SOEN
Sold Out! È la prima cosa che abbiamo pensato alla scoperta della data dei Soen a Roma al Traffic. Quando poi ci si è messa di mezzo Radio Rock, passando praticamente tutti i giorni i brani della band dell'ex Opeth e Amon Amarth Martin Lopez, allora siamo passati al pensiero di quanti sarebbero rimasti a bocca asciutta, ovvero senza biglietto. Se con il debut 'Cognitive' l'influenza dei Tool era facilmente intuibile ed il continuo accostamento al gruppo californiano, anche se fastidioso, ha comunque portato tante attenzioni intorno alla band svedese, col nuovo 'Tellurian' il passo in avanti verso uno stile più personale e marcato è evidente. In mezzo tra la band di Maynard J. Keenan e gli Opeth ce n'è di spazio, e i Soen stavolta se ne sono presi un pezzetto, con personalità, bravura e con la voce fantastica dell'ex Willowtree Joel Ekelof, intervistato da noi durante la prova dei talentuosi e fantastici Juggernaut, che hanno avuto la fortuna, meritata, di esibirsi di fronte a tantissima gente che avrà certamente scoperto e apprezzato il talento della band romana. Dopo di loro è il turno dei LizZard, trio francese interessante, autore di un accattivante post core, graffiante e vagamente progressive. Enorme l'energia sprigionata dai pezzi, grazie all'ottimo lavoro del fonico, (detto Mr. culopizzo), e grazie ai pezzi suonati nella seconda parte dello show, che con la loro verve hard core metallone vecchio stampo figliastra degli Helmet, hanno avuto molta più presa sul pubblico.
È quasi mezzanotte quando gli headliner salgono sul palco. Nel locale non possiamo più muoverci tanta è la gente. Dopo appena tre brani Joel si rende già conto di quanta sia stata alta l'attesa delle persone presenti e di come si stesse creando un rapporto speciale tra Roma ed i Soen. Così, quasi emozionato, arriva l'annuncio del sicuro ritorno nella capitale, accolto con gioia da tutti, che sembrano fregarsene altamente della scarsa acustica (fonico demmè!). La voce dovrebbe essere assoluta protagonista ed è invece poco udibile, coperta dai rimbombi della doppia cassa e dalle eccessive vibrazioni del basso. Così come la chitarra del nuovo entrato Marcus Jidell (Avatarium), udibile a fatica a meno che non si conoscano bene i pezzi, problema questo forse inesistente, considerando come molti dei presenti conoscano bene anche i testi dei pezzi suonati. Scaletta ovviamente alternata sui due album, con finale da brivido. Non potevano che essere l'emozionante “The Words” e la potente “Pluton” a chiudere un concerto che, secondo noi tra qualche anno, molti potranno commentare con un superbo e quasi arrogante 'io c'ero!'.
Nota a margine: l'effetto Radio Rock ha portato al concerto molte persone che chiaramente erano lì perchè ci andavano gli amici che avevano sentito questa band fica alla radio. Lo si è capito dalle facce snob di chi si lamentava quando qualcuno provava a passare per avvicinarsi, o trovare una posizione migliore. O forse è stata solo una nostra impressione, abituati solitamente a facce più simpatiche e sfascione al Traffic.
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