ABGOTT: FIZALA
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11/03/2005Il secondo full-length album degli Abgott ci mostra un gruppo ispirato e più che deciso nel massacrare l'ascoltatore con un black metal maligno e soffocante. Fizala è la trasfusione musicale del Necronomicon il libro maledetto che ha solleticato la vena creativa di moltissimi artisti, in svariati campi, ed il contenuto esoterico del libro si sposa benissimo con i toni oscuri delineati dagli Abgott. L'ascolto dell'album scorre in modo piacevole per tutti i trenta minuti, senza cali di tensione, grazie a composizioni diversificate, ma anche senza eclatanti picchi qualitativi. Il black metal proposto dagli Abgott, pur restando saldamente ancorato alle origini norvegesi del genere (tra le maggiori fonti di ispirazione ci sono ovviamente Mayhem e Darkthrone), mostra comunque sprazzi di originalità: fanno infatti una buona impressione, ad esempio, le parti cantate/recitate in Italiano, lingua madre di Agamoth, principale compositore del gruppo. I sette "libri" suonati dagli Abgott sono intervallati da momenti cupi e suggestivi che spezzano l'incedere demoniaco dei brani, grazie anche a frequenti inserti elettronici che potrebbero provocare nell'ascoltatore una certa dose di inquietudine e perfino di suspence! Personalmente comunque apprezzo molto di più le vere e proprie canzoni, perché è al loro interno che gli Abgott dimostrano di aver qualcosa di veramente valido e personale da dire, come nell'ottima e frastornante Nominato Essere Deve Non Colui Htohtaza, vera gemma di questo secondo lavoro della band. Un discorso a parte merita la produzione, che mi lascia perplesso per due motivi. Da un lato il suono della batteria, per pulito che sia, non riesce a convincermi pienamente per ciò che riguarda l'impatto: la violenza d'esecuzione di Nephilim appare per così dire mitigata da percussioni che sembrano riempite di cotone. Di questo secondo album degli Abgott non riesco ad apprezzare fino in fondo nemmeno le sonorità delle sei-corde di Agamoth, le cui note arrivano alle orecchie dell'ascoltatore sì gelide e taglienti come richiede il genere, ma in un modo troppo limpido e cristallino.
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