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DEAD CAN DANCE

Non un concerto come tanti altri ai quali abbiamo assistito, che hanno ormai preso come tappa fissa la città di Roma, ma un vero e proprio evento: a testimonianza di ciò il fatto che i biglietti erano già sold out due mesi prima della data prevista. Qui occorre fare una lode a tutti i management - piccoli e grandi - che operano nella capitale, i quali hanno organizzato tanti di quegli eventi negli ultimi anni, che veramente c'è stato l'imbarazzo della scelta. Il tempo che è intercorso tra l'inizio presunto del set (21.00) e quello reale (21.50), è stato parzialmente colmato da un percussionista (del quale non conosciamo il nome, rivelatosi in seguito far parte dello stuolo di strumentisti che hanno accompagnato Brendan e Lisa), il quale utilizzava degli strumenti mai visti (probabilmente di origine aborigena), somiglianti a dei dischi volanti, opportunamente percossi generavano dei suoni come di pietre che cadevano in acqua. Richiamati diverse volte dal pubblico impaziente, ecco quindi materializzarsi Brendan Perry e Lisa Gerrard, che dal nuovo e magistrale ultimo lavoro 'Anastasis' (che sarà suonato quasi interamente nel corso del set) ci hanno omaggiato con una versione di "Children Of The Sun" addirittura più sinfonica di quella su disco, a dimostrazione che la dimensione live è il loro teatro d'opera. Tre tastiere, batteria e percussioni, due xilophoni, chitarra e quegli strani strumenti aborigeni di cui sopra, la calda voce di Brendan e quella operistica di Lisa (vestita come una regina egiziana) ci hanno talmente assorbito da lasciarci in silenziosa contemplazione, come in presenza di veri e propri dei. La scaletta ha poi riproposto alcune memorabili perle del passato, e sono stati toccati quasi tutti i capolavori dell'epoca d'oro. I pezzi che più ci hanno catturato e fatto letteralmente venire la pelle d'oca sono stati "Dreams Made Flesh", composta per la compilation "It'll End In Tears" dei This Mortal Coil, "Cantara" tratto da 'Within The Realm Of A Dying Sun', e "The Host Of Seraphim" da 'The Serpent's Egg': tracce senza tempo, letteralmente epocali (otherwordly). Entrambe le star erano in gran forma fino a fare quasi due ore di set, peccato per il caldo infernale che abbiam dovuto patire nelle ultime file superiori dell'Auditorium, ma vedere questi maestri dal vivo è una sensazione/emozione che tutti gli amanti della musica, almeno una volta nella vita, dovrebbero concedersi. Si ringrazia Livio Guerrini per la gentile concessione delle foto. 1. Children of the Sun 2. Agape 3. Rakim 4. Kiko 5. Amnesia 6. Sanvean 7. Black Sun 8. Nierika 9. Opium 10. The Host of Seraphim 11. Ime Prezakias 12. Cantara 13. All in Good Time Encore: 14. The Ubiquitous Mr. Lovegrove 15. Dreams Made Flesh (This Mortal Coil cover) 16. Song to the Siren (Tim Buckley cover) 17. Return of the She-King

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