NO MORE FEAR: ETHNOPRISON
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24/02/2008Secondo full lenght per questa succursale italiana di Gothemborg che sono gli abruzzesi No More Fear, che come avrete capito si ispirano fortemente alla scena Death svedese, strizzando l'occhio alle diverse generazioni di band: in 'Ethnoprison' troviamo i Dismember di 'Massive Killing Capacity', i primi Dark Tranquillity e persino qualche eco degli Opeth. I riff sono quindi semplici e diretti, ma a dire il vero con soluzioni non scontate o semplicistiche, ma, bisogna dirlo, piuttosto elaborate nell'insieme. Le ritmiche non sono quasi mai prevedibili o estremamente lineari e dirette, come un po' impone il genere stesso. Il riffing è quanto di più classico ci sia nel genere, per quanto ben impostato e con una costruzione melodica assolutamente pregevole e accattivante. Occore citare la bellissima e opethiana "Quiet Blowing", lungo e articolato brano che si candida ad essere il meglio riuscito dell'insieme. Un album positivo e ben concepito, per quanto possa leggermente mancare di originalità una simile proposta musicale, ma nell'insieme è un album che lascia il sorriso sulle labbra e la voglia di andare a scapocciare alla prima data dei Deathster nostrani. P.S. Alla fine del disco c'è un brano strumentale per pianoforte.
_ PER I FANS DI Dismember
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