OVERKILL
Poca, poca, poca gente. E comunque più di quanta me ne aspettassi, visti i miei precedenti con gli Overkill. Ma diamo fiducia, aspettiamo, vediamo come evolve. I Drone salgono su un palco B dell'Alcatraz davanti ad un locale virtualmente deserto (almeno in termini di rapporto spazio/numero di presenti), ma non si scoraggiano e tirano in piedi un gran bel casino: uno show coinvolgente, con pezzi pesanti inframmezzati di passaggi decisamente melodici. Non conoscevo la band, ma pur non sembrandomi il massimo dell'originalità mi sono garbati alquanto. Dopo di loro tocca agli australiani Mortal Sin, band dedita ad un sound estremamente ottantiano, che coinvolge non poco i presenti, nel frattempo aumentati di numero in maniera considerevole. Qualcuno mi suggerisce che la band abbia saputo interessare una platea di disinteressati; dal canto mio, non pochi di coloro con i quali ho parlato mi hanno detto che aspettavano da tempo di poter assistere ad un loro show. Diciamo che, se in media stat virtus, la band ha saputo soddisfare i propri fans e conquistarsene di nuovi: un risultato davvero degno di nota. Ed eccoci al piatto forte della serata: davanti ad un Alcatraz non certo stracolmo, ma comunque gremito ben al di là delle mie più rosee aspettative, Bobby "Blitz" Ellsworth guida alla carica i suoi Overkill per completare con la massima potenza una serata di thrash "vecchia scuola". Il pubblico accoglie la band con tutto l'entusiasmo possibile, il pogo parte immediato, e la scaletta sfila con naturalezza tra pezzi vecchi e nuovi, con un abbondante spazio dedicato agli anthems preferiti dai "fedelissimi". Si apre con l'opener del nuovo disco, 'Devils In The Mist', ma trovano il loro spazio le varie 'Rotten To The Core', 'Bastard Nation', 'Skulls And Bones' e via discorrendo. L'entusiasmo è alle stelle, il movimento tra il pubblico lascia intendere quanto lo spettacolo sia gradito, ed il gruppo vive il palco con la navigata sicurezza di chi ha calcato le scene per un ventennio. "Blitz" non riesce a trattenere qualche sorrisetto compiaciuto nei momenti in cui i cori dei fans raggiungono i massimi livelli di intensità e volume, così come pure "D.D.", che nel frattempo lancia plettri a profusione. La serata si chiude tra l'entusiasmo generale, con un senso di piena soddisfazione da parte di tutti; certo, ognuno ha da recriminare sull'assenza in scaletta di questo o quel brano preferitto, ma considerando che accontentare ciascuno proprio non si può, si concorda bene o male tutti che sia stato un grande show con una grande scaletta. Fino al prossimo show, la morale per i fans degli Overkill rimane la stessa: "We don't care what you say... fuck you!"
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