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MORGOTH: Ungod

data

04/05/2015
70


Genere: Death Metal
Etichetta: Nuclear Blast
Distro: Warner
Anno: 2015

I Morgoth sono una death metal band tedesca attiva fin dalla fine degli anni Ottanta' ed appartenente alla folta schiera di quelle formazioni che ne hanno determinato parte della propria epopea (Death, Obituary, Deicide, Morbid Angel, Dismember etc etc), autori, tra gli altri lavori, di 'Cursed' che tante attenzioni destò nel 1991 tra il pubblico dei deathster. A distanza di 20 anni da 'Feel Sorry For The Fanatic' che in maniera altrettanto determinante spiazzò e destabilizzò i fan causa totale cambiamento di direzione rispetto al passato (la band veniva accostata ai Death di 'Spiritual Healing' per la voce - ascoltate "Voice Of Slumber" - ed agli Obituary per i mid tempo), rieccoli tra noi a riallacciare il discorso lasciato proprio dopo l'uscita di 'Cursed' con un disco che se fosse uscito nel 1991 avrebbe fatto la sua porca figura. L'amore per i Death è talmente intellegibile che a volte sembrano brani estratti dal disco menzionato, si percepisce subito che la band è rodata (dopo essersi separati nel 2014 da Marc Grewe (singer storico), sostituito da un altra ugola delicata: Karsten Jäger dei Disbelief, della formazione originale sono rimaste solo le due asce: Busse e Swart. C'è molto mestiere in quello che fanno, si sentono i trascorsi e le ritmiche old school e qualche traccia conserva i prodromi riconoscibilissimi del loro stile - "Black Enemy" - la strumentale "Ungod" con innesti orientaleggianti; la qualità delle tracce è altalenante, non ci sono più le atmosfere oscure e la voce da squartato vivo di Grewe, sono più riconoscibili le influenze del trash teutonico di fine anni Ottanta come in "Snakestate" (le liriche attestano un'atroce analisi dello stato in cui versa la nostra società), ed il contraltare americano dei Dark Angel in "Voice Of Slumber". In definitiva il disco è ben fatto, molto ben arrangiato, ottimamente prodotto, le prime quattro tracce sono delle autentiche mazzate tra i denti, ma è latente una sensazione di freddezza ed un deja vu' di già sentito che talvolta infastidisce.

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