THUNDERSTONE: EVOLUTION 4.0
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07/04/2007“Evolution 4.0”, ovvero un titolo che è tutto un programma per il nuovo album dei finlandesi Thunderstone. Un band che rispetto all’ omonimo esordio targato 2002 ha saputo sconvolgere il proprio sound fino a far diventare quella che sembrava la band clone degli Stratovarius per antonomasia in una tra le più promettenti realtà del panorama scandinavo. Questo album segna la naturale evoluzione del sound di “Tools Of Destruction”, che aveva portato la band verso lidi più sofisticati e che ora segna un generale appesantimento del suono ed in particolare delle chitarre di Nino Laurenne, a cavallo tra il Thrash Metal e l’operato più aggressivo di Micheal Romeo (Symphony X) . Ma i Thunderstone non si sono limitati a questo permettendo ai fraseggi melodici di essere ancora struttura portante della propria proposta musicale consentendo così alla voce del superlativo Pasi Rantanen di esprimersi al meglio in tutte le sue molteplici tinte, guadagnandosi il meritato appellativo di nuovo “erede” di Jorn Lande. Si può capire molto del nuovo orientamento musicale di questi cinque finlandesi già dalla opener “Forevermore”, brano tra i più apprezzati di sempre che si distingue per un refrain a cinque stelle e per il gradevole distacco tra le spinose chitarre di Laurenne e i vellutati “tappeti” del tastierista Kari Tornack. Tra gli episodi più apprezzabili troviamo la lenta “Down With Me”, dove la voce di Rantanen la fa da padrone, “10 000 Ways” e la hit “Face In The Mirror”, godibile brano classico a là Thunderstone. Tra le più aggressive “Roots Of Anger” risulta una vera gemma, grazie al roccioso operato di Laurenne, mentre in “Swirled” la band raggiunge i limiti dell’Industrial, lasciandomi piuttosto perplesso mentre mi accorgo che la testa comincia a muoversi contro la mia volontà. Dopo questo nuovo passo in avanti si può dire che i Thunderstone abbiano raggiunto la loro dimensione presentandoci un lavoro finalmente personale ed avvincente, il cui peso dei pezzi meno ispirati non influisce granché sulla valutazione finale dell’intero lavoro. Vi basti sapere che la cosa più brutta di questo “Evolution 4.0” è sicuramente la copertina.
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