VADER: WELCOME TO THE MORBID REICH
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02/09/2011Mossa da primo capitolo del manuale del buon discografico: hai fatto tanti dischi super-belli e super-amati in passato, mentre l'ultimo sarà fortunato al gioco, al massimo? Bene, fai un nuovo disco che richiama il passato, magari mettendoci dentro qualche elemento nuovo, ma senza fartene accorgertene. È con queste premesse, siòre e siòri, che vi presento 'Welcome To The Morbid Reich', nuovo parto delle belve polacche Vader. Già dal nome stesso si richiama il glorioso passato della band, messo in seria discussione dal disco precedente, quindi, il tempo della breve intro per chiederci se è una presa per i fondelli o no che si incomincia con "Return To The Morbid Reich". Che dire, dopo esservi ripresi dalla mazzata sentitevi liberi di iniziare a godere: Peter e i suoi l'hanno azzeccata di nuovo! Riff assassini, devastanti, pura violenza old-school, influenze dai Morbid Angel agli Slayer, fino a qualche eco Behemoth. Inutile dire che 'Necropolis' lo abbiamo dimenticato, anche se nel mid tempo della successiva "The Black Eye" un po' ce lo ritroviamo. Sembra arrivare dritta dagli anni novanta "Come And See My Sacrifice", pezzo dalle ritmiche belle toste che chiamano in causa nientemeno che i Sepultura con Max Cavalera, anche nell'assolo. Poi mazzate di ultra-violenza come la mini-bomba "Only Hell Knows" ed il thrash spacca-ossa di "Don't Rip The Beast's Heart Out". Si prosegue in un crescendo di violenza fino all'epica conclusione affidata al groove lento e possente di "Black Velvet And Skulls Of Steel". Insomma, come avrete intuito, è ora di dire agli Autopsy di fare spazio perché questo è il disco dell'anno.
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