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HELLOWEEN

Ci troviamo in centro a Brescia per andare al concerto con largo anticipo, visto che l'appuntamento per l'intervista è alle 18.00. L'intervista, in realtà, la faremo alle 20.45 (mentre suonano i Rage, grazie a Dio). La giornata non passa, in più fa freddo, due caffè ci costano due Euro, e la security (italiana), non sapendo chi sia Big Al (tedesco, e nostro contatto per l'intervista), si preoccupa di fare in modo che nessuno lo trovi per noi. Grazie. Finalmente blocchiamo Claudia di Rock FM (mitica!), che ci consegna i pass e ci dà istruzioni per l'intervista. Nel frattempo cominciano i Rage, dalla cui mediocre esibizione (assolutamente indecoroso, ahimè, l'assolo di batteria, per fare un esempio) riusciamo a salvarci grazie a Markus Grosskopf, che ci concede qualche minuto del suo tempo. Alle 21.10 entrano in scena le zucche di Amburgo, spiazzando non poco il pubblico con la devastante "Starlight". Ok, Deris non è Kai Hansen, ma la sua parte la fa un gran bene! Si rimane sul "vecchio e cattivo" con "Murderer", prima della sorpresa della serata: Andi annuncia "vogliamo fare un pezzo vecchio, non so se lo conoscete, dura più di 13 minuti". Tra i boati del pubblico comincia "Keeper Of The Seven Keys", eseguita magistralmente, dirompente, in grado di trascinare la folla in un delirio di cori dimentichi dell'assenza di Kiske: sbalorditiva l'abilità di Deris su questa canzone. "Future World" e "Eagle Fly Free" chiudono la finestra sul passato, per poi lasciare strada libera alla splendida "Hey Lord" (ma Deris, il testo l'aveva studiato?). Una tastiera nascosta (e chissà chi la suonava) introduce l'unica ballad della serata, la dolcissima "Forever And One". Anche qui la partecipazione del pubblico è totale. Lo scatenato Deris presenta il nuovo chitarrista, Sascha Gerstner, con il quale ha scritto la successiva "Open Your Life", primo pezzo da "Rabbit Don't Come Easy". Carina, ma niente di trascendentale. Cosa si può dire di "Doctor Stein"? L'apoteosi… condita di risate suscitate da un barcollante Weikath che si esibisce in un'imitazione del mostro di Frankenstein (considerando le sue condizioni durante l'intervista, non dovrebbe essergli risultato difficile). "The Dark Ride" sarà anche un album criticato, ma "If I Could Fly" la conoscevano (e cantavano) tutti. Si torna poi a bomba all'ultimo cd con "Back Against The Wall", un po' deludente, quantomeno in confronto alle aspettative suscitate dalla versione in studio. Con la fantastica "Power", Deris ci intrattiene amabilmente (UN QUARTO D'ORA!!!), facendo cantare prima la destra del pubblico, poi la sinistra, poi la destra, poi la sinistra, poi la destra e la sinistra, (…): insomma, poteva anche dirci di metterci comodi… Il concerto sembra finito, le zucche se ne vanno, ma nessuno crede che sia così… e infatti Gerstner e Schwarzmann si cimentano in un lungo intro per "Sun 4 The World", l'unico brano scritto interamente dallo stesso Gerstner (il giudizio lo lasciamo a voi). Infine la classica chiusura con "How Many Tears", che non delude mai. Soddisfatti, sudati, divertiti da un po' di sano Happy Metal suonato come Dio comanda (nonostante l'assenza di alcuni brani "storici"), attendiamo l'inevitabile. Lights on, è finito. Tutti a casa. Scaletta dei brani proposti: 01 Starlight 02 Murderer 03 Keeper Of The Seven Keys 04 Future World 05 Eagle Fly Free 06 Hey Lord 07 Forever And One 08 Open Your Life 09 Doctor Stein 10 If I Could Fly 11 Back Against The Wall 12 Power 13 Intro Gerstner + Schwarzmann 14 Sun 4 The World 15 How Many Tears

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