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GODS OF METAL 2012 - Day 4

Il Gods Of Metal 2012 chiudi alla grande con Ozzy Osbourne e company. Dopo il passo indietro dei Black Sabbath a causa dei problemi di salute di Toni Iommi, il frontman Ozzy ha saputo tirar su un ottimo spettacolo con una line up pazzesca. I tantissimi accorsi all'Arena Fiera di Rho, sotto un caldo milanese asfissiante (decisamente in aumento verso gli ultimi due gruppi), hanno potuto vedere forse una delle giornate più interessanti di questo festival. Ad aprire le danze i quaranti minuti circa a testa dei I Killed The Prom Queen, Kobra And The Lotus, August Burns Red e DevilDriver, che hanno saputo tener testa a chi seguiva dopo di loro e soprattutto al caldo! Dopo le brevi esibizioni, come accade ad ogni festival dopotutto, è la volta dei Trivium con tanto di accompagnamento della nonna di Paolo Gregoletto che si è goduta lo spettacolo del nipote e soci direttamente sul palco. La band ha presentato una tracklist composta da pezzi estratti dal nuovo album, il primo lavoro senza Smith alla batteria. Si parte con "In Waves" passando per "Rain, Black", e concludendo con "Throes Of Perdition", totale di nove brani, quasi un'ora ora di esibizione che ha acceso lo spettacolo sotto il sole di Milano delle 15. E' la volta dei Lamb Of God - due settimane fa il cantante era nel capoluogo lombardo, ora dietro le sbarre. La loro esibizione ha coinvolto il pubblico più estremo ed i tantissimi fan accorsi per l'occasione. Dopo la pausa per il cambio di strumenti è la volta di Zakk Wylde e dei suoi Black Label Society. Spettacolare e di scena come sempre, il chitarrista si è presentato con un copricapo indiano, il tempo del primo pezzo e via. Non c'è molto da aggiungere quando si tratta di uno dei più talentuosi chitarristi della scena metal, gli assoli interminabili, le tante birre appoggiate alla batteria ed il pubblico italiano rendono l'idea di quello che è stata l'esibizione della band di Wylde. Alle 19.30 circa è la volta degli Opeth. Qui possiamo aprire un forte dibattito perché saranno forti sugli album, ma dal vivo non hanno reso molto l'idea del loro potenziale. Sono risultati troppo monotoni ed hanno preso solo ed esclusivamente gli amanti di questo genere. Sorvoliamo e passiamo al pezzo forte della serata, Ozzy e band si sono presentati in anticipo rispetto la tabella di marcia, e ad aprire il loro spettacolo è stata la proiezione di un filmato che ritraeva la carriera del cantante inglese. Terminato il tutto Ozzy si è fatto strada con la sua band e la classica "Bark At The Moon" e l'immancabile "Mr. Crowley". Dopo il primo step di setlist, ecco apparire una nuova formazione: Tommy Clufetos (batteria), Slash e Greezer Butler i quali hanno suonato "Iron Man", "War Pigs" e "N.I.B". E' la volta del chitarrista doc di Ozzy, quello che si è esibito solo due ore prima: Zakk Wylde entra al posto di Slash, come una partita di calcio, e partono "Fairier Wear Boots" e "Mama, I'm Coming Home" che con Blasko al basso è stata un qualcosa di eccezionale. A chiudere la setlist è "Paranoid", ma questa volta la formazione è quella completa con Ozzy, Tonny, Zakk, Slash, Geezer e Blasko. Il pubblico è rimasto estasiato dall'esibizione, e forse tutte quelle ore sotto al sole per assistere ad uno spettacolo che è stato accompagnato in questi giorni da mille critiche e pollimiche, ne è valsa la pena aspettare e guardare con i propri occhi. Nonostante i suoi anni, Osbourne dimostra di saper ancora divertirsi e far divertire, il calo della voce dopo le prime canzoni e l'accompagnamento del chitarrista di turno passa in secondo piano. Forse con i Sabbath ci sarebbe stata qualche canzone in più da eseguire, ma per uno spettacolo così c'è chi ci metterebbe la firma. Le polemiche legate al resto dei Sabbath le lasciamo agli altri, a noi Ozzy & Friends sono piaciuti.

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