INSIDIOUS DECREPANCY: DECADENT ORGY OF ATROCIOUS SUFFERING
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17/08/2005Nuova stampa griffata Unmatched Brutality per questo "Decadent Orgy of Atrocious Suffering" degli Insidious Decrepancy, lavoro uscito nel 2002 in poche centinaia di copie per la ormai defunta TXDM Underground. Quando si parla di Unmatched Brutality si deve innanzitutto tener conto che la label in questione nasce quasi unicamente per i fan del death metal più brutale e poco incline all'innovazione stilistica, basti pensare che vi sono usciti gruppi come Brodequin, Retch, Liturgy e Devourment, non certo i più grandi innovatori che si possano annoverare nel Death Metal. E' palese quindi che quando si ha a che fare con un disco proveniente da questa putrida label statunitense si sappia già perfettamente a cosa si va incontro. Gli Insidious Decrepancy, o forse è meglio usare il singolare visto che stiamo parlando di una one-man band, non si discostano minimamente da quanto detto qui sopra, trattasi quindi di death metal old school influenzato da gruppi come Cannibal Corpse, Suffocation e Immolation, questi ultimi più a livello di tematiche blasfeme che per quanto riguarda l'aspetto musicale. I clichè del genere vengono seguiti senza un minimo di varazione sul tema: parti più lente seguite da improvvise accelerazioni, armonici in chiusura dei riff e blast-beat ad accentuare le parti veloci. Fatto sta che Shawn Whitaker, ovvero colui che si è occupato della composizione, riesce a regalare qualche minuto di (in)sano death metal piuttosto dinamico, eseguito con perizia tecnica anche se latente di episodi memorabili; è evidente come la cover di "Dawn of Possession" (Immolation) spicchi nettamente rispetto agli altri pezzi. Certo, ci sono dei buoni spunti e dei riff piuttosto indovinati, senza contare che la seconda parte dell'album risulta essere leggermente più interessante, ma manca quel tassello per levarsi di dosso l'etichetta di "un album tra i tanti", etichetta che mi duole dirlo va appiccicata a moltissime (troppe) uscite del genere. Rimane quindi un disco per appassionati e nulla più, ben suonato, discretamente prodotto e ben confezionato ma sempre un lavoro per soli maniaci del brutal death metal, i quali apprezzeranno sicuramente la prova di Whitaker; gli altri guardino pure altrove.
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