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MEDIEVAL STEEL: THE DUNGEON TAPES

data

27/11/2005
75


Genere: Epic Metal
Etichetta: Medieval Steel Music
Anno: 2005

Autentico simbolo del cult epic metal più puro e di nicchia, completamente ignorati dal grande pubblico e oggetto di segreta idolatria da parte di un'autentica setta di appassionati, nonchè autori di un mini e di un demo che nel 1984 contenevano uno dei brani-incarnazione dell'heavy metal epico. Forse sopravvalutati dal revisionismo ma indubbiamente iconici e battaglieri, i Medieval STeel sono finalmente tornati sulle scene autoproducendo questo "The Dungeon Tapes" per annunciare la loro rinnovata carriera come un'antipasto annuncia la portata principale (che ci auguriamo sia succosa). Parlo di antipasto perchè "The Dungeon Tapes" ci presenta semplicemente vecchio materiale e un paio di nuove chicche: uscita provvidenziale per i cultori che ancora non sono riusciti a mettere le mani sul ricercatissimo EP e soprattutto per chi vuole finalmente scoprire la potenza dell'Acciaio Medievale, grazie anche alla rimasterizzazione dello storico omonimo EP. Il disco si compone di due parti: la prima, ri-registrata da zero con l'attuale formazione, presenta tre brani tratti dal demo (escludendo l'effettivamente risibile "Just Too Late"), ovvero le due perle di epic metal melodico "Tears In The Rain" e "Eyes Of Fire" affiancate dalla battagliera "To Kill A King": tre song che ben rappresentano lo stile della band, concreto ed essenziale, giocato su linee melodiche catchy e spesso eroiche, con pochi preziosismi e tanta voglia di arrivare direttamente al nocciolo omettendo ogni possibile arricchimento. I nostri, come gli appasionati sapranno, non sono mai stati devoti al sound barbarico e cimmero di Manilla Road, Omen o Steel Assassin: i Medieval Steel mantengono sempre una certa classe di scuola europea (vicina, per certi versi, ai Fifth Angel) che li rende fruibili ad ogni tipo di orecchie, e non limitati ai cultori del "barbaric metal" tanto riscoperto di recente. L'inedita "Lost In The City" avvicina ulteriormente i nostri al rombante heavy americano più cromato e rockeggiante, mentre la nuova e recente "Ghost From The Battlefield" riporta tutto su coordinate epic a tutto tondo. La cosa che più stupisce in questi brani freschi di studio è l'incredibile forma della band, in particolarmodo del cantante Bobby Franklin che nonostante l'età e i capelli tagliati nulla ha perso dell'antico vigore: ancora una volta, è lui il punto di forza principale della band con i suoi vocalizzi alti e pieni, interpretativi e fascinosi, affiancato dalle chitarre di Scott Jones anch'esse in splendida forma. Questo per quanto riguarda le novità: sul mini "Medieval Steel", rimando alla recensione in archivio... sappiate soltanto che, per quanto l'eroica "Warlords", la scatenata "Battle Beyond The Stars" e la sensuale "Echoes" siano comunque ottimi esempi di heavy americano epicheggiante, il mini sarebbe comunque meritevole di acquisto per la sola presenza dell'indimenticabile, irripetuta e inarrivabile track omonima, autentico simbolo di inossidabile, eroico acciaio che ogni appassionato del genere DEVE in qualche modo conoscere. Nel frattempo, aspettiamo notizie da questi redivivi cult heroes, augurando loro la fortuna che è mancata in passato!

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