STRUNG OUT
Serata di grande hardcore alla Fucina Controvento di Marghera, che vede infatti il ritorno in Italia dei mitici Strung Out, di supporto alla loro ultima fatica ‘Blackhawks Over Los Angeles’. In un locale ormai abbastanza affollato (cosa abbastanza prevedibile, visto l’inizio eccessivamente tardivo delle esibizioni) aprono la serata, sul palco ‘piccolo’, eufemismo visto che trattasi di un cubicolo non più grande di due metri quadrati, gli OKKUPATO, autori di un hardcore melodico cantato in italiano, piuttosto canonico. I suoni sono davvero ottimi, viste le condizioni, ma la proposta del quintetto non colpisce granchè, e i venti minuti a loro disposizioni scivolano via velocemente senza sussulti. Seguono, sempre nel cubicolo di cui sopra, i più noti ISHWARA, più in linea con gli headliner visto il loro hardcore tecnico che si rifà palesemente a band come gli A Wilhelm Scream. Suoni più impastati per loro, ma una proposta più di qualità che quindi bilancia la brutta resa sonora. Sono sicuro che in condizioni più consone la band riuscerebbe ad impressionare molto di più. Non si fa nemmeno a tempo ad attraversare i pochi metri per raggiungere il main stage che attaccano subito le CATTIVE ABITUDINI (nati da una costola dei Peter Punk); devo dire di non aver mai apprezzato granchè la band trevigiana, e la performance di questa sera non ha certo cambiato le mie idee. Un manipolo di fan li supporta con convinzione, e strumentalmente la band è ineccepibile, ma resto dell’idea che i loro pezzi siano men che mediocri. Insomma, chi li amava avrà gioito, quelli come me li avranno snobbati. E finalmente (all’una di notte) arrivano gli headliner STRUNG OUT. L’apertura con ‘Too Close To See’ non può che mettere d’accordo tutti; i cinque sono in forma strepitosa e intratterrano col pubblico numerosi dialoghi tra un pezzo e l’altro, divertendosi e facendo divertire l’audience. LA setlist purtroppo è l’unico punto debole, e se gli estratti dai capolavori ‘Twisted By Design’ e ‘An American Paradox’ scatenano il putiferio, i pezzi più recenti (soprattutto quelli dall’ultimo album) non fanno altrettanto, anche se i brani da ‘Exile In Oblivion’ acquistano tutt’altro aspetto in sede live. Comunque bravissimi, e se sono riveriti ormai da tutti, punk, metallari e compagnia, un motivo ci sarà.
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