BLUE ÖYSTER CULT
Tra le leggende della musica, un posto particolare va ai Blue Öyster Cult. Questo posto è ancor più particolare in Italia (ed Europa in generale), in quanto questa band seminale di un sound ben caratteristico è sempre stata da noi considerata un po' di second'ordine rispetto a nomi ben più blasonati, ma spesso decisamente non più fondamentali. E' così che, quando ormai avevo rinunciato ad avere la possibilità di vederli dal vivo, mi viene un mezzo infarto allo scoprire che vengono a suonare praticamente accanto a casa mia. Mi presento sul luogo in trepidante attesa e con largo anticipo, ed a nulla vale l'ampio ritardo con cui la band si presenta sul palco: l'eccitazione non diminuisce, ed anzi cresce a mano a mano che capto i discorsi della mandria di canuti fan d'altri tempi, che quasi scaramanticamente sussurrano, più che dichiarare, i titoli dei pezzi che sperano di sentire stasera. Molti saranno soddisfatti, altri delusi dalla particolarità della scaletta; nessuno però a fine show andrà via con un vero senso di amarezza, in quanto i classici mancanti sono stati sostituiti da brani "per intenditori". Quando Dharma e Bloom (e compagni, ma soprattutto loro due...) salgono sul palco è il delirio generale: i pochi ma fedelissimi convenuti sono già al limite della sopportazione, ed era decisamente il momento di interrompere l'attesa e dare fuoco alle polveri. In realtà non è che la partenza sia delle migliori, ma la band si scalda in fretta (ed il pubblico anche), e dopo pochi minuti si viaggia già a pieno regime, con la cricca di indemoniati ad urlare a squarciagole le richieste tra un pezzo e l'altro. Lo spettacolo, praticamente "nudo e crudo", senza scenografie ed effetti particolari, trascina l'attenzione di tutti sulla band e su ciò che sta facendo, ed il risultato va ben oltre l'apprezzabile: siamo in piena esaltazione, e nulla sembra poter rovinare quest'atmosfera. I "nostri" parlano poco e suonano tanto, con inserti strumentali lunghi e coinvolgenti e brevi "siparietti" di contorno: lasciano che l'interazione gruppo-fan sia veicolata dalla musica, e l'alchimia funziona alla grande. Tra grandi successi e "chicce" per appassionati, la scaletta scivola veloce verso la conclusione. Quando arriva il momento dei saluti, le facce soddisfatte dicono una cosa sola: gli Öyster sono leggenda, ed a modo nostro ci siamo entrati anche noi. Setlist: 1. Summer Of Love 2. Before The Kiss 3. Burning For You 4. The Red & The Black 5. Harvest Moon 6. Joan Crawford 7. ME262 8. Bucks Boogie 9. I Love The Night 10. Black Blade 11. Last Days Of May (special guest Matt Filippini of Glenn Hughes band) 12. Godzilla / bass solo / drum solo 13. Buck solo / (Don't Fear) The Reaper 14. encore: See You In Black 15. encore: Hot Rails To Hell
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