HELLHOUND: METAL FIRE FROM HELL
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18/05/2009Chiariamo subito un concetto molto semplice: i casi sono due. Non uno, non tre, solo DUE. Caso numero UNO: volete roba nuova, produzioni holliwoodiane, tastiere a più finire, sintetizzatori impazziti, cori maestosi, qualunque particolarità e pomposità possibile. Qui finisce la recensione per voi. Caso numero DUE: siete dei dannati nostalgici, di quelli che si ricordano quando il vinile non era collezione ma fondamentalmente unico supporto musicale in giro; cercate sonorità vecchio stampo, musica viscerale e scartavetrata. Questo disco è il vostro Natale in anticipo. Giapopnesi, incazzati, legati a sonorità superate da un buon ventennio, senza alcun tipo di compromesso, senza maxiproduzioni né nulla di più recente di un mangianastri. Vengono dalla scuola dei Grandi, dei Maestri, uniscono sonorità degne degli storici Loudness a tirate in stile Exciter, schiaffano riff da Accept insieme a cavalcate da Judas Priest. Il tutto condito da una voce a metà tra Udo ed Halford: più o meno come dire che abbiamo un maledettissimo disco di Heavy puro cantato da un rasoio che fa la barba a una lavagna. La cosa scioccante è che questi ci credono davvero, hanno una carica che non si sente più da una vita; se poi si guardano i titoli ed i testi delle canzoni, è da subito evidente che qualcuno li ha surgelati nel 1985 e li ha scongelati nel 2006, quando hanno pubblicato il loro primo disco 'Tokyo Flying V Massacre'. Il primo accenno di scongelamento è invece datato 2004, ed è un demo intitolato 'Welcome To Metal Zone'. Purtroppo gente del genere tendiamo sempre più a considerarla una caricatura di ciò che è stato e non tornerà. Gli Hellhound sono un'eccellente risposta a questo stereotipo: ed è proprio per questo che, considerato come gira il mercato discografico, sono pronto a scommettere che il loro successo sarà solo marginale. Un peccato. Io non me li perdo di certo; non si sa mai che qualcuno capisca...
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