ARS MAGNA UMBRAE: Throne Between Worlds
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14/01/2022Dopo l'ottimo lavoro lo scorso anno, ritorna alla ribalta il mastermind greco-polacco degli Ars Magna Umbrae. Rispetto all'eccezionale 'Apotheosis' si rileva una leggera virata stilistica, che tuttavia non cambia le coordinate generali del lavoro: a farla da padrone sono sempre arpeggi e tremolo dissonanti, in mezzo ad un paesaggio sonoro che si è fatto un po' più teso e minaccioso, più che violento in senso stretto. Non manca qualche sfuriata, ma meno frequenti che nel full-lenght precedente. Le vocal alternano anche loro chiaroscuri fra un grido roco e momenti più profondi. Si concede qualcosa di più alla melodia, senza che il feeling generale cambi molto: il contributo delle tastiere è centellinato e limitato ad un ruolo meno che secondario. La tentazione (assecondata) è quella di dare qualche punto in meno rispetto al top album dell'anno scorso, in virtù di un lavoro meno impressionante, ma forse si è ingenerosi: si ha la sensazione di un'opera che potrebbe guadagnare nel lungo termine, in virtù di un carattere meno ostentatamente ostico (che ha indubbiamente il suo fascino) e apparentemente più "facile", ma forse subdolamente profondo. In ogni caso, non vi è alcun dubbio sul talento di questo musicista.
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