MALNATT: Swinesong
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05/02/2015Non che avessimo dubbi in proposito, ma ascoltare questo nuovo album dei Màlnatt è stato tutt'altro che semplice. Oltre il solito titolo coi soliti suini di mezzo, l'ensemble guidato dall'imprevedibile Porz ha confezionato un album molto, molto strano. Ma anche molto personale. Stando alle note stampa 'Swinesong' è composto da quindici tracce, ognuna delle quali ispirata da un tatuaggio di Porz, con annessa storia da raccontare. Sorridendo per la copertina dal font littoriano, ci addentriamo nei meandri di 'Swinesong' accarezzati dall'oscura e delicata "Discordia", per certi tratti simile a qualcosa dei Death in June. Bello e potente il black con venature ottantiane di "Min8auro", anche se riteniamo che dalla band che ha pubblicato 'La voce Dei Morti' ci si possa aspettare di più, difatti i riff pregevoli di "Sleipnir, il Progresso" non deludono le aspettative, così come l'ottima "La Lancetta di Longino", uno dei pezzi migliori dell'album, scandita da una ritmica militare e un testo geniale quanto adorabilmente volgare, superato solo dalla conclusiva "Vota Chtulu!", forse il momento migliore del disco. Da segnalare anche la rockeggiante "Piramide", col suo testo politico che onestamente abbiamo trovato un po' stucchevole (delle due una: o siamo malati di cinismo, o la nostra società è così marcia che le parole di Porz risultano poco efficaci). Poi gli immancabili momenti WTF: l'assurda "Jormungand, l'Euroboro ", una cosa che degna di Triztan Tzara, se fosse stato un blackster, l'improbabile rip-off di Quorthon in "Mijolnir", e l'assurdo EBM di "Teschio". Nulla che rovini l'album, sia chiaro, però ti lascia addosso quella sensazione che si prova quando non sai se chi hai di fronte è una specie di genio troppo "oltre", o uno che ti sta semplicemente perculando. Probabilmente sono vere entrambe. Almeno, preferiamo credere così.
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