SEPULTURA: CHAOS A.D.
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20/07/2004“Chaos A.D.”, l’album che per primo crea una netta spaccatura con le prime produzioni dei Sepultura, vede la luce nel 1993. I fasti death metal di “Arise” sono abbandonati quasi totalmente, in favore di una ricerca di nuovi mezzi di espressione, attraverso cui possa sfociare, più rabbiosa che mai, tutta l’attitudine per così dire irrequieta della band brasileira. È un lavoro vario e sperimentale questo “Chaos A.D.”, in grado di abbracciare le influenze più disparate, che vanno dalla scena hardcore punk alle più remote influenze tribali (capaci in seguito di emergere in tutto il loro splendore facendo la fortuna di “Roots”). L’opener “Refuse/Resist” è il primo inno alla ribellione, il primo acuto grido di protesta contro una società marcia che si sta autoconducendo alla rovina (“Inside The State War Is Created, No Man’s Land, What Is This Shit?”). La ruvidezza delle chitarre e la voce (o meglio il ruggito) di Max Cavalera, giocano un ruolo determinante nel caratterizzare il sound dei Sepultura. L’impatto è ancora una volta devastante e le rullate “etniche”che spesso emergono dal drumset di Igor Cavalera non ridimensionano minimamente la ferocia della band, ma anzi contribuiscono a rendere i brani proposti ancora più avvincenti. L’unico momento in cui la band fa godere un attimo di riposo ai timpani dell’ascoltatore si ha con “Kaiowas”, prima vera dichiarazione d’amore esplicita del gruppo sudamericano per le proprie radici: quasi tre minuti di percussioni e ritmi che portano la mente lontano da ogni forma di civiltà attuale. Che la musica di “Chaos A.D.” sia in qualche modo “contaminata” (in un senso non negativo) e rappresentante di un genere alternativo (che mantiene comunque le solide fondamenta thrash death degli esordi) lo si capisce anche dalle collaborazioni presenti all’interno di diversi pezzi: Evan Seinfeld dei Biohazard ha collaborato alla stesura di “Slave New World”, mentre “Biotech Is Godzilla” ha visto la partecipazione di Jello Biafra dei Dead Kennedys (anche loro presenti nell’affollato background musicale dei Sepu). E proprio “Biotech Is Godzilla” è una delle migliori composizioni del lotto, nonché uno dei pezzi più veloci e pesanti mai scritti dalla band. Anche qui le accuse a sfondo politico si susseguono copiose e senza giri di parole: i Sepultura puntano il dito non contro la tecnologia, che di per sé dovrebbe essere utile, ma contro le imprese che la gestiscono, le quali hanno tutt’altri interessi che curarsi del lato sofferente del mondo. E la sofferenza genera odio e rabbia, sentimenti sui quali la band dei fratelli Cavalera ha molto da dire e insegnare, per esperienze vissute personalmente. Rispetto ai precedenti lavori, in questo capitolo della storia dei Sepu sono solo due le canzoni che portano la firma di Andreas Kisser, “Territory” e “Nomad”, che comunque, qualitativamente parlando, non hanno nulla da invidiare agli altri pezzi, rispetto ai quali sono forse meno veloci, ma non certo meno significativi. Soprattutto “Territory” è finita spesso nei live set che il gruppo ha tenuto in giro per il mondo, risultando quindi una scelta decisamente vincente. “Chaos A.D.” è l’album della svolta verso l’innovazione, verso il nuovo inizio di una band che improvvisamente è riuscita a reinventarsi, riscoprendo e modellando in musica le proprie radici.
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