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PORCUPINE TREE

Parto subito dall'unico aspetto negativo della serata: ormai è certo, Steve Wilson è diventato un baronetto. Nel senso spregiativo del termine, s'intende. Oltre a vietare espressamente riprese video - che ci può anche stare - fa lo stesso, tramite uno speaker prima del concerto, con le foto - il che, capirete, nell'era della rete dove di foto se ne trovano a migliaia, è alquanto incomprensibile. Inoltre, negli instanti prima dello show, un "maggiordomo" ha ripulito ben bene il palco con un aspirapolvere di quelli che abbiamo tutti a casa. Sia mai qualche granello di polvere s'infiltrasse chissà dove. Passando al concreto, I Porcupine Tree sono stati ancora una volta una macchina perfetta sfornano una prestazione tra l'onanismo positivo e l'emozione pura. Non sono dello stesso avviso riguardo alla scaletta, visto che è stato riproposto per intero il nuovo album "The Incident". Questo, ovviamente, a discapito di molti brani "enormi" non suonati, anche se il contentino è arrivato con "Trains", la straordinaria "Stars Die", "Start Of Something Beautiful" e "Russia On Ice". Alla fine, comunque, due ore belle piene di immagini interattive e musica che hanno mostrato una band di grandissimo spessore capace di strappare applausi ed entusiasmo ad un parterre folto, infoiato e partecipe. Inaugurazione della struttura, Gran Teatro, che non poteva avere miglior cerimoniere, anche se ancora in fase di completamento. Da evidenziare ancora la presenza dei francesi Demians, band che ormai Wilson ha preso sotto la sua ala protettiva e che puntualmente si porta dietro durante i tour, che hanno fatto da apripista, all'altezza, ad un concerto strepitoso, intrigante, emozionante, che ha confermato i Porcupine Tree come tra le band più importanti ed influenti che da tempo a questa parte solcano il globo.

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