PADOVANI, LELIO: UNKNOWN EVOLUTION
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11/05/2004Lelio Padovani non è certo un chitarrista alle prime armi: è infatti insegnate di chitarra rock/metal/fusion presso la "Lizard" di Padova e l' "Accademia di Musica Moderna" di Modena e Piacenza. Scelta ancora da giovanissimo la strada del chitarrista, il nostro Lelio ha potuto studiare e perfezionarsi con altri artisti di ottimo livello nell'ambito rock/fusion: l'interesse per le tecniche di registrazione lo ha anche portato a frequentare il corso per Sound Engineer presso gli studi Fonoprint di Bologna. Collaboratore di varie riviste del settore chitarristico, nonchè compositore melodista e paroliere iscritto alla S.I.A.E., Lelio ha ricevuto recensioni per i suoi brani da mezzo mondo, con l'apice rappresentato dalla rivista americana "Guitar World", vero e proprio punto di riferimento per il mondo delle chitarre. Ma veniamo ai nove brani presenti nel cd: Lelio ci presenta un lavoro completamente strumentale, sulla scia di Satriani e Vai, veri maestri del genere: in quasi 37 minuti di ascolto si può capire ed apprezzare con piacere la grande tecnica, classe e feeling in cui è avvolto questo lavoro. Già l'opener "Evolution" è un ottimo presagio di come sarà l'intero cd: melodie ricercate, azzeccate e maledettamente coinvolgenti; perle di rock ,create dalla mente di un professionista, intrise di un feeling incredibile e di un gusto ed un amore per la musica encomiabili. La successiva "Il Soffio Dell'Angelo", l'unica traccia con titolo in italiano, si presenta alle mie orecchie come una song vagamente malinconica nel tratto iniziale che muta umore poi nel finale, risultando solare ed ariosa. La chitarra acustica fa la sua apparizione in "Reflections", traccia molto intimistica, tecnicamente ineccebile che ci accompagna alla successiva "Ballad For S.", stupendo pezzo forse dedicato ad un vecchio amore (o a uno attuale chissa!): qui Lelio dimostra tutta la sua sensibilità scrivendo un pezzo sì romantico ma anche maledettamente energico, che risulta essere anni luce distante dalle solite ballad. "Field Of Stars" e "Icelandic Skies" sono giocate entrambe sull'uso della chitarra acustica anche se mostrano sentimenti diversi: gioiosa e festante la prima, riflessiva e malinconica la seconda; in quasi tutto il cd infatti si nota l'artenanza fra pezzi più vivaci e momenti intimistici. A mio avviso questa è un'ottima scelta perchè permette di apprezzare di più i singoli brani grazie all'alternanza di tracce dal feeling così radicalmente opposto. "Siren Song", la dolce "Quartet" e la finale "Restless" chiudono tenendo su alto livello un cd che, secondo il mio modesto parere, ha poco da invidiare alle produzioni di axe-men del calibro di Satriani, Vai & C. : veramente un ottimo lavoro per il Sig. Padovani a cui vanno i miei complimenti per aver realizzato, registrato e prodotto un cd così bello, vario ed interessante.
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