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EKPYROSIS

Seguo questa band dagli inizi, praticamente da quando arrivò da recensire il primo demo 'In Pulverem Reverteris'. Sono passati circa due anni e l'impennata di qualità nella musica dei ragazzi lombardi fa capire come l'olio di gomito, in studio e dal vivo, sia sempre la soluzione a tutti i problemi che affliggono i musicisti. Lascio la parola a un espansivo Niccolò Brambilla, chitarrista e cantante, nonché autore principale di quello che si prospetta come uno dei debutti più interessanti del death metal stagione 2017.

- nel frattempo fatevi un bombolone di death metal con i controcazzi -

Ekpyrosis, finalmente un album lungo. Aspettavate da tanto di poterlo pubblicare o pensate che le tappe intermedie (demo e EP) siano state necessarie? Siete veloci nella scrittura dei pezzi? Era da molto che attendevamo il momento di realizzare un full-length, ma siamo decisamente convinti che le tappe intermedie siano state fondamentali. Il primo demo, per quanto discretamente realizzato, è molto acerbo e lascia intuire che non fossimo proprio convinti sulla direzione musicale da prendere. L’EP 'Witness His Death' invece è più omogeneo in termini stilistici, è evidente che si tratti di death metal senza effettive contaminazioni, e benché ritenga abbia una sua varietà, da pezzo a pezzo, anche le coordinate stilistiche sono piuttosto evidenti. Inoltre a livello di composizioni e arrangiamenti il divario è davvero notevole. È così naturale che siamo potuti arrivare all’album di debutto con idee più precise, con più esperienza compositiva, un miglior gusto (almeno spero) e anche più preparazione tecnica, sicuramente. Per il resto, nella stesura dei pezzi siamo abbastanza rapidi, quasi tutti i pezzi di 'Asphyxiating Devotion' sono stati scritti nei 12 mesi antecedenti alle registrazioni, sebbene il lavoro che c’è stato dietro non sia stato proprio banale, tra prove, modifiche, ripensamenti…

Siete migliorati rispetto appunto a 'In Pulverem Reverteris' e 'Witness His Death'? Alcuni brani del nuovo album però già erano noti a chi aveva ascoltato gli Ekpyrosis in precedenza [errore: solo un brano era già uscito, me ne sono accorto troppo tardi, ndFrag]. Ci sono differenze nelle varie versioni delle incisioni o è solo questione di registrazione e produzione diversa? Come musicista non posso giudicare la qualità di quello che suono, però come ascoltatore posso oggettivamente dire che il miglioramento dai precedenti lavori è davvero notevole, e ci è stato ribadito da chiunque ci avesse seguito, nonché dal fatto che l’album stia già ricevendo più consensi e attenzioni dei nostri precedenti lavori, ancora prima di essere pubblicato. Nulla di eclatante, di fatto, si può dire sia stato un percorso di crescita. In realtà l’unico pezzo del full 'Asphyxiating Devotion' a non essere inedito è "Morticians of God", che era appunto presente sull’EP 'Witness His Death'. Ci sono delle leggere modifiche nell’arrangiamento, e in generale le sezioni lente del pezzo sono state rallentate, mentre quelle più veloci sono state accelerate, pienamente nello spirito del disco di alternare più volte sezioni cupe ad altre aggressive. Poi naturalmente le scelte di produzione sono state diverse, come si può sentire confrontandole.

Il sound che avete raggiunto con 'Asphyxiating Devotion' vi rappresenta e vi soddisfa in pieno? Chi è il più critico di voi in questo e chi invece non vede l'ora di uscire dallo studio di registrazione per andare a suonare nei locali? La produzione del disco è uno degli aspetti su cui più ho voluto insistere, e in tal senso non possiamo non citare Carlo del Toxic Basement per aver capito pienamente in che direzione volevamo puntare, e quale sound intendevamo avere su questo disco - lo stesso su cui avevamo lavorato in rehearsal, di pari passo con la composizione dei pezzi. Mi sono da subito figurato un suono grosso e “low-end”, con chitarre valorizzate sulle frequenze medio basse, un basso cafone, e una batteria più presente rispetto al nostro scorso edito, che aveva d’altronde un suono differente (sebbene azzeccato per quella fase del nostro percorso). Questo tipo di sound, vicino in un certo senso alla scuola death metal newyorkese (e americano in generale), credo sia quello che ci rappresenta meglio, essendo quella la linea stilistica che seguono i pezzi. Come principale compositore, è quasi normale che sia stato io il più critico (e rompicoglioni, immagino!), ma ognuno di noi ha mostrato massimo interesse nel fare sì che la propria prestazione in studio fosse la migliore possibile, nulla è stato lasciato al caso ma cionondimeno e le registrazioni sono state piuttosto naturali.

Facciamo una sorta di puzzle: che album storici vi siete ispirati nello scegliere come dovevano suonare i rispettivi strumenti e la voce? Questa domanda farà ridere i miei compagni di gruppo e Carlo dello studio, dato che ho citato fino alla nausea gli Incantation come termine di paragone ed ispirazione in fase di registrazione. Questo perché sono una notevole influenza sul nostro songwriting, in primis, ma non sono certo i soli, e soprattutto perché ritengo 'Onward to Golgotha' come l’album death metal definitivo in termini di sound. Le chitarre hanno un suono enorme, decisamente volevo che anche questo album avesse quel tipo di muro chitarristico (l’affinità con il nostro stile si estende peraltro all’accordatura e ai settaggi che usiamo suonando in sala o dal vivo, peraltro). In generale, se dovessi scegliere gli album storici che abbiano avuto un notevole ascendente su di noi e su questo disco, sarebbero principalmente:

Incantation – Onward to Golgotha, per la contrapposizione tra tempi doom e tempi grind, per il suono delle chitarre, e per lo stile vocale di Pillard che è quello a cui vorrei che il mio gutturale assomigliasse (con il dovuto rispetto e le dovute distanze, sia chiaro!);

Immolation – Dawn of Possession, per i riff, per i cambi di tempo, gli stacchi e in generale per l’approccio compositivo, uno degli album più importanti nel determinare il mio modo di suonare;

Sadistic Intent – Resurrection, soprattutto per i riff, la velocità…

Autopsy – Severed Survival, soprattutto per l’approccio vocale più sporco e grezzo di Marco, che a volte mi ricorda un po’ quello di Reifert;

Deicide – Legion, per il mood, la sensazione…

Il titolo è anche una dichiarazione d'amore verso gli Asphyx? In ogni caso: old school death metal all'ennesima potenza. Domanda da un milione di euro: come si riesce a risultare freschi o interessanti suonando un genere come questo? Pensate di esserci riusciti? Il titolo è riadattato da una strofa della seconda traccia, "Obsessive Christendom". Proponendo questo titolo non ho pensato potesse sembrare un tributo agli Asphyx, quindi non è voluto, ma non posso negare di essere un loro grande fan. Penso che per risultare interessanti suonando questo genere, bisogni innanzitutto trascendere dall’idea che si stia suonando old school, nel senso che deve essere una necessità, non una presa di posizione. Noi non pretendiamo di essere old school, noi suoniamo death metal, che poi per conseguenze del nostro background risulta più simile a quello classico, degli anni ’90 diciamo. È vero che posso elencarti con precisione una serie di dischi da cui innegabilmente abbiamo tratto ispirazione, ed è altrettanto vero che nessuno di noi era ancora nato quando anche il più recente di quelli era stato pubblicato, ma ogni riff e pezzo che scriviamo deriva semplicemente dall’istinto di scrivere musica di questo tipo. Poi certo, quando si suona in un gruppo si deve operare un minimo di scelta musicale e selezionare idee e musica in una direzione che sia quantomeno coesa. Questo vale anche quando ci si approccia al death metal nella maniera classica, od “old school” che dir si voglia, in cui ci si sente sempre dire che tutto quello che c’era da dire è stato detto, e che resta poco o nessuno spazio per la novità. Andare troppo nella direzione esclusivista a volte è controproducente, e si spiegano così le moltissime band che si legano a determinati filoni rinunciando a personalità in cambio di attitudine e know-out. D’altra parte, è un genere rodato, si sa cosa funziona e cosa ci deve essere in un disco. Deve essere incazzato, bisogna badare agli arrangiamenti, ai cambi di tempo, alle linee vocali, ma deve sapere di morte, nessun compromesso! Detto ciò, la personalità sta nel modo in cui uno ricombina gli ingredienti, struttura le parti, gioca le proprie carte. Almeno io la penso così, è lì che si vede il talento.

Il brano iniziale arriva a sette minuti: credete molto in lui, tanto da piazzarlo alla prima posizione della tracklist? Come si scrivono pezzi death metal di quella durata? Insomma, anche gli Incantation -ad esempio- ne hanno fatti diversi. In effetti, "Profound Death" è uno dei pezzi di cui ci riteniamo più soddisfatti, ed è pienamente rappresentativo per il disco, ed è pertanto una buona scelta per aprirlo. È uno degli ultimi che abbiamo composto, e ho riservato per questo alcune delle idee e dei riff che più ero desideroso di portare sul disco. La lunghezza si spiega con il fatto che è un pezzo relativamente vario: l’incipit è uno dei momenti più veloci del disco, ma entro una trentina di secondi sfocia in uno dei momenti più lenti, e il pezzo si struttura tra sezioni di velocità diverse. In generale, si mantiene su tempi piuttosto lenti, il che motiva la durata della canzone. In effetti, come hai detto, è il pezzo in cui si sente di più l’influenza Incantation, non possiamo negarlo.

Quali sono le critiche che vi aspettate, in positivo e in negativo, sull'album? E soprattutto quali sarebbero fondate e quali profondamente ingiuste, secondo voi? Non è facile a dirsi, suppongo dipenderà da ascoltatore ad ascoltatore. Per il momento questi pezzi, sia dal vivo, che nelle recensioni o nei pareri di chi ha già sentito l’album, hanno riscosso opinioni positive, e non possiamo che esserne contenti. Addirittura, ci è già fruttato un accordo per stampa e distribuzione in vinile, come annunceremo a breve! Magari è una mia impressione, ma spesso chi ha avuto modo di sentirci, anche occasionalmente, in questi 3 o 4 anni di attività, ha lasciato intendere un filo di diffidenza nei confronti di un gruppo di ragazzi così giovani, per ovvie questioni di esperienza, capacità e (meno legittimamente) attitudine. In realtà è anche giusto così, perché ci ha veramente spronati a migliorare, e in ogni caso non è mai stato nulla di svilente o limitante, fortunatamente per noi. D’altra parte la stessa nostra “giovinezza” (forse non così tipica in questo genere, come magari lo è per il thrash per esempio) è stata per tanti una motivazione in più per seguirci con attenzione e vederci crescere. Quindi qualunque siano le critiche, questo album dimostra quello che siamo arrivati a fare in questi relativamente pochi anni assieme: saremo felici di accoglierle per il futuro, ma siamo anche fiduciosi che riuscirà a ripagare chi ha creduto in noi (se non addirittura investito, come nel caso delle etichette con cui collaboriamo).

Come si arriva da Monza alla Memento Mori e alla Spagna? Dopo le registrazioni di 'Witness His Death', ho raccolto quanti più nomi e contatti di etichette potessi, semplicemente prendendoli dai dischi che possiedo. Witness His Death è poi uscito per due etichette italiane, in CD per Slaughterhouse Records, con distribuzione FOAD, e in cassetta per Unholy Domain, ma intanto il giro di mail ci è fruttato qualche immediato riscontro per il futuro, e nello specifico Memento Mori ha disposto le migliori condizioni per il nostro album di debutto, per cui abbiamo accettato. Inutile dire che aver avuto alle spalle un’etichetta prima ancora di registrare, anzi di scrivere questo disco, sia stata una bella motivazione, data la sicurezza che ci dava, nonché un non trascurabile aiuto economico e ovviamente promozionale.

Chi si occupa di procurarvi concerti? Beh sta facendo un ottimo lavoro a giudicare dalle ultime apparizioni live con Necrodeath, Schizo, Vulcano, Necrophobic, Sadistic Intent, Pentacle e ad aprile Dead Infection, Obscenity e Avulsed? Cosa state apprendendo da questi nomi più esperti che respirano da una vita il death metal? In realtà la risposta è semplice, nella maggior parte dei casi siamo stati chiamati dagli organizzatori o ho chiesto io stesso se fossero interessati a farci suonare. Sicuramente essere stati molto attivi dal vivo ci ha aiutato tanto, anche in tal senso, nonché per crescere come musicisti. In molti casi è stato bello scoprire che gruppi che ho sempre idolatrato (Sadistic Intent in primis) fossero persone estremamente alla mano, con cui si è rapidamente finiti a parlare di musica, tour e altro... Conoscere delle persone evidentemente appassionate, che spesso hanno per loro iniziativa seguito il nostro concerto e fatto complimenti spontanei, il che ovviamente è sempre un piacere (ricordo in particolare quelli di Pentacle e Ares Kingdom, per me dei riferimenti musicali notevolissimi). Spesso si è avuto anche occasione di bere assieme nel backstage, come coi Vulcano, che non hanno tradito la loro attitudine ovviamente! Poi non sempre è così, alcuni musicisti sono di per sé schivi, o magari pur essendo loro fan non trovi molto da dire o chiedere… Concludo questo amarcord con il ricordo di quando abbiamo suonato coi Funerus e quindi conosciuto McEntee degli Incantation; sembra una cosa da poco, e in effetti lo è, ma a quel tempo, ormai più di due anni fa, eravamo esageratamente galvanizzati!

Sempre a proposito di concerti, ci sono canzoni o porzioni strumentali dei nuovi pezzi che dal vivo risultano particolarmente ostiche da riprodurre o già nella scrittura e nelle registrazioni vi siete orientati alla dimensione live? Non particolarmente! Si può dire che qualcuna risulti più affaticante delle altre, strumentalmente o vocalmente, ma in generale come ho detto il disco alterna momenti di velocità diverse. Non credo che la prestanza dal vivo abbia influito sulla scrittura dei pezzi; sicuramente però non è mai una buona idea comporre musica che vada oltre le proprie capacità esecutive! Poi certo, in sala prove l’intento è quello di rendere l’esecuzione più coesa possibile: credo che nel death metal, specie in questo filone, sia necessario proporre live adrenalinici, anche un po’ grezzi e sfrontati, a discapito di un minimo di precisione esecutiva, ma almeno il timing deve essere il più preciso possibile, o ne va dell’impatto.

Quali nuovi album aspettate con grande trepidazione in questo 2017? Sapete che tanto il vostro come quello degli Immolation potenzialmente è già su qualche piattaforma russa o sudamericana, pronto per il downoad illegale? Rispondendo personalmente, non saprei bene ricordare quali album escano quest’anno, mentre generalmente per le novità tengo sempre sott’occhio il catalogo di quelle etichette che seguo con particolare entusiasmo, come Profound Lore, Dark Descent, Nuclear War Now!, Iron Pegasus, Hell’s Headbangers, Iron Bonehead, F.D.A., Xtreem Music, la stessa Memento Mori, e diverse altre, che si tratti di nuovi dischi, ristampe, demo-compilation… Poi ovviamente quando escono i dischi delle band a cui sono più affezionato, l’ascolto è d’obbligo, ma generalmente trovo più interessanti le novità dalle etichette che ho elencato. Riguardo alla questione del download illegale, ovviamente ne siamo consapevoli. La cosa non mi turba molto, in realtà, dato che il metal estremo vede comunque la schiera di pubblico visceralmente affezionata alla propria musica, ed è difficile trovare un vero appassionato di death metal (o simili) che non abbia a casa una collezione fisica ben assortita. Lo stesso vale ovviamente per me, e così per tutti quelli che già ora hanno pre-ordinato l’album: le vendite su Bandcamp, per citare un riscontro diretto, stanno andando notevolmente bene, soprattutto considerando che solo uno dei nove pezzi del disco è attualmente ascoltabile in streaming! In fin dei conti, non ci possiamo aspettare una risposta di pubblico che vada troppo oltre le proporzioni di una band e di una label essenzialmente underground, nonostante l’intenso lavoro di promozione da parte di Memento Mori, però i supporter fisici non mancano. D’altra parte, integrare agli ascolti fisici anche quelli su internet, per download illegale o per streaming non monetizzato (come spesso è) non la ritengo una vera e propria colpa, a patto di rispettare l’artista e quello che si sta ascoltando - il che significa prestare la giusta attenzione ad ogni album e comprare non appena se ne ha la possibilità, in caso di apprezzamento. Chiudiamo ringraziando per lo spazio dedicato a Ekpyrosis!

'Asphyxiating Devotion' esce il 23 gennaio e può essere ordinato al Bandcamp qui sotto:

https://ekpyrosis.bandcamp.com/album/asphyxiating-devotion

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