THAUROROD: Coast Of Gold
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25/02/2018Dopo un buon debutto quale 'Upon Haunted Battlefield', ed un'altrettanto significativa esposizione live, i finlandesi Thaurorod non hanno avuto la capacità di replicarsi su tale livello qualitativo anche a causa di una line-up poco stabile soprattutto nel ruolo di vocalist (per un breve periodo occupato addirittura anche da Michele Luppi). 'Coast Of Gold', il loro terzo lavoro, si mantiene grosso modo su una sufficienza certo non larga come già avvenuto con il precedente 'Anteinferno', cambiando appena appena le caratteristiche sonore che fanno sempre riferimento su un power metal abbastanza canonico di matrice nordeuropea su cui stavolta si inseriscono elementi pirate metal (a partire dall'emblematica cover), ma il discorso nella sostanza non cambia: prendete i Sonata Arctica, aggiungeteci i Freedom Call, anche qualcosina di quegli sciagurati dei Dragonforce con una spruzzata di epic sound e potrete farvi un'idea dello stato attuale dei Thaurorod, una band che ora come ora sfrutta in pieno tutto ciò di più clichettaro che c'è in circolazione rendendosi praticamente un'entità come tante altre dove l'ispirazione emerge solo sporadicamente mentre la produzione soffre un po' in termini di dinamismo in cui si evidenziano anche i limiti di un vocalist, tal Andi Kravljaca, piuttosto discontinuo e a volte sgraziato nel modo di interpretare i brani, che comunque offre una più che valida performance nella buonissima "Cannibal Island" e in "24601". Nonostante i problemi sopra elencati il lavoro non è da buttare, oltre ai brani indicati buone sensazioni le percepiamo nei brani più veloci quali “Feed the Flame” e “My Sun Will Rise” che possono placare almeno in parte l'insaziabile sete degli oltranzisti del power speed melodico, in ogni caso i ragazzi dovranno mettersi di buzzo buono per cercare di arrivare in futuro a qualcosa di veramente importante.
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