HIM
A distanza di pochi mesi dalla data milanese tornano nel bel paese i finnici HIM, o per meglio dire, Ville Valo accompagnato dai suoi musicisti, viste le attenzioni che le centinaia di ragazze presenti stasera rivolgono all'algido frontman nell'accogliente atmosfera del capiente Palazzetto Taliercio di Mestre. Ad aprire la serata in netto anticipo sulle tempistiche sono i MELLOWTOY già visti in azione dal sottoscritto esattamente un mese prima di supporto agli Ill Niño; le impressioni di trenta giorni fa sono confermate. I Mellowtoy sono ormai una band che sa il fatto suo, che sa muoversi con agilità anche su un palco di grandi dimensioni e riesce a far partecipare attivamente un'audience piuttosto fuori target e poco avvezza al nu/rap metal dei cinque milanesi. Suoni più che validi non hanno fatto altro che aiutare la performance della band nella quale hanno spiccato pezzi (con)vincenti come "Save A Prayer" (celebre cover dei Duran Duran), la malinconica "Ever" e "Fat Pig". Emi e compagni abbandonano il palco del Taliercio a braccia alzate con merito; un combo che in un paio d'anni ha compiuto passi da gigante e che è ormai un piacere gustare in sede live. [Daniele "Tormentor" Amato] Prende forma la coreografia del palco degli HIM, grazie ad un suggestivo sfondo rappresentante l’Heartagram e con dei lampadari decisamente “gotici” che scopriremo poi essere semoventi. Salgono sul palco i cinque finlandesi, scatenando il boato del pubblico femminile sottostante, e già dalle prime note di “(Rip Out) The Wings Of A Butterfly” i nodi vengono al pettine. Buona la qualità dei suoni e la prestazione di tutti i membri del gruppo, Gas Lipstick dietro alle pelli su tutti, ma è evidente fin da subito che qualcosa nella voce di Valo proprio non funziona. Dopo il loro concerto all’Alcatraz di due anni fa ero pieno di buoni propositi per stasera, ma purtroppo il bel singer in più occasioni ha sforato, mettendosi letteralmente a gridare, ed offrendo un cantato mediocre, di certo non all’altezza della fama della band. Una prestazione tecnicamente ineccepibile e l’ottima partecipazione da parte dei presenti fa, come si suol dire, da “tappabuchi” e l’operato di Valo viene messo in secondo piano. La scaletta è varia e propone brani da tutti i dischi della band evidenziando l’abisso che corre tra i grandi classici ed i quattro brani estratti da “Dark Light”, anche se i migliori di quel lotto. Lodevole senza ombra di dubbio la capacità degli Him nel districarsi in improvvisazioni e jam, come su “Poison Girl”, rendendo ogni brano interessante e catturando l’attenzione dell’ascoltatore. Mentre sul palco piove di tutto (peluche, reggiseni, fiori, ecc.) la band ci saluta con “The Sacrament” e a questo punto ci si aspetta il gran finale con un encore dedicato a grandi pezzi, tra i quali il nome di “The Funeral Of Hearts” spicca maestoso. La band ritorna con la furiosa “Buried Alive By Love” e con la cover “Solitary Man” (Ne ha fatto una cover anche Gianni Morandi, cosa che ha scaturito grande ilarità, n.d.r.) e a questo punto l’episodio finale sembra scontato. Ma i simpatici finlandesi attaccano con una cover improponibile, sicuramente personale, di “Black Sabbath” che rappresenta la lenta e lamentosa marcia fino alla fine del concerto. Uno strazio che rende la lacuna dell’assenza di un pezzo come “The Funeral Of Hearts” ancora più grande e che lascia i fans sbigottiti appena si riaccendono le luci e si comprende che è il concerto è veramente finito. Lo show degli Him non mi ha lasciato soddisfatto, il peso della giornata “no” di Valo è troppo grande per catalogare questa serata tra quelle da ricordare. L’amaro in bocca resta, viste le grandi condizioni del resto della band, e nutro ancora la speranza che le sorti degli Him in futuro si risollevino… [Roberto "Coldnightwind" Roverselli] HIM setlist (Rip Out) The Wings Of A Butterfly Right Here In My Arms/Please Don't Let It Go Soul On Fire Wicked Games Under The Rose Join Me In Death It's All Tears Killing Loneliness Razorblade Kiss In Joy And Sorrow Your Sweet 666 Vampire Heart Jam/Poison Girl The Sacrament Buried Alive By Love Solitary Man Black Sabbath
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