eventi come il Lucca Comics testimonia come il disegnatore pugliese non stia mai con le mani in mano. Ecco infatti il manifesto del XXI Agglutination, sua creazione. Andiamo a conoscerlo meglio.

 

Enzo, quando hai iniziato a disegnare? Sin da piccolo ho sempre coltivato la passione per il disegno, ricordo che all'epoca i miei "modellini" erano i soldatini con cui ero solito giocare.

Il metal era nelle tue opere sin dall'inizio? Il mio primo faccia a faccia con il METAL avvenne in un negozio di dischi quando mi imbattei nella copertina di "Alive" dei KISS. Fu amore a prima vista... prima per il look di quei quattro brutti ceffi e poi per il loro sound. Successivamente, nel 1982 gli astri nascenti del Glam losangelino, i Motley Crue, fecero il resto. Subito dopo vennero i classici, Black Sabbath, Iron Maiden, Judas Priest.

Il disco ideale per disegnare? 'Welcome to my Nightmare' di Alice Cooper.

Quali tecniche prediligi? Sei più per la tradizione o le tecniche al computer? Matita, china ed un tratto rozzo, underground e anche un poco....rock'n roll...eheheh!

Quali sono i tuoi disegnatori preferiti di oggi? Italiani emergenti sicuramente Paolo Antiga, Arturo MOLOCH Lauria, Valerio Giangiordano, Nathan Ramirez e Riccardo Lat. Insuperabili le leggende Giuseppe Palumbo e Alessandro Orlandelli. Ma è un elenco che potrebbe essere infinito (basti pensare ai bravissimi Galliccia e Trono).

Come mai hai pensato alla Storia del Metal a fumetti? Ci sono band o artisti particolarmente difficili da rappresentare? "La Storia del Metal" nasce come puro piacere personale. Dalla necessità di ritrarre le band la cui musica aveva fatto da colonna sonora alla mia adolescenza. "La Storia del Rock" dal voler fare conoscere ai ragazzini le basi, Robert Johnson, Chuck Berry, Elvis....senza le basi, non si va da nessuna parte...eheheh! E no..nessun artista in particolare difficile da rappresentare...magari alcuni sono più interessanti da ritrarre grazie al loro look. 

Chi ha ispirato il personaggio di Heavy Bone? Ci sono state difficoltà o è stato sin da subito un progetto vincente? "Heavy Bone" è nato senza alcuno sforzo, di getto...sembrava l'avessi già in testa, così come lo vedete oggi...frutto dell'incontro delle mie due grandi passioni, Music & Comics.

In questi mesi stai uscendo su Metal Maniac con delle copertine di album storici in cui fa incursione il tuo Heavy Bone. Un modo originale di riscoprire classici. Non hai avuto un minimo di timore reverenziale nei confronti di certi artwork? Impossibile per me arrivare ai livelli degli artisti che le hanno realizzate. Da parte mia ci metto sicuramente tanta passione (fondamentali per me i colori del bravissimo Gero Grassi).

In quali aspetti della tua arte sei più critico con te stesso? Avrei voluto avere più tempo da dedicare al "fumetto classico" mentre tanti altri impegni giornalieri mi hanno sempre costretto a dirottare sull'illustrazione.

Descriviti con un tuo disegno. Ogni volta che disegno Heavy Bone, metto su carta la mia passione per la musica ed il fumetto quindi...rappresento me stesso!

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