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SMALL JACKETS

Il rock è per vecchi? Gli Small Jackets ci dicono che non è assolutamente così e che ha ancora molto da dire. Ciao ragazzi, come va? Quattro anni sono passati da 'Cheap Tequila', cosa è successo in questo lasso di tempo? Ciao a tutti! Sono stati quattro anni davvero particolari... diciamo che durante i primi due abbiamo suonato tanto, e sono serviti per capire tante cose, per crescere e per constatare sempre di piu di quanto sia difficile suonare in questo paese se non fai parte della “solita cerchia”. Gli ultimi due li abbiamo spesi a lavorare su noi stessi e la realizzazzione di questo nuovo album. Come si è svolta la creazione di 'IV'? Avete avuto un modo di lavorare diverso rispetto al passato? Ogni volta che rientriamo in sala di registrazione, cerchiamo di non lavorare come la volta prima. Negli ultimi tempi abbiamo allestito un piccolo studio in sala prove, per organizzare al meglio la pre-produzione e per far sì che ognuno trovi la modalità migliore di lavoro. Per questo lavoro abbiamo scelto l'”Atomic studio” di Enri Zavalloni, lo conoscevamo da tempo, un vero alchimista della ripresa e musicista notevole. I suoi consigli si sono rivelati utili anche per la direzione da seguire nella scelta stilistica dell'insieme dei brani. Ascoltando i vostri lavori, riesco a scindere i primi due album da quello che è venuto dopo: come giudicate il vostro "primo periodo"? Ci sono cose che al giorno d'oggi non rifareste? Siete affezionati a quegl album? I primi due album nascono dalla necessità di farci strada, di esprimerci in una maniera diversa da come accadeva con le nostre precedenti band. Quel periodo rispecchiava molto ciò che eravamo, la costante difficoltà di avere una formazione stabile ha messo a dura prova la nostra tenacia, in fin dei conti non abbiamo rimpianti. E intanto vi siete accasati presso la Transubstans Records... Com'è lavorare con loro? Tenevamo la Transubstans Records sott’occhio da tempo, cercando di capire il loro modo di lavorare e quali fossero i loro canali promozionali e distributivi. Siamo solo all’inizio di un rapporto che è iniziato nel migliore dei modi, i ragazzi si sono rivelati da subito molto disponibili, lasciandoci carta bianca, cosa che in campo artistico è tutto o qualcosa di molto simile al tutto. Avete intenzione di rilasciare un singolo da 'IV' con annesso video? Al momento stiamo scrivendo la sceneggiatura di un videoclip, siamo agli inizi quindi non ci sono ancora molti particolari a riguardo. Di cosa parlano i testi di 'IV'? Chi se ne occupa? Per i testi ci siamo avvalsi della preziosa collaborazione di Stefania Panarisi, una nostra amica italocanadese che ha saputo valorizzare al meglio le tematiche care alla band. Un brano, “What We (Feel)”, è stato scritto da Matt (chitarrista). I testi di “IV” parlano di redenzione, riscossa, di raezione nei confronti di una società oppressiva. Ma il messaggio in fin dei conti è positivo, invita l’individuo darsi da fare, ad accogliere la scossa. Che valore ha per voi l'heavy metal? Pur essendo dei rocker, non disdegnate certo parti più pesanti. L’attitudine di questo genere per noi è stata molto formativa. Abbiamo avuto la fortuna di crescere assieme alla vecchia guardia di quel periodo, gli anni ottanta, con persone che amavano sì l’heavy ma senza disdegnare le radici di quella musica, come direbbe il buon vecchio Lemmy. Possiamo ascoltare potenzialmente ogni genere, non è una questione di pesantezza, solo di qualità. Come sono gli Small Jackets dal vivo? Con il nuovo assetto della band a due chitarre soliste i live hanno preso una nuova forma, ora siamo più solidi e aggressivi, abbiamo molti ingredienti in più e un’aspetto decisamente old school. Oltre al vostro scoppiettante disco, ci sono altre uscite che vi hanno impressionati ultimamente (nel bene e nel male)? Qualcosa di interessante rimane solo nel circuito underground, il grande mercato è monotono e preimpostato. Ci meravigliamo spesso nel vedere certi rockers idolatrare dischi e band del momento decisamente mediocri e lontani dal fare musica onesta. Siamo alla conclusione. Un saluto alla redazione e a tutti i lettori, a tutti quelli che ci hanno sempre supportato e a chi fa ancora qualcosa per la musica in questo paese con onestà, senza arrivismo. Ci vediamo ai concerti!

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