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A MELODIC ROCK NIGHT 2

Nella serata di sabato 24 febbraio è andata in scena la seconda edizione del ‘A Melodic Rock Night’, evento che ha coinvolto la bassa pianura comasca, nello scenario del Dedolor Music Headquarter di Rovellasca (CO), uno spazio all’interno di un grande edificio di stampo industriale, con all'interno una sala prove ed uno studio di registrazione, nonché la sala live dalle dimensioni piuttosto contenute, con una discreta acustica. L'evento ha radunato un cospicuo numero di sostenitori dell’hard rock dalle atmosfere più accomodanti e socievoli, dove la melodia e l’immediata presa la fanno da padrone, e che entra subito nelle orecchie e nei pensieri degli ascoltatori. La serata, organizzata in collaborazione con Atomic Stuff, inizia con l’esibizione in chiave acustica di tre band italiane tra le più interessanti del panorama del rock melodico del nostro paese: i Soul Seller, gli HungryHeart ed i Wheels of Fire, che hanno tenuto con calore vivo il palco ed hanno anticipato a dovere le successive band che hanno infiammato il pubblico.

Infatti, dopo di loro, è stata la volta dei set elettrici, e direttamente dalla Danimarca è sbarcato in Italia Micheal Kratz, che sul palco di Rovellasca ha presentato il suo nuovo album ‘Live Your Life’, accompagnato sul palco da un’altra realtà italiana importante come i Mindfeels. Per tanti anni voce dei Kandis, di recente sta affrontando una carriera solista di buon livello, ed a differenza delle usuali voci che circondano questa tipologia di genere, Kratz ha invece quella timbrica più blueseggiante che può piacere o non piacere affatto, ed è sembrato infatti che tra il pubblico del Dedolor ci fosse qualcuno che non abbia apprezzato particolarmente il suo modo di cantare. Detto questo, lo show è andato via liscio grazie anche, se non soprattutto, al notevole supporto dato dai Mindfeels, che hanno accompagnato egregiamente il musicista danese con un modo di suonare lineare e semplice, ma puntualmente incisivo e determinato, dove a farla da padrone è stata la chitarra magistrale di Luca Carlomagno, che con linee sinuose e seducenti ha catturato la folla in un unico abbraccio. Ottima menzione viene fatta anche per il vocalist dei Mindfeels, Davide Gilardino, che ha tenuto botta alla grande sia come seconda voce durante le esibizioni di Kratz, come come leading voice nella parentesi in cui la band ha dato sfoggio del proprio repertorio, emanando la sua voce possente e chiara, in netto contrasto con quella molto più ruvida e statica di Kratz. E’ stato comunque un set più che buono, con Kratz che ha tenuto il palco egregiamente e con professionalità, ringraziando in modo sentito i suoi compagni di avventura.

Dalle note più misurate di Kratz e dei Mindfeels si tende infine ad alzare le frequenze ed i volumi, grazie all’ascesa sul palco degli esperti Danger Zone, da Bologna. Band con una carriera trentennale alle spalle, si dimostra subito energica con Giacomo Gigantelli alla voce in ottima forma, e che fa gustare al pubblico quel sano hard rock melodico che fa bene al cuore ed allo spirito. Nutrito spazio viene dato, nel fitto set a loro disposizione, all’ultimo album ‘Closer To Heaven’, che ha fatto veloce breccia tra gli appassionati; inoltre hanno ripescato durante tutta la discografia, persino qualche pezzo dei primi album. La loro è una ritmica possente, dettata in particolare dai colpi di batteria inferti da Paolo Palmieri, che fanno scuotere il capo a molti di noi. Grande prova, come giustoo che sia, anche da parte dell’altro leader della band, il chitarrista Roberto Priori, che con la sua classe al limite dell’inapppuntabilità sferra senza remore linee di chitarra dalla grande concretezza. I Danger Zone compiono uno show assolutamente all’altezza, caratterizzato anche da buoni suoni che hano potuto porre in primo piano la loro potenza e la loro organicità. E sono l’esempio lampante del fatto che, quando si ha di fronte l’esperienza e la saggezza, il risultato positivo non può che essere garantito. E se alla qualità musicale si unisce anche la piena disponibilità della band nei confronti del pubblico, siamo convinti che questo tipo di bband non avrà mai nulla da imparare da chi invece, con l’arma della spregiudicatezza, cerca di incalzare la loro superiorità. Bensì, potranno avere sicuramente qualcosa da insegnare a chi invece cerca di seguire le loro orme senza porsi ambizioni facili di successo. Perché il successo lo si ottiene faticando e sudando, rimboccandosi le maniche e lavorare, come sicuramente hanno potuto affrontare i Danger Zone.

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