THE CURE
Dopo i vari tragitti in metro e bus, mi appresto ad entrare: tutto come solito. L’organizzazione del Rock In Roma mi piace, e negli anni si è potenziata, senza ombra di dubbio. Mi perdo i Denimor e Paolo Benvegnù, ma fa nulla. Personalmente non ho grande interesse per loro, e tra una chiamata e l'altra per raggiungere la ciurma, guadagno un'ottima fila. I The Cranes farciscono il pomeriggio con il loro set abbastanza soporifero, non per tutti, questo sicuramente, ma senz'altro sono da ascoltare in un altro contesto. Alison alla voce non fa miracoli, svolge il suo lavoro senza strafare. Dopo di loro i canadesi Crystal Castles prendono totalmente possesso del palco. Alice Glass è invasatissima (e sicuramente anche altro), la sua voce è filtrata e malconcia quasi, ma si presta bene al tappeto sonoro delirante. In ogni caso, va bene dare spazio a tante realtà, ma nessuna di queste di supporto ai The Cure aveva qualcosa tale da poter essere anche minimamente accostata a Smith e soci. Ognuna una realtà a parte. In ogni caso, la sorpresa della giornata sono stati proprio loro: erano troppi i sorrisi e la voglia di saltare e divertirsi durante il loro set. Quindi promossi nonostante il "caos" a volte non tanto controllato. Si prevede un gran finale, qualcosa di indimenticabile: si prevedono tre ore di concerto, quasi 15000 persone, una cappa di caldo allucinante, persone in delirio che si fan largo per respirare nei posti più freschi, e un pubblico che dire presente è un'offesa. Tutte le premesse si sono fortemente espresse. Ascoltare a occhi chiusi i cori è sempre un'esperienza assurda. E perdersi nelle note della band inglese è eccitante, affascinante. Rapisce e coinvolge. Inutile perdersi nel parlare di ogni brano, se scorrete giù potrete leggere la setlist mastodontica proposta. Tutto come previsto, i brani immancabili ci sono, "Lullaby" c’è, e anche "Close To Me", si, si, tranquilli. C’è la graziosissima "The Lovecats" e anche "The Hungry Ghost". Robert ringrazia, si emoziona, fa sorridere per i suoi buffi balletti e per la sua voglia di raccontare una favola che da più di trent'anni ammalia il mondo intero. THE CURE SETLIST Open High The End of the World Lovesong Sleep When I'm Dead Mint Car Friday I'm in Love Doing the Unstuck Play for Today A Forest Bananafishbones Pictures of You Lullaby The Caterpillar The Walk Push In Between Days Just Like Heaven From the Edge of the Deep Green Sea Trust Want The Hungry Ghost Wrong Number One Hundred Years End The Same Deep Water as You The Kiss If Only Tonight We Could Sleep Fight Dressing Up The Lovecats Close to Me Just One Kiss Let's Go to Bed Why Can't I Be You? Boys Don't Cry
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