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CANDLEMASS: EPICUS, DOOMICUS, METALLICUS

data

28/04/2005
95


Genere: doom
Etichetta: Black Dragon
Anno: 1986

Epic Doom Metal, così sarebbe la traduzione in inglese del nome di questo disco, il primo, il grande e nero debutto degli svedesi Candlemass, del 1986. In un periodo dove imperava l'heavy metal duro e roccioso, il thrash selvaggio e il glam rock gay, era andata praticamente persa la carica oscura e occulta alla quale avevano contribuito, un decennio prima nientemeno che i Black Sabbath, per lo meno fino a che Ozzy era del gruppo. Leif Edling, un ragazzotto svedese evidentemente cresciuto con l'ascolto dei padri di Birmingham, fondò i Candlemass con l'intento di riprendere il discorso musicale iniziato dai Sabbath dove era stato interrotto, e cioé al 1976, naturalmente avvalendosi delle sonorità e di tutte le tecniche che da allora erano state introdotte nella musica metal. Questo album in pratica rappresentò il secondo punto di partenza nella storia del genere DOOM metal (a questo proposito consultare la rubrica Doom Gate) punto dal quale poi si svilupparono tantissimi gruppim uno su tutti i Solitude Aeturnus, negli anni che seguirono. Oltre al già citato Leif Edling (al basso) in questa primordiale formazione troviamo Mats Bjoerkman alla chitarra ritmica, Matz Ekstroem alla batteria e soprattutto Johan Langquist alla voce (session), uno dei punti di forza di questo album. Sarebbe troppo lungo e inutile stare a citare tutte le varie chicche tecniche, copiate e ricopiate dai gruppi a venire, (solo un paio, le più evidenti: il vibrato di chitarra su "Crystal Ball" marchio di fabbrica di Gregor Mackintosh dei Paradise Lost, il tempo di cassa di "Solitude" vero e proprio "manifesto" della batteria DOOM) ma quello che mi preme di far capire é che dopo l'avvento di questo album sono nati molti gruppi portabandiera nel doom prima e nel gothic dopo, si creò una grande diversificazione all'interno della musica metal, perchè fu capito che non era per forza obbligatorio pestare sull'acceleratore per raggiungere l'estremo, ma si poteva anche rallentare drasticamente i tempi, proprio come avevano già insegnato i maestri di Birmingham. Perfettamente congeniale a tutti gli amanti del metal epico e per tutti coloro che hanno apprezzato il vecchio materiale del gruppo di Tony Iommi, 'Epicus, Doomicus, Metallicus' è un album nero, nero come la sua copertina e come il feeling che emana dalle sue sei canzoni.

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