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ENTOMBED

Più che un concerto è stato un raduno al quale era un must non mancare; per l’occasione non si è mobilitata solo la Roma metal (erano presenti membri di Stormlord, Novembre, Corpsefuckingart) come era lecito attendersi, ma anche quella dark (Spiritual Front, Klimt 1917), quella doom (Doomraiser) e persino quella afro/grind/jazz (Luca Mai ex Zu ora nei Mombu). Come sparring partner ha figurato la All Star band del grind nostrano cioè i Buffalo Grillz, che per l’occasione presentavano 'Manzo Criminale', il nuovo lavoro dal quale hanno estratto delle rasoiate affilatissime quali "Gux & Gabbana" e la devastazione al fulmicotone ha avuto inizio; Enrico Giannone non perde occasione per mettere in mostra il suo humor partenopeo, raccontando la genesi del progetto nata grazie a Davide (manager della Subsound) con il quale condivide la passione per il Napoli Calcio. "Linking Pork" dal suono taglientissimo al limite delle lesioni permanenti ai timpani e con un netto riferimento ai Brutal Truth di 'Extreme Conditions'. "Sacro e Scrofano" non necessita commenti, "Grind Canyon", la cover di "La Canzone Del Sole" di Lucio Battisti, "Dimmu Burger" completano il disfacimento sonoro di una band in grande forma che ha poco da invidiare ai grandi nomi che hanno fatto la storia dell'estremo. Dopo una mezz'ora buona di riassestamento del palco è la volta degli 'intombati' che danno il via al massacro con "Eyemaster" tratto 'Wolverine Blues' con tanto di batteria a padellone; tra i brani proposti arriva il momento degli estratti da 'To Ride To Shoot and Speak The Truth' dei quali la traccia omonima e "Revel In The Flesh" ci consegnano un flashback del periodo death and roll. "Out Of Hand" sposta l’ago dell’adrenalina verso l'alto, e del calore che man mano aumentava fino ad arrivare a livelli da fornace. Dopo un breve break (che ha fatto pensare alla fine del set quindi restavano solo i bis) per recuperare i liquidi persi, gli adoratori di odino rientrano con un sound ancora più pesante, pregnante e pulito di quanto non fosse stato il set precedente. "Wolverine Blues" fa ripartire l'ecatombe accompagnata da un pogo sfrenato delle prime file che è coinciso con alcuni momenti di tensione causati da un eccesso di irruenza nello spintonarsi. Lars con l’andare degli anni sta perdendo i capelli ma non la voce che resta sempre rabbiosa e grintosa, supportata da una band che dopo cinque lustri on the road non necessita di lezioni da nessuno, anzi è divenuta riferimento per chi vuole sapere cosa vuol dire suonare death metal oggi. Come ciliegina sulla torta, e dopo le ripetute richieste del numeroso e festante pubblico accorso, si chiude con il capolavoro di sempre "Left Hand Path" che celebra la fine dei giochi con quelle melodie alla 'Suspiria' (il film) così avvolgenti che non lasciano trasparire la luce.

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