FACE DOWN: THE WILL TO POWER
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14/11/2005Qualcuno si sarà pur chiesto, in questo periodo, che fine avesse fatto Marco Aro, che ha passato un po’ di anni come frontman dei The Haunted prima di restituire il posto al suo predecessore Peter Dolving. Aro a quanto pare ha dovuto risolvere grossi problemi di tossicodipendenza che lo affliggevano, e si è subito ributtato nella sua vecchia band, i Face Down, che pubblicarono due dischi di buona fattura dalla metà degli anni ’90 in poi, subito precedenti l’ingresso del rasato singer nella band dei fratelli Bjorler. Nonostante il dna svedese si senta, i Face Down sono una band che attinge maggiormente dal sound statunitense, thrash, hardcore, e per scendere in nomi specifici direi i Pantera più estremi e qualche spruzzata di Machine Head (esemplare in “Blood Tiles” l’uso degli armonici). E’ un assalto senza compromessi quello perpetrato dai Face Down per merito di brani come l’opener “Drained” o la title-track, veri e propri treni in corsa che non fanno prigionieri e basati totalmente sull’impatto dell’ugola di Aro, sul guitar work scevro di qualsivoglia virtuosismo e sul potente lavoro dietro le pelli di Erik Thyselius. Un thrashcore che in tempi come questi è una vera e propria boccata d’aria fresca. Un po’ di sano massacro ogni tanto fa bene, ringraziamo i Face Down per averci reso partecipi della loro furia senza compromessi.
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