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EVOLUTION - DAY TWO

[IDOLS ARE DEAD] La nostrana Scarlet Records manda alla stampe gli Idols Are Dead ai quali, a rigor di logica visto il posizionamento all'interno della bill, non daresti più di "due lire" per questo mini-show di apertura. Ed invece i nostri salgono sul palco e fanno la voce grossa, richiamando man mano l'attenzione di una fetta maggiore di pubblico. Dediti al Thrash Metal di ultima estrazione, leggermente inflazionato dalla recente proliferare della vena Metalcore, gli Idols Are Dead trainati da uno spigliatissimo Mana alla voce coinvolgono e divertono il pubblico. Bravi davvero, un nome da segnare in attesa di una futura riconferma. [ColdNightWind] [NECRODEATH] Parte il suono di un carillon, ed il pubblico (più numeroso di ieri ma ancora scarsino) comincia a raccogliersi sotto il palco per i nostrani Necrodeath. Come ormai ci si aspetta, la loro esibizione è ineccepibile: riff granitici, ritmiche devastanti, voce al vetriolo. I Necrodeath sono da tempo una certezza, ed anche oggi vogliono lasciare il segno (e ce la fanno). La scaletta proposta va a pescare un po’ ovunque nella discografia della band, riuscendo così, anche nel poco tempo a loro disposizione, a soddisfare fan vecchi e nuovi. Il pubblico reagisce bene, e la band conclude la sua mezz’ora di gloria in bellezza e potenza. [Nyarlatothep] [NOVEMBRE] Da Roma con furore e con un buon stuolo di fans al seguito. I nostri Novembre tornano a calcare un palco importante come quello dell'Evolution e lo fanno con il solito show maiuscolo, probabilmente senza generare l'entusiasmo generale del pubblico ma ottenendo comunque una buona risposta vista l'enorme varietà dei pezzi proposti in giornata. Tra vecchio e nuovo, tra melodia e rabbia pura la loro proposta si allinea molto con quella degli headliner di giornata, gli Opeth, e dopo poco più di mezz'ora è già tempo per i saluti e per gli applausi. Il Metal italiano è ancora presente, e si fa sentire. [ColdNightWind] [PAIN OF SALVATION] Come un pesce fuor d'acqua i Pain Of Salvation arrivano, impartiscono una gran lezione di stile e classe e levano le tende, lasciando i presenti tra il meravigliato e l'annoiato per quello che risulterà come lo show più "fuori tema" della giornata. Introduzione affidata all'elegante assolo di Daniel Gildenlöw, la cui sola vista genere l'entusiasmo delle presenti sotto al palco, per poi passare ai pezzi che contano come "Ashes" cominciando a farsi apprezzare sul serio. Uno show d'effetto, supportato da un ottima interpretazione corale delle linee melodiche e da degli ottimi musicisti. A genere stupore, ma anche entusiasmo, è l'esecuzione di "Disco Queen", durante la quale il bel Patrick invita tutti a ballare con un ironico "Questa è l'unica occasione che avete quest'oggi per ballare, di sicuro!". E come arrivano se ne vanno, sulle note delicate dell'assolo di Gildenlöw. Istrionici e classisti, se vogliamo, ma con classe da vendere. L'opinione personale conta molto in questi casi, ed io sono stato impressionato in modo molto favorevole. [ColdNightWind] [DEATH ANGEL] Nel regno del Thrash i filippini Death Angel rappresentano una certezza: noti per show incisivi, rabbiosi ed energici, non si risparmiano nemmeno oggi, e si impegnano al massimo per dimostrarsi all’altezza della loro fama. Il pubblico li aspettava con entusiasmo, ed ha ottenuto esattamente ciò che voleva: un terremoto di energia pura, sonorità aggressive, grinta, un terremoto on stage che si riversa sulla platea scatenandola e trascinandola. Poco il tempo a disposizione, molto il lavoro da fare: prendere un gruppo di metallari desiderosi di un po’ di casino e scaldarli fino a portarli all’esplosione. Una scaletta che degna di attenzione tutta la discografia della band risponde alla perfezione a questa necessità, ed il risultato è un piccolo delirio collettivo. E’ un peccato constatare come i fan non siano numerosissimi, ma questa edizione dell’Evolution on sembra in effetti aver avuto un grandissimo successo. Ci saranno sicuramente motivi più che validi, alcuni li abbiamo anche ipotizzati, ma è comunque amaro rendersi conto che anche il successo dei Death Angel non è che una frazione di quello che sarebbe potuto essere con più pubblico presente. [Nyarlatothep] [GAMMA RAY] Quando Hansen chiama, i fan rispondono. Questo è ormai un assioma consolidato. Quando i GammaRay salgono sul palco, si scatena l’inferno. Questo non sempre è vero, ma oggi lo è. Poco tempo a disposizione, decisamente 50 minuti sono scarsini per Kai e compagni, ma a maggior ragione risalta la grandezza di questa band nel momento in cui in così poco tempo riesce a convincere così tanto, proponendo una scaletta necessariamente scarna ma genialmente azzeccata. Dal primo album all’ultimo, si salta avanti ed indietro andando anche a pescare, come di consueto, nell’epoca Helloween, ed il pubblico in aumento, che inizia a raggiungere una numerosità almeno adeguata all’evento, si raccoglie per cantare e gridare con tutto il fiato che ha in gola. Mentre i pezzi si susseguono, la band mostra una classe ed un affiatamento che sono ormai cementati dagli anni di pratica insieme (11 consecutivi con la stessa line up, ed uno smalto da ragazzini infervorati che fa invidia a molti “colleghi”anche più giovani): la combo Hansen-Richter-Schlächter-Zimmermann è ormai una macchina perfetta, capace di svegliare anche i “vecchi” fans (ne ho visti non pochi, di quelli seduti in fondo con il classico sguardo “sì beh, ai miei tempi suonavano meglio”) e trascinarli a bordo palco per poi concludere soddisfatti con un “sì, hanno suonato veramente bene” che sappiamo essere, per certi “storici” elementi, praticamente un delirio di entusiasmo. GammaRay all’altezza della situazione, come quasi sempre e più di tante altre volte; pubblico soddisfatto quando non entusiasta, e questo è quello che conta: il bilancio pende decisamente a loro favore, la performance se anche non è storica è comunque eccezionale. Più di insultare con cinico senso di soddisfazione chi se li sia persi, non si può proprio fare. [Nyarlatothep] [OPETH] Il pubblico degli Opeth rumoreggia già da un po’ quando la band fa il suo ingresso sul palco, e subito si lascia trascinare dalle note di uno dei pezzi “storici” della band, “Demon Of The Fall”. Certo, vista la lunghezza media dei brani della band di Stoccolma non è verosimile sperare in una setlist abbondante che renda giustizia a tutta la discografia; ed in effetti i fans di vecchia data vengono un poco delusi dalla maggior presenza di pezzi recenti rispetto al “vecchio corso”; d’altra parte non è possibile aspettarsi altrimenti, quindi non resta che prenderne atto e godersi quanto proposto. La band è tutto tranne che scenica: non ha bisogno di fronzoli, ha dalla sua una presenza imponente ed una musica che travolge gli appassionati, fedelissimi e numerosi; compensa quel vago senso di stabilità con una certa dose di ironia nel presentare i brani. La performance è nel complesso adatta a soddisfare i gusti dei presenti, appassionati e non; l’unico neo lo si evidenzia nella coincidenza che sembra confermare la nomea della band: passati pochi secondi da che ho sentito dire “gli Opeth portano sfortuna”, la splendida cornice di nubi e lampi che ha avuto il finale dello show ci si rovescia addosso, giusto per sottolineare l’augurio della band “divertitevi con gli In Flames”. Tuoni, lampi, acqua, grandine... e l’Evolution si conclude qui. Dieci minuti, forse un quarto d’ora di temporale hanno praticamente demolito l’Idroscalo, col risultato che il festival ha dovuto essere interrotto. Nulla da recriminare con l’organizzazione: fosse solo questione di pioggia magari si potrebbe avere da ridire, ma chicchi di grandine grossi quanto palline da ping pong suppongo siano proprio difficili da gestire. L’unica constatazione negativa la faccio però agli In Flames: quando la gente paga per vederti, se anche non suoni sarebbe auspicabile che quanto meno ti presentassi a salutare il pubblico. Nessuna pretesa, ma un semplice “ciao ragazzi, ci dispiace ma non possiamo suonare, ci vediamo alla prossima” potevano concederselo; ed invece, l’annuncio è fatto dallo staff, la band nemmeno si è fatta vedere. Questo è a mio parere un fatto decisamente negativo, che per quanto mi riguarda getta un’ombra sulla band e sul suo rapporto col pubblico. Ma alla fine è solo il mio parere, e lascia il tempo che trova. [Nyarlatothep]

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