HIM
Dunque, preso tutto, non manca nulla nello zaino? Bene, è ora di partire. Il mio viaggio verso Milano inizia alle dodici e trentasette e dopo un’ora abbondante arrivo a destinazione senza ritardi (miracolo!). mezz’ora di tempo per arrivare in albergo e poi incontro la mia amica, con la quale assisterò ad uno dei concerti – almeno per la sottoscritta – più attesi, quello degli HIM. L’esito non proprio fortunatissimo del precedente album 'Dark Light' (di cui trovate QUI la recensione) e la scarsa condizione fisica e vocale di Ville Valo hanno sollevato molti interrogativi sul futuro della band; ma, prima con l’uscita del nuovo album 'Venus Doom', e ora con questo tour, ha la possibilità di riscattarsi. E la speranza di rivedere Ville e soci di nuovo in forma è molto forte, soprattutto dopo le notizie giunte dal Tavastia, dove si esibiscono abitualmente a fine anno. Aspettiamo le quattro e mezza tra chiacchiere e pettegolezzi e, dopo esserci cambiate e sistemate, ci dirigiamo verso l’Alcatraz. Come ci aspettavamo, troviamo una lunga fila, ma almeno i novanta minuti che ci separano dall’apertura dei cancelli passano senza troppe noie. Alle diciannove puntuali entriamo all’interno del locale e ci fiondiamo verso le prime file, per poter goderci meglio il concerto. Ma ora, bando alle ciance e occupiamoci di musica… I primi a salire sul palco sono i PARADISE LOST, band che vale quanto un headliner, vista la loro lunga carriera e i consensi ottenuti durante l’esibizione. Il combo inglese ha pubblicato l’anno scorso il nuovo lavoro 'In Requiem' (QUI trovate la recensione) e proprio a settembre si sono esibiti sempre all’Alcatraz, in qualità di headliner assieme a Eyes Of Eden e Neurosonic (QUI trovate il live report). Purtroppo le mie scarse conoscenze sul gruppo, date più che altro dal fatto che non sono tra i miei preferiti, non mi permettono di darvi un report del tutto esauriente. Tuttavia non posso negare che i cinque musicisti sono stati autori di una perfomance notevole, durante la quale hanno dimostrato potenza ed efficacia, facendo ascoltare ai presenti del buon gothic e dando in pasto alle loro orecchie i brani migliori. E a giudicare dall’entusiasmo, devono aver gradito… Sono le nove e un quarto quando le luci si spengono e un primo grande boato attraversa l’Alcatraz: come di consueto, parte l’intro e quando gli HIM prendono piede sul palco, le urla non si contengono. Come brano d’apertura, i cinque finlandesi scelgono "Passion’s Killing Floor", tratto dal nuovo 'Venus Doom' e cominciano a sciogliersi i primi dubbi sul loro stato di salute: la canzone dal vivo funziona e il pubblico ne è entusiasta. La mia speranza di rivedere il gruppo tornare in pista viene esaudita nel corso della serata; Ville ha decisamente cantato bene, mandando in visibilio le ragazze presenti con la sua voce dark – meno male che mi sono spostata in una posizione più laterale per non subire l’attacco delle fans assettate – e lasciandosi andare a qualche acuto piuttosto azzeccato. E della serie “Il lupo perde il pelo ma non il vizio”, si sarà consumato un pacchetto di sigarette durante l’esibizione. Da sottolineare l’ottima prestazione del batterista Gas, che dalla sua postazione ha sfoderato una grinta e potenza di alto livello, senza nulla togliere al resto dei musicisti sui quali non ho nulla da dire in contrario, visto il buon lavoro svolto. Punto di forza della serata è stata la scaletta, che ha passato in rassegna molti dei loro pezzi migliori e senza lasciare da parte l’ultimo disco: "Right Here In My Arms", "Rip Out The Wings Of A Butterfly", "Buried Alive By Love", "Wicked Game" , "Kiss Of Dawn", "The Sacrament" con la sua fenomenale melodia al pianoforte, "Your Sweet Six Six Six" , la sempreverde "Join Me In Death", "Razorblade Kiss", "Bleed Well" per chiudere con "The Funeral Of Hearts" sostenuta da un suggestivo gioco di luci e chiusasi con un momento di jam per i musicisti. Certo, sarebbe stato bello sentire pezzi come "In Joy And Sorrow" o "Pretending", magari in un bis che purtroppo il gruppo non ha concesso. Un bel concerto che ha entusiasmato a mille i presenti, e anche fatto piangere, a prova che la fiamma degli HIM è ancora ben accesa.
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