SUMMONING: Old Mornings Dawn
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07/07/2013Continua l’affascinante saga degli austriaci Summoning. L’ultima loro fatica 'Old Mornings Dawn' ci viene presentata su un piatto d’argento contenente tutta la loro maestosità ineguagliabile, un intrigante tessitura d’armonie e suoni che solo Silenius e Protector riescono sapientemente a coniare. L’ultimo capitolo risale al 2006 con 'Oath Bound', qualcuno potrebbe chiedersi il perché di questi lunghi periodi tra un album e l’altro, ma è proprio questo il loro segreto. Infatti, pubblicare prodotti ben fatti con una propria originale voluttà di creazione, richiede un lasso di tempo sufficiente affinché la loro scrittura possa essere ben ponderata e riflettuta. Chi conosce alla perfezione il resto della loro discografia è consapevole del loro valore e di quella genialità a tratti inclassificabile. Da sempre promotori di un black metal atmosferico, surreale e magnificamente epico, il loro è un vero tributo ai lavori di J.R.R. Tolkien, la colonna sonora di un viaggio fantastico nella Terra di Mezzo, un luogo che siamo abituati a immaginare, ma in cui con 'Old Mornings Dawn' ci rifugiamo, dimenticandoci completamente della realtà. Un’affascinante voce femminile, quasi spettrale, ci sussurra parole all’orecchio che ci anticipano qualcosa di questo lungo viaggio, qualcosa che ci verrà mostrato passo dopo passo. Armonie di strumenti celtici, incantevoli strutture d’organo, il mantenimento di una solida drum-machine accompagnata da autentiche percussioni ed effetti tastieristici, e quell’insana voce graffiante capace di catturarci nel più profondo. E' un complexio, un contatto ed una mescolanza d’intreccio e di intrigo dentro noi stessi. Già con "Flammifer" e "Old Mornings Dawn" siamo già pienamente immersi nel paesaggio della Terra di Mezzo. Un paesaggio spiazzante che percepiamo come uno spazio labirintico dove siamo costretti a procedere oltre i nostri limiti con la forza di un’immaginazione autentica del possibile e dell’impossibile. Qui è il supremo ordine, la suprema bellezza di ciò che ci circonda, un caos che attende solo il contatto dell’amore per dispiegarsi in un estasi melodica senza tempo. Aprirci a una nuova vita, circondati da paesaggi mutevoli che ci offrono una diversa esperienza del mondo, quasi agnostica; modificare in noi le leggi dello spazio e del tempo, in uno spazio fatto di vegetazione incontaminata, come d’immensi oceani, dove si possa percepire il frastuono del mondo come la poetica pace della solitudine. Qualcosa da scoprire, ma anche da custodire, il piacere del nascondiglio tra tessiture neoclassiche e cori eterei. Un’esperienza straordinaria, meravigliosa, a tratti grottesca, dove lo stupore della ragione rimane attonito, muto, di fronte a questa forza immaginativa. Non ci sono molti altri gruppi musicali capaci come i Summoning di andare oltre le proprie energie, e chissà quali congiungimenti meravigliosi, quali altre atmosfere ci aspettano ancora nell’interiore, lo straniamento in altri luoghi in cui possiamo trovare il senso stesso di questo lungo viaggio fino alla sua fine. Tutto questo è solo una piccola parte di ciò che si racchiude nel nuovo capolavoro dellaband, a tutti noi non resta che lasciarci trasportare dal loro genio creativo, e da quell’audace costanza nel mantenimento di quei suoni inconfondibili e caratteristici nell’epicità della loro musica fino ad oggi.
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