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SOEN

Appena metto piede dentro all'Orion e mi investono le note dei Wheel che già sono sul palco. Ricordo d'improvviso cos'è che mi spinge, anche ora che gli "anta" si avvicinano, ogni volta a superare il sonno e la stanchezza di settimane passate con sveglia alle 5, fra ore di ufficio, allenamenti ed una casa da mantenere decentemente: la musica, quella live, che ti da la carica, che fa scorrere adrenalina, sensazioni e sentimenti.

Mi approccio all'ascolto dei due gruppi spalla previsti per la serata nella più totale ignoranza: mai sentiti in vita mia. Eppure c'è già feeling, una forte empatia. I presenti, compresa la sottoscritta, anche se il locale non è ancora pienissimo, omaggiano la band sotto il palco, e questi ripagano con un'ottima esibizione, coinvolgente e mai scontata. Dopo pochi pezzi, però, è già ora di smontare tutto. Purtroppo, quando in una stessa serata sono previste tre band, il tempo alla fine risulta avaro per tutti. Giusto pochi minuti per cambiare la strumentazione, e precisi come un orologio svizzero, veniamo investiti da un'ondata di immensa energia, e le teste si muovono da sole, mi viene da saltare e inventare le parole per cantare insieme ai Ghost Iris. Wow!! Cosa mi sono persa fino ad oggi non conoscendo questi artisti! Sono ragazzi nati per fare musica dal vivo: stare sul palco, interagire col pubblico, esaltarsi ed esaltare. Ed infatti, nel frattempo la platea si va riempiendo, e tutti i nuovi entrati non riescono a non avvicinarsi. Non so come possano rendere i loro metalcore in cuffia, ma di certo dal vivo sarei potuta rimanere lì ancora per ore. Invece, hanno già finito, e sappiamo che, vista la precisione con cui è stata rispettata la scaletta, fra pochi minuti arriveranno sul palco i Soen con il loro prog che nel corso degli anni è maturato, si è fatto più personale e non ha più molto in comune con i Tool ai quali venivano accostati ai tempi di 'Cognitive' e ancora di 'Tellurian'.

Intanto il locale si è riempito del tutto quando si diffondono le prime note di “Covenant”, ed i Soen, fra l'esaltazione dei presenti, salgono sul palco. Li guardo in viso e percepisco che mi trovo davanti ad una band che ama profondamente ciò che fa. Trasmettono felicità, Joel ha cantato per tutta la sera con il sorriso, di quello delle persone beate che si crogiolano nella loro gioia, e Martin sembra guardarti direttamente negli occhi da dietro la sua batteria. Ognuno di loro riesce a creare un filo diretto con ogni singolo presente e intorno a me ragazzi e ragazze, adulti e bambini (bellissima la presenza di alcuni bimbi in sala e in prima fila!), vivono il loro momento di simbiosi con i musicisti. La scaletta presentata fluisce in un Orion che, con mio stupore, rispetto al solito rende bene anche a livello di acustica, che ha dei momenti di down in pochi pezzi, fra i quali purtroppo “Opponent”, in cui ci sono stati problemi di distorsione alla chitarra solista. La set-list pesca qualche pezzo da tutti gli album, anche se si concentra, giustamente, ma con mio dispiacere, sull'ultimo 'Lotus'. Mi sono mancate “Pluton” e “The Words”, che restano ad oggi i miei brani preferiti degli svedesi. Ci ho sperato fino all'ultimo, quando acclamati a gran voce, sono tornati sul palco per una triplete di bis. Ma non fa niente, l'emozione è stata tanta, durante la serata Joel ci ha persino letto un messaggio in perfetto italiano ed ha ricordato il suo primo concerto a Roma, 4 anni fa, quando si aspettavano circa duecento persone ed invece il locale (il traffic, ndr) era stracolmo e al completo e molti dovettero tornarsene a casa. Troppo presto, ahimé, si accendono le luci e viene spenta la poesia, però fra gli applausi lunghissimi, hanno modo di accorgersi della bimba in prima fila e di venirle a regalare i plettri e una bacchetta, poi di intrattenersi con tutti noi, per fare delle foto, autografare biglietti e dischi e scambiare qualche parola, occasione nella quale mi sono accorta di quanto siano rimasti umili e di quanto per me si meritino il successo e l'affetto del pubblico. Ho partecipato a centinaia di live fino ad ora, ma questo rimarrà di certo uno dei più coinvolgenti.

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