MATERDEA: Pyaneta
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23/06/2018Quinto sigillo discografico per i nostrani MaterDea, progetto attivo dal 2008 che arriva dalla bella Torino. In questo caso, il contesto fiabesco e folk della band, ci presenta una città sotto una veste diversa. Nello specifico, Pyaneta ci parla del rapporto con la nostra madre terra, una sorta di vademecum su come troppo volte ci si dimentica del rispetto che le dovremmo tributare. Parentesi testuale a parte, il sound dei nostri è un Symphonic metal dai lucenti tratti power e dalle divagazioni folk rock. L’alternarsi di voce maschile e femminile regala una certa dinamicità al full-length, anche se resta un po’ inconsistente il risultato. Le strutture, talvolta heavy e minimali, sono base su cui i vari strumenti e le attitudini pagane si vanno ad incastonare. Adrenalina ed atmosfera, che dona entusiasmo, pur non proponendo niente di davvero incisivo o innovativo. Non è certo la rivoluzione che si va cercando, ma l’empirico approccio delle varie songs non permette di entusiasmarsi a pieno. I pezzi sono così divertenti, ma inevitabilmente prevedibili, quasi si volesse accennare un passo coraggioso in avanti ma poi ci si perdesse improvvisamente nella banalità. A metà fra rock opera e folk, Pyaneta scivola via senza particolari bassi, ma nemmeno alti. Auspichiamo il tempo dia quella spinta propulsiva necessaria a fare il salto di qualità. Per amanti di Nightwish & co., delle sinfonie e della frizzantezza, senza però aspettarsi quel trasporto emotivo che vada oltre ad una festa tra fuochi scoppiettanti e balli di gruppi.
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