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LA MENADE

Quando molteplici influenze sonore si fondono in un tutt'uno per dar vita ad un sensuale (e malinconico) connubio rock, è allora pressoché impossibile non parlare de "La Menade", un interessante progetto tutto al femminile che ha invaso, con sommessa ma tangibile presenza, il mercato discografico del 2005 appena trascorso. Hardsounds ha intervistato per voi Tatiana, voce e frontman del gruppo, che ci ha rivelato molti elementi chiave di una proposta più che mai intrigante... Ciao Tatiana, innazitutto benvenuta su Hardsounds e grazie di avermi concesso questa intervista. Come state tu e le altre ragazze? E' iniziato bene per voi questo 2006? Ciao a te e a tutti i lettori! Noi stiamo bene, ti ringrazio e direi che sì, l’anno è iniziato alla grande, con l’uscita del Cd nei negozi e moltissime richieste ancora da soddisfare... C’è da dire che, come tutti i gruppi “emergenti”, abbiamo incontrato un po’ di difficoltà a livello di distribuzione, ma sembra che presto saranno superate e che riusciremo a far arrivare “Conflitti e Sogni” dove ancora non è reperibile. Per il resto, inizierà una fase molto intensa di concerti per la promozione dell’Ep e speriamo di portare la nostra musica ovunque sia possibile. Partiamo discutendo un po' del vostro EP di esordio "Conflitti e sogni". Personalmente l'ho trovato un lavoro molto maturo e profondo, capace di miscelare diverse influenze in un'unica e particolare amalgama: volete parlami un po' degli inizi del progetto La Menade, oltre che dell'idea di fondo che si cela dietro al cd stesso? Volentieri. La Menade nasce nell’ottobre del 2000 da un’idea mia (Tatiana, voce e chitarra) e di Tanya (tastiere), e dal nostro fortunato incontro con Lucia (batteria) e sua sorella Cristina (basso). Da subito, è stato evidente un fortissimo feeling ed è proprio attraverso questo che siamo riuscite, negli anni, a “sopravvivere” alle continue provocazioni esterne che ci si sono presentate vuoi sottoforma di pregiudizi, o di incomprensioni o ancora di veri e propri attacchi da cui abbiamo dovuto imparare a difenderci. L’essenza fondamentale de La Menade, e di riflesso, del cd che stiamo presentando, è la libertà: libertà emotiva, d’espressione, di essere, di vivere e di pensare; le sensazioni di rabbia e di speranza, opposte e conflittuali, che animano il nostro modo di affrontare la nostra vita e i nostri sogni; l’essenza duale e complessa di ogni donna (ma anche, direi, di ogni essere umano) che si trova solo al cospetto della società, nei cui confronti nutre aspettative e subisce delusioni. La Menade rappresenta la sensibilità femminile, ma anche la sua forza e la grande capacità di resistere e di sacrificarsi; la grinta, l’aggressività e, al tempo stesso, la dolcezza e la sensazione di inerme impotenza dinanzi agli istinti e alla passione irrefrenabili; è eleganza, ricercatezza e, insieme, semplicità e immediatezza. Questo è un po’ lo stesso concetto che si cela in “Conflitti e Sogni”: è un lavoro in cui abbiamo voluto trasporre esattamente i vari aspetti della nostra musicalità, spesso conflittuali e antitetici, frutto delle diverse prospettive in cui ciascuna di noi vive e interpreta la musica. E’ una fotografia di ciò che siamo adesso e un primo passo verso quello che saremo. Esprime la contrapposizione e il dualismo insiti tanto nella nostra storia musicale di gruppo quanto nelle esperienze di vita come esseri umani. “Conflitti e Sogni” rappresentano due facce di un’unica esistenza: la disfatta e la ricerca di una speranza, l’attualità incombente e la voglia di evasione, se non altro, con la mente. “Conflitti e Sogni” sono quelli che viviamo ogni giorno con noi stessi o nei rapporti con gli altri. L’idea di questo contrasto è alla base del concetto dell’album e si rinviene dietro e dentro ogni traccia: sia che appaia come un’inquietudine interiore (“Inquietudine”), sia che si manifesti come rabbia nei confronti della società (“H174 517”) o come un impeto di ribellione verso l’incomprensione (“La Differenza”- “Strane Idee”), sia che prenda la forma di un ricordo difficile con cui convivere (“Sei per me”), sia che venga racchiuso tra le note di una fuga virtuale e solo sognata (“Wheeling”). Dal punto di vista più prettamente musicale, “Conflitti e Sogni” è la sintesi di ciò che siamo oggi, un compromesso tra l’anima ruvida della Menade e la sua più dolce musicalità. A tracce più accattivanti e aggressive, come “Inquietudine”, “La Differenza” o “H174 517”, si affiancano “Strane Idee” con la sua melodia o la struggente “Sei per me”, la ballad dell’Ep, e lo strumentale “Wheeling”, riarrangiato per l’occasione. E’ un Ep in cui c’è La Menade di oggi, sicuramente, nelle sue varie sfumature e, ancora, l’inizio di un’evoluzione. Nella mia recensione vi ho definite come un gruppo di hard-rock moderno con tangibili influenze dark... voi come vi definireste? Difficile che riesca ad apprezzare una definizione e, tantomeno, a fornirne io stessa una! Mi rendo conto che individuare un filone musicale di riferimento è spesso più importante per voi critici, che non per noi.... In fondo, si tratta di trasporre emozioni e il fatto di catalogarle equivale, più o meno, a cercare di dare un nome a qualcosa che neanche tu conosci... Credo comunque che individuarci come gruppo hard rock sia piuttosto riduttivo e semplicistico, se non altro perchè accanto ad un amore spassionato per la potenza, per i suoni forti e le ritmiche aggressive, si cela una tendenza melodica ed evocativa piuttosto radicata, propria delle nostre composizioni, residuo certo di influenze diverse, tra le quali, perché no, anche un po’ di sano dark o gothic (che danno alla nostra musica quella venatura un po’ cupa che emerge spesso...), ma non solo. Forse, proprio le molteplici influenze donano alla nostra musica quel tocco di imprevedibilità che rende difficile un’etichettatura definitiva e rigida, e, in fondo, credo sia un bene e un potenziale punto di forza da imparare a sfruttare ancora meglio. C'è una canzone di "Conflitti e sogni" a cui siete particolarmente legate per qualche motivo? Posso risponderti che, per quanto mi riguarda, è senza dubbio “Sei per me”, canzone nata per esorcizzare una forte perdita nella mia vita e attraverso cui, ogni volta, riesco a compiere una sorta di catarsi che mi consente di non sprofondare nella tristezza. Rappresenta un affetto profondo, mai sopito e costantemente ricercato. Esiste un sentimento predominante che vi accompagna durante il songwriting dei vostri brani? Non ci sono sentimenti dominanti. Solitamente, la fase compositiva è molto libera e imprevedibile e qualsiasi fatto o sentimento può diventare l’oggetto di un brano: è una questione di ispirazione (se vuoi), e come tale, arriva all’improvviso nelle forme più diverse. Diciamo che il più delle volte, alla base dei nostri testi si rinvengono sentimenti molto comuni, quali rabbia, amore, impotenza, attraverso cui esprimiamo quello che ci succede o che vediamo accadere intorno a noi. Come mai la decisione di formare una rock band totalmente al femminile? Semplice ribellione nei confronti di un mondo (quello della musica rock) solitamente contraddistinto da una diffusa presenza maschile o qualcosa di più? Non è stata una decisione nel vero senso della parola. Piuttosto, è stata la conseguenza di una serie di fortunati eventi che ci hanno portato ad imbatterci nelle persone giuste per noi, per creare quell’amalgama di cui tu parlavi. Ritengo che la cosa fondamentale in un gruppo sia la comprensione e la condivisione: il fatto di essere diventate soprattutto amiche ci ha aiutato a comprenderci e a rispettarci anche sul lavoro. Essere circondati da persone che ti conoscono ti aiuta ad essere te stessa e il non doversi nascondere o fingersi diversi da ciò che si è, è essenziale per lavorare in sintonia. Negli anni, abbiamo tirato su una specie di “famiglia allargata” nella quale può succedere di tutto, ma, alla base, c’è l’affetto per chi ne fa parte e l’amore per la musica. Non pensiamo a ribellarci ad uno stato di fatti che si trascina da anni. Non vogliamo essere la rarità in un mondo dominato dagli uomini. Vogliamo esprimere le nostre emozioni attraverso la nostra musica e comunicare con gli altri. Se poi, la presenza nostra e di tanti altri gruppi composti da musiciste, riuscirà a dare la spinta per l’emersione di nuovi talenti, donne, siamo felici di poter contribuire a creare i presupposti perché ciò accada. Ci sono gruppi o artisti da cui traete parte della vostra ispirazione per scrivere musica? Ce ne sono troppi che ci piacciono, ma se mi parli di ispirazione per scrivere musica, è diverso. Proprio perché abbiamo gusti musicali molto diversi, ciascuna porta nel songwriting un pezzo di sè ed è quindi difficile individuare l’esatta fonte iniziale di riferimento. Non essendo ancorate ad un genere in particolare, un riff o un ritmo o una melodia possono diventare tutt’altro rispetto all’idea originale. Il momento compositivo è talmente guidato dall’emozione che se influenze ci sono, lavorano più che altro a livello inconscio, e sono difficilmente individuabili. Comunque, se vuoi sapere che musica ascoltiamo posso dirti che si va da un amore comune per il grande rock degli anni ’70, all’interno del quale, ognuna ha i suoi miti di riferimento (vuoi Led Zeppelin, o Deep Purple, Jethro Tull, King Crimson...), e per i Metallica, a gusti più personali come la musica classica (tra tutti Mozart, Chopin, Bach e Listz) e l’elettronica (Chemical Brothers, Prodigy, Aphex Twin) per Tanya, fusion, Pastorius e Weather Report per Cristina, cantatutori italiani di protesta (su tutti, De Andrè) per Lucia e System of a Down, Tool, Mars Volta, ma anche Guns n’Roses, Velvet Revolver per me... Cosa mi dite di Luca Lucini, il regista che si è occupato della direzione del vostro video "Strane Idee"? Come e dove è nato il vostro rapporto professionale con lui? La collaborazione con Luca è nata piuttosto fortunosamente e casualmente: aveva appena finito di girare "Tre metri sopra il cielo". Anche la colonna sonora era quasi pronta. Restava "scoperta" solo una scena del film: era una gara di motociclette che aveva bisogno di un commento diverso dal resto della musica scelta per il film, qualcosa di più duro e aspro. Luca ci ha sentito per caso su Radio Rock e ha pensato che fossimo il gruppo giusto per lui. Una situazione insolita, effettivamente, e incredibilmente stimolante. E’ stato un momento in cui ci siamo messe alla prova cimentandoci in qualcosa che non avevamo mai fatto e abbiamo così scoperto una fortissima passione per questo tipo di lavoro. Luca è un ragazzo talentuoso, oltre che molto gentile, come tutta la troupe con cui abbiamo avuto la fortuna di girare il video di “Strane Idee”: io credo fermamente che la vera professionalità e il valore di un artista vadano di pari passo con l’umiltà e la modestia, e ritengo che Luca (e tutti gli altri), con i suoi modi gentili, ci abbia insegnato e dato davvero tanto. E' tutto ragazze. Grazie per la vostra disponibilità, vi lascio lo spazio per concludere questa intervista come meglio credete. Io ringrazio tutti voi per l’ospitalità e vi aspetto ai prossimi concerti!

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