MORD'A'STIGMATA: ANTIMATTER
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02/09/2011Davvero interessante questo nuovo progetto qui alla seconda uscita. Lungi dal percorrere sentieri facili e lineari, i polacchi Mord'A'Stigmata si sono lanciati in un sound bello tosto e complesso che non brilla certo per accessibilità. I ragazzi definiscono il loro sound advantgarde black metal, quindi l'ennesimo clone degli Arcturus o dei Borknagar? No, tranquilli. I ragazzi non si abbandonano al sinfonico, mantengono una base violenta con infarinature death, si servono dei synth non per costruire sinfonie o roba simile, ma non anticipiamo troppo. Si parte con "Kinetic Dogma", brano lungo e articolato, con linee vocali liriche e intense, mid tempo distruttivi, synth glaciali e freddi che creano atmosfere malate, malsane. Si continua con la violenta e dissonante "De Magnum Opus Solis", un'altra scarica tosta e sulfurea che percuote con i blast beat e graffia con le cacofonie studiate degli axe-men. Ma con la successiva title track, uno dei pezzi migliori, le dissonanze diventano sempre più oscure e malate, accompagnandosi al solenne mid tempo chiuso da inquietanti arpeggi acustici. Plauso ai synth in "Serpent Salvation" dove creano un'atmosfera mortifera e glaciale con suggestioni ambient. Belli anche i riff, il drumming forte e violento, ma non per questo esente da una melodicità di fondo. Ricorda molto i Satyricon dei bei tempi andati. Ma il capolavoro, a parere nostro, è la lentissima e lunga "...It Writes The Name Of Ghosts", ammantata di oscurità opethiane che si riflettono nell'intenso cantato pulito e nelle velleità prog. Davvero singolare la chiusura affidata a un lunghissimo brano dub-ambient che lascia alquanto spiazzati. Insomma, un disco di difficile approccio che segue un percorso personale e tortuoso, non rivoluzionando, non rifiutando, ma attraversando trasversalmente i risultati di quasi due decenni di sperimentazioni black metal. Bello, violento, spiazzante.
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