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SPEAKING TO THE DEAF: This Equipment...

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04/11/2012
63


Genere: Metalcore
Etichetta: SG Records
Distro: Andromeda/Bertus
Anno: 2012

Il sottobosco metal nostrano, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, pullula di ottime band inspiegabilmente prive di contratto discografico ed in attesa di essere scoperte e lanciate nel proscenio internazionale (ci vengono in mente, su tutti, gli Housebreaking e i Silvered, entrambi dal potenziale elevatissimo) ed oggi è il turno degli anconetani Speaking To The Deaf, act di recentissima formazione (2008) e che ha già bruciato molte tappe aggiudicandosi il primo posto in diversi metal contest nazionali, rilasciando interviste per la RAI della propria Regione di appartenenza ed attirando l'attenzione delle italiane SG Records e Andromeda e dell'olandese Bertus (attiva da ben quarant'anni) interessate alla distribuzione di 'This Equipment Must Be Hearted', esordio registrato ai White Rock Studios di proprietà dei nostrani The Dogma. Quindi, a parte la produzione ed i suoni professionali, anche se forse un pò troppo "asciutto e pulito" (ma non i famosi pannolini eh, non fraintendiamo!), ci troviamo al cospetto di un lavoro che spazia dal thrash al death melodico (non dateci dei visionari, ma in un paio di occasioni, fatte le debite proporzioni, ci è sembrato di sentire piccole influenze riconducibili ai Death del compianto Chuck Schuldiner), passando per soluzioni a volte classicamente heavy, il tutto farcito da innervature moderne (potenti break di scuola Metalcore, innesti elettronici) e voci pulite che rendono ancor più appetibile il tutto. La qualità media dei brani è quasi sempre al di sopra della sufficienza (con menzione particolare per "A Place For My Memory", dall'intro bizzarramente funky, "Between The Lines", dal riff che riporta indietro nel tempo in pieni anni novanta e a gemme preziose del calibro di Ablaze My Sorrow, Ebony Tears e Without Grief, "Strain Of The Mourning" e "Resolution", track per la quale è stato realizzato un video promozionale), anche se, considerata la giovane età, di tanto in tanto qualche ingenuità ed incertezza (esecutiva e compositiva) emerge lungo tutta la durata del platter. Ma ciò non toglie peso specifico ad un lavoro che ci consegna un manipolo di metalheads capaci, motivati e dalle grandi potenzialità che si spera possano in un futuro non troppo lontano portarli ben più in alto.

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