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AGGLUTINATION METAL FESTIVAL 2005

Ennesima edizione dell'Agglutination Metal Festival che, esattamente per l'undicesima volta, giunge ad infuocare ulteriormente il Ferragosto di questo anno 2005. Il luogo e l'organizzazione sono sempre gli stessi: il buon Gerardo Cafaro, patron indiscusso della manifestazione lucana, con la sua solita passione ha assemblato questa volta, poche ma eccellenti band del panorama metal (classico ed estremo) sia italiano che straniero. Il vostro Pierre è stato, ancora una volta, onorato di aiutare Gerardo nella composizione di parte del bill e nella successiva gestione di parte dell'evento. Proprio a fronte di questo importante impegno, la presente trattazione vuole essere giusto un ricordo sommario di ciò che è avvenuto e non un'analisi dettagliata di stampo tecnico/critico. Detto questo, torno a sottolineare la scelta di invitare solo 6 band a dar vita alla nuova edizione del festival metal più importante del sud d'Italia; una scelta dovuta ad una volontà di meglio gestire l'evento, badando alla qualità piuttosto che alla quantità. Le 6 band hanno saputo intrattenere un pubblico scarso in principio e via via sempre più numeroso (anche se non tale da soddisfare le attese) che ha dato l'impressione di gradire la formula di alternanza tra metal classico ed estremo. In apertura i campani Valiance con il loro metal classico non originalissimo ma ben suonato ed adeguatamente supportato da una giusta grinta, un buon piglio ed un adeguato approccio professionale. A seguire gli Schizo, storica band estrema siciliana e tornata per mietere quante più vittime possibile, caricata all'inverosimile dalla voglia di sprigionare tutta la rabbia repressa negli anni di assenza dalle scene e aiutata nell'impresa da un ospite illustre, il frontman dei Necrodeath, Flegias, che ha avuto il piacere di condividere con loro lo stage per un paio di brani violentissimi. Nella politica dell'alternanza, tocca, poi, ai Mesmerize rispondere con un ottimo classic metal poderoso e vigoroso che rispolvera la tradizione del metal classico italiano di fine anni '90 (di cui la band lombarda è una delle storiche fautrici), formula arricchita, però, da elementi moderni che fanno ben sperare per il futuro del genere e per quello della band stessa. Al giro di boa, gli headliner italiani, gli storici Necrodeath, calati a Chiaromonte per portare la giusta razione d'odio ai loro seguaci del sud italiano. Una prestazione buona, quella del quartetto genovese, anche se minata da evidenti problemi tecnici iniziali e protrattisi in modo meno incisivo, per tutta la durata del loro show, impedendo al pubblico di assaporare in tutta la vera potenza il sound della formazione black/thrash di casa nostra. A chiudere le danze, i due ospiti stranieri: i simpaticissimi e bravi Freedom Call, la creatura "happy" metal di Daniel Zimmermann, artefice di un ottimo show dove melodia e tecnica hanno saputo scuotere l'interesse del pubblico; i norvegesi Mayhem, la seminale black metal band che tanto ha fatto parlare negli anni per le sue vicissitudini musicali e non. La band di Necrobutcher e Hellhammer, ha dato spettacolo anche a Chiaromonte, anche se per una volta ancora, la loro presenza non potrà che essere giudicata, quantomeno, con un certo dubbio, sia dal punto di vista musicale che da quello, egualmente importante, comportamentale. Le polemiche della band con il pubblico, esigente e mal ripagato, e tutte le vicissitudini ed i fatti accaduti off-stage, sono solo uno spiacevole neo in un evento che ha proposto tanta buona musica e che, come ogni anno, cerca di portare il metal che conta anche nelle lande più profonde del nostro Paese. Come sempre, la chiusura di questa breve trattazione è dedicata a tutti gli appassionati di musica metal ed agli organizzatori. Che il "live" in Italia stia passando un periodo non felicissimo, lo sanno tutti. La via per una ripresa, credo debba venire da tutti gli appassionati e soprattutto da quelli meridionali che, conoscendoli, hanno una fame atavica di musica ed una carica passionale ineguagliabile. Quindi, ragazzi, sostenete la musica dal vivo partecipando sempre in massa ad eventi come l'Agglutination (e non solo): anche quest'anno gli sforzi dell'organizzazione sono stati in parte vanificati e non apprezzati a causa di una scarsa affluenza. Sull'altro versante invito pubblicamente l'amico Gerardo, i suoi collaboratori e tutti quanti sono coinvolti nell'organizzazione di eventi dal vivo nel meridione, ma anche in ogni altro angolo d'Italia, a non mollare…non cedete allo sconforto dei mezzi passi falsi, alla tristezza delle sale/arene semi-vuote. La musica vive grazie alla passione di chi la crea e di chi la supporta, quindi non permettiamo che tale passione si spenga!

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