VLAD IN TEARS
Sabato 3 febbraio, l’Exenzia Der Club di Prato accoglie i Vlad in Tears, con i Diesanera in apertura. La nuova ambientazione rinnovata nei suoi interni, con un palco rialzato tutto nuovo, contribuisce a rafforzare la posizione del locale come uno tra i migliori della Toscana. Molto suggestivo ed adatto per serate gotiche come questa. Arrivo in largo anticipo sulle note della playlist iniziale del dj! Il locale è ancora vuoto, i Vlad in Tears non ci sono, i Diesanera si stanno preparando, raccolti nel backstage: le persone ci raggiungono lentamente, sono meno di quelle previste. Ammutolisco davanti alla generalizzata riluttanza verso la musica inedita e l’underground locale.
Nonostante l’animo amareggiato per il pubblico decimato, i Diesanera salgono sul palco alle 23.30 con il loro intro, molto vicino al mood di Requiem For a Dream, seguito subito da "Mad Man" che fin dalle prime note rende già chiare le loro intenzioni. Prima cosa che si coglie è il loro forte equilibrio.
I due chitarristi Ilario Danti (Ex Death SS) e Yuri Giannotti si intrecciano sul palco con grande eleganza e senza barattare la precisione esecutiva con il carisma, comunque forte. Matt Langella al basso resta raccolto sui primi brani, per poi esplodere dalla metà del concerto con tutta la sensualità che gli appartiene.
Impeccabile anche Alessio Toti dietro le pelli, spinta importante e principale sostegno di tutta la macchina! Solo note di merito per il leader Valerio Voliani (ex Motus Tenebrae, Absolute Priority, Icycore) alla voce che tiene il palco con grande padronanza e teatralità, interpretando davvero bene i propri testi! La differenza dallo studio al live sta solo nelle mani del fonico, che per altro stasera fa un buon lavoro, se non fosse per il poco assorbimento del suono da parte dello scarso pubblico presente.
La setlist è interessante. Sono ancora in promozione di 'Crumbs', fuori da giugno ’17 per Volcano Records, e qui riascoltiamo il loro singolo "Pills Of Lies", che si staglia tra canzoni più sparate come "My Lonely Hell", "Ghosts" e "Sadness", e chiudono con la grande "Rebel Yell" di Billy Idol con un sound tutto made in Diesanera.
In sostanza, l’atteggiamento è stato quello giusto. Anche davanti ad una situazione scomoda non hanno perso un minimo di vigore, ed hanno portato a termine un signor concerto, comportandosi da veri professionisti.
È il momento dei Vlad in Tears, direttamente da Berlino, e sparati sul palco dell’Exenzia per un’unica data italiana, prima del grande tour europeo che li attende ad aprile. Grande carica fin dall’inizio per il batterista Cosmo Cadar che porta con sé un carisma invidiabile.
Dario Vlad al basso e Giovanni De Benedetto alla chitarra tengono il palco alla grande, giocando con il pubblico e creando un bel muro di suono, su cui si è facilmente accomodato Kris Vlad che, dall’alto della sua eleganza e compostezza, ha fatto show di una voce impeccabile e davvero molto armonica: un po’ sottotono scenicamente, ma la tecnica ed il continuo flirt con il pubblico hanno ampiamente compensato.
Anche loro egregi nella successione dei brani, undici in totale. Snocciolano alcune tra le loro canzoni più famose come "Here Comes The Rain", "Mary", ad altre dell’ultimo lavoro 'Souls On Sale' come "The Devil Wont Take Me Home", "Lovin", "Bleed me Dry". I brani Vlad In Tears sono tutti perfettamente in linea con il genere proposto, orecchiabile, facilmente memorizzabile, con ritornelli e riff di chitarra davvero aperti e trascinanti. Non è difficile capire quindi il motivo dei tanti follower sparsi per il mondo.
Concludono con la loro personalissima versione di "The Wicked Game", che ahimè non avevo mai sentito e mi ha davvero catturata. Ogni concerto mi lascia qualcosa, quel che mi porterò dentro stavolta sono i loro grandi sorrisi, di cui non hanno lesinato per tutto lo show.
Entrambe le band portano sobriamente a termine un compito arduo questa sera: non mostrarsi demotivate e non scaricarsi, nonostante il poco pubblico e l’abitudine, sicuramente vera per i Vlad in Tears, di esibirsi headliner in locali sold out. Nonostante tutto apprezzo poco la ritrosia verso l’underground locale, che invece sembra, almeno su carta, interessare ai più. Sicuramente venire a conoscenza del fatto che a pochi chilometri è stata organizzata un’altra festa gothic, che ha praticamente rapito gran parte degli habitué del posto, non ha aiutato. Ma a riguardo di ciò le due band hanno davvero poche colpe.
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