U.D.O.
Prima di tutto, ci spiegheresti il titolo del tuo nuovo album, “Mastercutor”? Il titolo viene dalle parole “master executor”, che in principio si riferivano a qualcuno che presenta un gioco televisivo o un reality, e non pensavamo di usare “mastercutor” come titolo. Abbiamo avuto l’idea di questo presentatore che introduceva il pezzo; poi un giorno sono entrato nella stanza di mio figlio, e c’era questa strana faccia giallastra sul pc. Ci è sembrata una buona idea per la copertina, e da lì è partito il tutto. A questo punto abbiamo pensato al “mastercutor”, che come in uno show televisivo introduce l’album, e non più solo il pezzo, ed alla fine del disco chiude la trasmissione. Da qui in poi l’idea si è sviluppata, iniziando a collegare i brani come i giochi della trasmissione, con il “mastercutor” che dirige tutto il disco. Quindi l’idea iniziale è cresciuta, avevamo il titolo, le canzoni, le immagini per il booklet (che sono diverse dall’idea iniziale), ed il nostro filo conduttore che attraversa il tutto. Comunque, abbiamo le immagini, la storia, l’idea per i video; nel video di “The Wrong Side Of Midnight” si può vedere la storia della nascita del “mastercutor”. All’inizio è una persona normale, poi fanno su di lui una serie di esperimenti, gli manipolano il cervello, e si vede la trasformazione nel “mastercutor”, che in fondo è un pazzo, un folle che ha l’idea di cercare un mezzo per “presentare” la sua pazzia. Trova il modo di usare la televisione e diventa un presentatore, e presenta giochi televisivi folli e reality shows folli. Questa è in due parole la storia del video, ma è impossibile da spiegare bene, dovete vederlo perché usa delle strane tecniche nuove… è folle! Siamo abituati a vedere un costante collegamento tra i tuoi album. Ciascuno di essi è in effetti la “prosecuzione” stilistica del precedente, in una specie di evoluzione continua. “Mastercutor” è invece tanto “Mission Number X” quanto “Animal House” quanto “I’m A Rebel”. Come mai una scelta stilistica così complessa? Beh innanzitutto non è una vera scelta, perché quando inizi a scrivere una canzone non sai mai come si svilupperà. Ed allo stesso modo l’album intero: a volte non hai canzoni veloci, a volte non hai ballads, non puoi mai sapere come sarà un “prossimo” album. L’unica cosa che sapevamo quando abbiamo iniziato a scrivere è che volevamo delle canzoni “nuove”, e siamo stati fortunati che abbiamo scritto queste. E secondo me hai ragione, è un disco in cui tutto viene fuori e si unisce, è un mix: c’è “Animal House”, c’è “Timebomb”, “Mission Number X”… E’ un po’ come se fosse tutta la tua esperienza musicale messa tutta insieme. Sì, è proprio così, è l’unione di tutti gli aspetti della mia esperienza musicale. Il campo coperto dalle canzoni è molto vasto: c’è la ballad “Tears Of A Clown”, c’è “Master Of Disaster” che ha componenti Thrash, ma alla fine si unisce tutto, non stride. Il nuovo suono c’è, ma si unisce a quello vecchio e crea un tutt’uno continuo. Sicuramente abbiamo usato arrangiamenti molto diversi tra loro, penso ad esempio a “Master Of Disaster” e “Walker Of The Dark”, e che altro dire… direi che è un disco più duro del precedente, ma non è solo questione dei brani finiti. Le chitarre sono nettamente più dure, ma c’è anche da dire che ogni suono è più pulito di prima, il che mi sembra renda tutto più “fresco”. Ammetto che ero un po’ nervoso riguardo il nuovo album, perché io personalmente sono molto soddisfatto, ma avendo usato suoni diversi ed arrangiamenti diversi non puoi sapere cosa ne penserà la gente. Però la risposta finora è stata decisamente positiva. “The Wrong Side Of Midnight” unisce in maniera particolare atmosfere orientali e Metal nettamente europeo. Che cosa ci puoi dire di questa canzone? Beh è stata una scelta un po’ strana, voglio dire stai lì e vedi testi su Merlino, sugli Egizi, mai ti viene in mente qualcosa che abbia a che fare con l’oriente. Eravamo in fase di lavorazione e la canzone era quasi pronta, solo mancava completamente la tastiera, aveva ancora lo spartito bianco. A un certo punto mi chiama il tastierista e mi dice “guarda, vengo da te a farti sentire alcune idee”. All’inizio rideva, c’erano cose abbastanza divertenti, ma poi abbiamo provato a mettere qualcosa dentro la canzone, ed è uscita così. Sai, molte persone mi chiedono come mi sia venuta l’idea per “Fast As A Shark”: è un po’ la stessa cosa. Eravamo lì a lavorare, c’è venuta un’idea un po’ stramba e l’abbiamo provata. Ne abbiamo provate un po’ e poi, dal nulla, abbiamo detto “ok, la teniamo così”. E alla fine funzionava. Cosa puoi dirci del tuo gruppo? Cosa posso dire degli U.D.O., beh… ora siamo insieme, intendo con questa formazione, da… sì, sono dieci anni. Solo il batterista è cambiato, ma sono tre anni che è successo. Beh ne parlavamo un paio di mesi fa, e più o meno l’idea è quella dei vecchi tempi degli Accept: è un gruppo molto democratico, non è un progetto solista. Quindi ognuno lavora a qualche idea e si vede tutto insieme. C’è un buon feeling, anzi oserei dire che è più una grande famiglia. Quindi che altro posso dire, al momento va tutto bene. Siamo tutti felici, quindi non resta che aspettare e vedere cosa succede in futuro! Hai già programmato qualcosa per il tour? Sì! Si inizia a maggio in Messico il tour, poi si torna in Europa per il tour europeo con un po’ di date nei festival, come l’Earthshaker e molti altri festival europei. Poi si arriva a settembre, ed inizieremo il tour come headliner, quindi con tutta la nostra produzione da ottobre fino a Natale. Questo sarà il tour europeo. Da qualche parte lì in mezzo, verremo in Italia. Non so ancora di preciso quando, ma arriveremo. Dicci qualcosa su “Vendetta”. “Vendetta”… Dunque, l’idea è nata dal film “Gli Intoccabili”, che avevo visto in America; è un film sui gangster, cose in stile Al Capone. Non è che ci sia molto altro da aggiungere, semplicemente l’idea è nata da lì. Ci sarà mai un altro tour con gli Accept? Oh beh, non lo so. Non c’è nulla di programmato al momento, ma questo non vuol dire che nel giro di due o tre anni non si torni sul palco insieme. Questo però sul palco, una reunion per un nuovo studio album sarebbe tutto un altro discorso. Beh, al momento seguite strade musicali completamente differenti. Sì infatti, non sarebbe una cosa fattibile. Ma dal vivo è un’altra storia, le canzoni sono quelle, i fan si divertono, perciò… perché no, se capitasse la possibilità in un momento in cui non sono impegnato con gli U.D.O., sarebbe anche fattibile. Da dove ti è venuta l’idea per una canzone come “Crash Bang Crash”? Quella sì che è una canzone che ricorda il periodo “I’m A Rebel”! Beh è una canzone classicamente rock and roll. Avevamo l’idea di queste parole, crash bang crash, ed è venuta così dal nulla. E’ un pezzo nato in dieci minuti. Davvero! C’è un punto in cui dice “non sono ancora morto”. Beh, significa, nell’ottica del disco ma anche della vita, che siamo sopravvissuti finora, che i giochi (del “mastercutor” o della vita) non ci hanno fatto fuori. Penso che sarà un ottimo brano dal vivo. Molto divertente. Come hai incontrato gli Shakra? Beh fondamentalmente è solo che abbiamo la stessa produzione. Ci eravamo già conosciuti quando abbiamo fatto la promozione di “Mission Number X”, la casa di promozione ha pensato che fosse più semplice organizzare insieme il giro di interviste. Nulla di che, abbiamo entrambi un album pronto, dobbiamo fare la promozione, a qualcuno piace così, ad altri no, ma sono esigenze di produzione. Diciamo che, quando se ne ha il tempo, ci divertiamo insieme! Pensi di incidere un nuovo live album? Faremo un DVD live del “Mastercutor Tour”. I soldi sono già stati stanziati, l’accordo con la casa di produzione c’è, i loro accordi con la compagnia che registrerà il DVD sono a posto; non so ancora quale data registreranno, ma il DVD si farà. Stavolta ne ho la certezza! Il tuo nuovo disco fa uso di tecnologie di registrazione innovative per sottolineare un potente Heavy Metal di matrice classica. Cosa pensi delle moderne tecnologie, su entrambi i fronti: produzione e registrazione, e diffusione e pirateria? Dal punto di vista della registrazione, le moderne tecnologie rendono tutto più semplice: non hai bisogno di essere sempre con tutto il gruppo, puoi sistemare i singoli passaggi senza ripetere tutto il pezzo, gli stessi arrangiamenti sono molto più rapidi da effettuare. Dal punto di vista di Internet e del download, invece, dipende semplicemente dall’uso che se ne fa. Voglio dire, è innegabile che se usi bene tutta la baracca di Internet ci puoi fare dei buoni affari. Non si può dire che non interessi, perché tramite la rete e il download puoi diffondere le notizie molto più in fretta che col vecchio sistema, puoi farti pubblicità, e sono convinto che una compagnia discografica che faccia un uso assennato di Internet possa farci degli ottimi affari. Alla fine, nel mondo della musica Pop l’hanno già fatto, c’è che fa dei buoni affari, chi ne fa di pessimi, chi sfrutta… però nel complesso si è dimostrato che lo stesso download non è così negativo come dicono in tanti. Applicare gli stessi principi, secondo me, sarebbe molto fruttuoso. Ultima domanda: cosa ti aspetti dal tuo nuovo disco? Quali sono le tue aspettative, in termini di impatto col pubblico e cose del genere? Beh a giudicare da ciò che mi è stato detto sinora, agli addetti al settore è piaciuto, almeno alla maggior parte di loro. Credo quindi che piacerà anche ai fan, o almeno lo spero. Non posso certo saperlo già da ora! (risate, n.d.r.) Ok, abbiamo finito. Un saluto per i nostri lettori? Beh ragazzi, non vedo l’ora di vedervi tutti! Sono ansioso di tornare in Spagna. Oh, Gesù! Italia. (risate, n.d.r.) No davvero, non vedo l’ora di tornare in Italia, e spero che faremo almeno un paio di show, non solo Milano. Spero che venga molta gente, e mi sento di promettere che quelli che verranno vedranno un grande show.
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