ZORA
Spesso si ha a che fare con certi leoni da tastiera che appena escono dal proprio profilo Facebook si annichiliscono e hanno una dannata paura delle conseguenze delle proprie parole. Per fortuna parlare con gli Zora è sempre un piacere perché riescono a darti le esatte coordinate e descriverti in modo fedelissimo lo stato del metal estremo al Sud Italia, essendo prima di tutto fan, e poi musicisti e organizzatori di un longevo festival. Dalla Calabria con furore, potremmo dire, ma forse è meglio sottolineare l'odio profondo che caratterizza ogni uscita targata Zora e soprattutto la grande passione che riesce a smuovere anche le montagne, figuriamoci le solite esperienze che un gruppo underground deve vivere ogni giorni. Parola a Giuseppe Tatangelo, bassista e cantante.
'Scream Your Hate' è il vostro nuovo album... o quasi nuovo, visto che alcuni brani erano già presenti in alcuni vostri lavori di diversi anni fa? Come mai avete scelto proprio quei pezzi e come sono cambiati nel tempo? Il motivo della scelta risiede nei concetti e tematiche espresse dai due brani in questione, "Trapped Mosquito" e "Banquet of Flesh", che, come dicevi, facevano parte del nostro primo demo 'Dismembered Human Race', pubblicato nel 2004. Ogni brano del nuovo album tocca aspetti diversi della dimensione che condiziona e devia quotidianamente l’umanità, riflessioni personali e sfoghi interiori in un grido di liberazione rifiuto e denuncia, ed è appunto nell’ottica di questo tema portante che sono stati esclusi alcuni brani per riproporne altri. Dal punto di vista musicale già in partenza l’intenzione era quella di dare maggiore spazio a sonorità riconducibili appunto ai primi lavori, ed i nuovi pezzi stessi strutturalmente richiamavano proprio quel sound, un po' più old school, pertanto "Banquet of Flesh" e "Trapped Mosquito" hanno trovato facile e naturale allocazione anche in ciò.
Alla batteria c'è Giampiero Serra dei Deathcrush, insomma un musicista che ha le mani in pasta nel death metal e con cui avete condiviso uno split nel 2009. Perché avete scelto lui e come ha contribuito alle canzoni? Che differenze ci sono con gli altri batteristi degli Zora? Giampiero è un validissimo musicista dotato di molto gusto di una profonda preparazione e di una dimestichezza nel genere che gli permette di entrare facilmente nei brani facendoli subito suoi impreziosendoli senza snaturarli, ma ancor prima di tutto questo è un’ottima persona con i piedi ben saldi a terra, ed è questa la prerogativa che sta alla base di ogni nuovo ingresso nella band. Non ci siamo mai messi a fare paragoni tra ex componenti e nuovi ingressi, è una cosa di cui non ci importa minimamente quando sappiamo di avere a che fare con una persona con la testa sulle spalle, basta questo, ancora prima della preparazione sul proprio strumento, dopotutto quella la si può sempre migliorare se necessario… difatti abbiamo avuto batteristi preparatissimi dal punto di vista tecnico come Dario Casabona (dei formidabili Schizo), che ha inciso il singolo "Slave Of Mind" nel 2011, e batteristi molto più istintivi come Alessandro DiMeco, che ha inciso i nostri primi tre lavori iniziando praticamente da zero… accomunati entrambi, così come Giampiero, dall’ essere persone umilissime senza grilli per la testa e dotate di una grande e sincera passione verso la musica.
"Slave of Mind" e "Abracadacab" sono due brani pubblicati singolarmente qualche tempo fa, ma alla voce c'era un'altra vecchia conoscenza del metal calabrese, Marco Veraldi dei Bretus e dei Land of Hate. In 'Scream Your Hate' invece le parti vocali sono totalmente diverse e ad opera tua. Perché questo cambiamento e come giudichi questo nuovo stile vocale rispetto agli altri pezzi degli Zora? Anche in questo caso, come in ogni passato cambio di line-up, l’unico motivo del cambiamento è la scelta di chi lascia, che ci mette in condizioni man mano di riorganizzarci conseguentemente. In questo ultimo caso l’abbandono di Marco è stato esattamente alla vigilia delle incisioni delle parti vocali, scelta dettata da altri suoi impegni evidentemente imminenti, quindi da noi rispettata ed accettata; ma, essendo appunto alla vigilia delle registrazioni di voce e con tutto il resto già pronto ed inciso, ci saremmo dovuti mettere a cercare di sana pianta un nuovo vocalist, facendo passare di conseguenza tanto altro tempo, pertanto, senza assolutamente escludere o interrompere la ricerca di uno nuovo cantante, ho fatto una prova al microfono per vedere cosa potesse venire fuori, per poi decidere insieme di proseguire su questa linea… poi non sta certamente a noi giudicare differenze di stile e quant’altro, e valutare se sia meglio o peggio, il fatto stesso che abbiamo pubblicato l’album lascia intendere che a noi va benissimo così e che ci soddisfa ai fini di quello che volevamo esprimere con questo disco.
La copertina ricorda qualcosa dei primi Napalm Death, molto grindcore e di protesta, così come i vostri testi. Come vi sentite nel death metal di oggi? Ci sono altre band che stimate che portano avanti la vostra stessa ideologia? Essere cresciuti in una regione come la Calabria, assistendo a tante manifestazioni -più o meno tollerate- di potere della criminalità organizzata, vi ha orientati in un certo senso? Il disegno di copertina è di Alessio D’Amico, un’artista siciliano che ha già fatto per noi altri lavori in passato. Questo disegno esprime tutto ciò che l’ album ha in sè, un’esplosione di rabbia sfogo e ribellione rappresentato dagli infiniti particolari che il disegno stesso contiene. L’abilità di Alessio sta anche in questo, basta dirgli per sommi capi cosa hai in mente, fargli leggere qualche testo, e lui ti riproduce esattamente ciò che a te al massimo può passare per la mente… inutile dire che siamo davvero ma davvero ancora una volta soddisfatti della sua opera. In merito all’ influenza del posto in cui viviamo la natura dei nostri testi è stata senza dubbio indotta anche dal contesto che ci sta attorno, ma nelle forme di denuncia ed esternazione, non tanto nei contenuti, perché la feccia che risiede nell’ animo umano non conosce confini e non è concentrata in alcuni luoghi anziché altri, basta sfogliare un quotidiano e dare un’occhiata a qualche notizia di attualità per constatare in maniera lampante che è il mondo intero ad essere marcio… Le tematiche da noi affrontate non ci fanno sentire poi così distanti dal death metal di oggi, non sono poche le band che ancora urlano di ingiustizie sociali, sebbene negli anni siano subentrate nel panorama decine di tendenze e relativi argomenti trattati… non si tratta comunque di un’ideologia, ma di personale sensibilità a temi diversi, le ideologie dividono, la musica non è una battaglia… ,)!
Quali sono i tre album storici che vi hanno cresciuto, insomma, che possono dare un'idea delle coordinte musicali degli Zora? Guarda i primi tre titoli che mi vengono in mente così a colpo secco sono 'The IV crusade' dei Bolt Thrower, 'The Bleeding' dei Cannibal Corpse, e 'Slowly we rot' degli Obituary… adesso non so se siano gli album che hanno dato le coordinate alla nostra musica o altro, ma senz’ altro sono tra gli album che continuano a darmi sempre le stesse ed anche nuove emozioni ogni volta che li ascolto… nel frattempo me ne sono venuti in mente già altri 5…
Ritieni di aver trovato una certa continuità con questa line up o dovremmo aspettare altri sei anni per ascoltare un album degli Zora? Cosa insegna dal punto di vista umano essere in una band metal? Con la line-up attuale si è trovata subito la giusta carica per concretizzare l’uscita del nuovo lavoro, ma aldilà della line-up scriviamo e pubblichiamo quando abbiamo qualcosa da dire, senza scadenza di tempo determinato, pertanto può passare un mese come un anno così come dieci, non importa, l’importante è avere un messaggio da lanciare piuttosto che riempire i 40 minuti di un disco in maniera forzata. In merito a cosa vuol dire umanamente lo stare in una band metal io credo che valga per ogni band di ogni genere l’insegnamento che ti dà, difatti lavorando con altre persone per perseguire un intento unico, dove ognuno è necessario che metta del proprio affinchè venga realizzato, impari a relazionarti, a confrontarti, a sviluppare un’ idea giocando di squadra, a condividere soddisfazioni e batoste.
Credete molto nel potere del web? Pubblicando in streaming gratuito su Youtube l'album vi assicurate potenzialmente una diffusione illimitata e fottete quelli che dopo un giorno al massimo piazzano gli mp3 in download illegale su qualche sito di file sharing, ma poi il disco fisico viene acquistato? Chi compra oggi musica in formato fisico dagli Zora? Oddio, noi non vogliamo fottere nessuno piazzando i nostri album subito in streaming, anzi addirittura ogni volta che qualche sito piazza l’album in free download, anche dopo un giorno dall’ uscita, siamo noi stessi a pubblicizzare quel sito invitando a scaricare l’ album anche da lì… a meno che non lo mettano a pagamento, lì il discorso cambia ovviamente, perché noi non vogliamo di certo guadagnarci, ma nemmeno far guadagnare a spese nostre… Il punto è che noi non facciamo musica per vendere dischi, ma facciamo musica per far girare il messaggio in essa contenuto, quindi più piattaforme ci sono a proporlo e meglio è, non ci dà alcun problema, anzi ci risparmia anche tempo… naturalmente stampiamo anche qualche copia dal momento che avere l’oggetto fisico è comunque tutt altra cosa, anche all‘ascolto, distribuendolo tramite contatto diretto canali online o concerti... chi compra oggi un disco degli Zora è senz’altro chi gli Zora già li conosce, di band ce ne sono tantissime così come di nuove uscite, prestare ascolto a tutto è impossibile e tendenzialmente si presta maggiore attenzione a sound più moderni ed elaborati del nostro.
La fratellanza metallara va bene finché ci si scambia qualche concerto o si riesce ad andare anche oltre, creando una sorta di amicizia... o almeno di tolleranza? In fondo voi gruppi potreste essere considerati tanti concorrenti che si spartiscono il pubblico sempre meno reattivo degli ascoltatori. Sei d'accordo? Ci si "ruba" il pubblico nei concerti metal? Quanto è triste settorializzare gli eventi e ghettizzare i propri ascolti? Paradossalmente le amicizie più sincere e durature le abbiamo strette e le manteniamo con band e persone con le quali non abbiamo mai scambiato date e quant’altro… la sincerità è raro trovarla, ma è facile anche capire le intenzioni di ognuno, e prenderne le distanze o meno. E’ assurdo pensare alle band come tanti minimarket che si spartiscono la spesa di quattro paesani… e ancora più assurdo è che c’è gente che invece di coltivare la propria passione non dorme la notte per pensare a come far saltare il minimarket di fianco.
Lo sai che col passare degli anni si perde la memoria della vecchia Zora e che man mano i vostri ascoltatori non ricollegheranno il gruppo a quella Zora? Ecco, nelle varie arti (musica, cinema, disegno, ecc...) c'è qualcosa di shockante/violento/impressionante come quei vecchi fumetti al giorno d'oggi? Ma noi non abbiamo mai avuto alcun legame con Zora la Vampira, il nostro nome, come abbiamo ampiamente e molto spesso detto negli anni, viene dal pitbull del ragazzo che ci ha disegnato il logo, un cane ferocissimo a causa dei maltrattamenti subiti prima di essere trovato per strada, e proprio per questa sua indole aggressiva e per il motivo di questa sua aggressività abbiamo subito pensato che fosse il nome perfetto per la band...
Attività collaterale che vede coinvolti alcuni di voi è il Calabrian Metal Inferno, rassegna estrema che a fine dicembre ha visto protagonisti tra gli altri Electrocution e Corpsefucking Art. Come vi ponete nell'organizzare concerti di metal estremo in una regione come la Calabria? Rassegnazione, entusiasmo, speranza, rabbia sono sentimenti che avete sperimentato negli anni? Che cosa pensate di aver trasmesso ai gruppi scesi nel profondo Sud e cosa hanno importato in Calabria musicisti che magari non avevano mai suonato così in basso nella cartina geografica? Il Calabrian Metal Inferno è un fest che organizziamo ormai da 11 anni a Catanzaro, ogni 28 dicembre, come appuntamento fisso e con lo scopo di ritrovarci almeno una volta l’anno tutti lì, ascoltatori musicisti o semplici curiosi, per passare una serata insieme divertendoci con spensieratezza ascoltando ottima musica dal vivo… niente rabbia, e soprattutto niente rassegnazione, ma piena consapevolezza del contesto in cui siamo e ben felici proprio per questo di riuscire a radunare un buon numero di persone ogni anno a passare una notte tutti insieme . Una grande soddisfazione è senza dubbio sapere che le band che hanno suonato negli anni al CMI hanno portato sempre un bel ricordo del fest, stringendo sempre rapporti di amicizia tra di loro ed anche con la gente che viene a partecipare, rapporti che non finiscono il giorno dopo del fest, ma che continuano, a riprova del fatto che l’ aria che si respira è quella di una festa spensierata… e ciò lo vediamo anche dai grandi spettacoli che ogni anno le band ci offrono, in più essendo noi stessi musicisti lo sappiamo cosa vuole aspettarsi una band quando va a suonare, e quindi cerchiamo di non far mancare nulla, ci sembra davvero il minimo per i km che i gruppi si fanno per venire fino a qui, ed anche per la buona riuscita del fest mantenendo il suo buon nome e quello della nostra Calabria.
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