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PFM

I tre veterani della storica formazione della PFM, Franz Di Cioccio, Franco Mussida e Patrick Djivas salgono sul palco tra gli applausi dei presenti, ma quelle che partono sono le melodiche note dell'overture del 'Flauto Magico' di quel genio di Mozart che, Franz ricorda, «non è ricordato solo per i cioccolatini». Qualcosa non torna nello splendido scenario allestito al Golf Club da Vulcano Project? Tutt'altro: lo spettacolo PFM in classic è appena cominciato. Il segreto della longevità della Premiata Forneria Marconi è stato da sempre la capacità di rinnovarsi, mettersi in discussione, di dimostrare che rappresentano «la storia che non indietreggia rispetto al nuovo che avanza». In quest'ottica rientra il progetto sperimentale PFM in classic che oltrepassa i confini dei generi musicali, soffermandosi nel territorio delle emozioni perché «fortunatamente la musica, a differenza dell’ umanità, non deve difendere una razza ma solo dei linguaggi. Quello che ci proponiamo di fare è creare un ponte ideale in modo che gli ascoltatori possano amare il linguaggio della musica in senso totale, generale». Confrontandoci con loro, cominciamo a capire meglio da dove scaturisce quella volontà di far incontrare due mondi apparentemente così diversi: il rock progressive della PFM e la musica classica sinfonica, generalmente rappresentata in contesti totalmente diversi. «Mi piacerebbe che il pubblico che va a vedere la classica dicesse che la musica elettrica gli è piaciuta molto e non l’avrebbe mai immaginato e, viceversa, il pubblico che va a vedere i concerti progressive o rock, dicesse che bella la musica classica non l’avevo mai scoperta». Nel rispetto delle partiture originarie, la PFM ha inserito delle composizioni proprie e delle incursioni di musica elettronica nel classico e, viceversa, ha riletto brani del suo repertorio con l’orchestra. Il suono e gli unisoni movimenti di archi e fiati dei bravissimi componenti dell’ Ensemble Symphony Orchestra, sotto la sapiente e movimentata direzione del maestro Bruno Santori, sono capaci di incantare, a prescindere dalla preoccupazione di capire dove finiscono Mozart, Liszt o Verdi, e dove inizia la PFM. E’ questo il bello: «quando non capisci dove è il vero Mozart e quando è PFM. Cioè capisci che non è l’opera mozartiana ma…"accidenti, mi piace molto"». E, accidenti, a noi è piaciuto molto. Testo: Taryn Massaro Foto: Dario Tascio

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