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PENTAGRAM: SHOW'EM HOW

data

26/05/2005
74


Genere: doom rock
Etichetta: Black Widow
Anno: 2004

Parlare dei Pentagram di Bobbly Liebling equivale a immergersi nella Storia di un certo tipo di musica, partendo nientemeno che dalla fine degli anni '60, passando attraverso tre decadi intere per arrivare fino al 2004, anno di rilascio di questo 'Show'em How' per la nostrana Black Widow. L'equazione Pentagram = Doom non è sbagliata affatto, e se è vero che non furono gli unici a inventare praticamente il dark rock (come veniva chiamato a quel tempo) alla fine degli anni '60 / inizio '70 assieme a pochi altri eletti (Blue Cheer e Black Sabbath più che altro) sono stati certamente i più fieri e coerenti a portare avanti il discorso musicale fino ai giorni nostri. Parlare dei Pentagram equivale poi a parlare del suo main mane rappresentante Bobby Liebling, da quasi un quarantennio sulle scene, sempre fedele alle sue idee musicali (famoso il suo rifiuto di vendere i diritti di due sue canzoni a Gene Simmons dei Kiss) e ancora oggi, nonostante gli anni si facciano sentire, sempre energico e carismatico come un tempo. Non ho mai avuto l'onore di assistere ad una performance live dei Pentagram, ma dall'ascolto di 'Show'em How' si capiscono molte cose sul gruppo in questione. Innanzitutto siamo di fronte ad un gruppo che ha inventato un genere di musica e non si vergogna affatto (ho usato il termine "vergognarsi" non a caso) di continuare sulla stessa strada dopo così tanti anni, senza cadere nella tentazione di attualizzare il proprio sound a tutti i costi, o peggio di commercializzarlo per vendere di più. 'Show'em How' è uscito nel 2004 per la Black Widow che è un'etichetta che da come ho capito bada molto alla qualità dei suoi prodotti più che alla consistenza del suo catalogo, una scelta ottimale per i Pentagram, da sempre più gruppo cult, che idoli e star. 'Show 'em How' non è assolutamente ostico all'ascolto, anzi si presta bene a molteplici analisi differenti, difatti potrebbe coprire una vasta gamma di pubblico, viste le sue caratteristiche eclettiche, in un certo senso. Affiancato da Kelly Carmicheal alla chitarra, Adam Heinzmann al basso e Mike Smail alla batteria, Bobby Liebling in questa occasione mi è apparso molto più tonico e incisivo nella sua duplice veste di cantante e trascinatore del gruppo, quasi ringiovanito. Infatti le canzoni contenute nell'album non sembrano soffrire affatto di cali di tenzione: siamo di fronte a doom rock 70's, le coordinate musicali sono queste, e le varie "Wheel Of Fortune", "Stariady" e la title-track sembrano riportarci indietro di una trentina d'anni, in un periodo d'oro per questo genere musicale dove si dava molto più spazio alle emozioni che alla tecnica strumentale. Sono veramente contento di aver trovato Bobby (e quindi i Pentagram) così in forma, perché sicuramente la Storia della Musica rock ha ancora bisogno del contributo di un personaggio grande come lui.

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