ALMOST DONE FOR
Ciao ragazzi, presentate la band ai lettori di Hardsounds.it per iniziare. Ciao a tutti siamo gli Almost Done For, iniziamo subito ringraziando la redazione di HS e salutando tutti i lettori e gli amici che ci seguono. La band è nata nel febbraio 2008 ed è composta da cinque elementi, rispettando la classica formazione rock con batteria (Sergio), basso (Andrea), due chitarre (Stefano e Andrea) e voce (Danilo). Il 23 agosto è uscito il nostro primo lavoro discografico auto-prodotto intitolato Waiting For The Heroes e contenente sei brani inediti. Come nasce questo EP? L'impressione all'ascolto è di una grande immediatezza e voglia di comunicare Dopo aver passato un paio d’anni a suonare cover nei locali, complice un affiatamento in continua crescita, abbiamo sentito la necessità di suonare qualcosa di nostro. I primi due brani inediti sono entrati a far parte di una compilation rock di band sarde; da quel momento abbiamo preso seriamente in considerazione l’idea di iniziare a lavorare su materiale originale. Nell’anno successivo abbiamo scritto circa sette brani, decidendo poi di inserirne cinque nel disco, pensando che fossero quelli più adatti a rappresentare le varie sfaccettature del nostro sound. Diciamo quindi che i brani presenti nel disco rappresentano perfettamente il nostro primo periodo come band che aspira a trovare la sua dimensione musicale. C’è tanto rock, groove, melodia, energia e tanta voglia di metterci in gioco mettendo alla prova le nostre capacità compositive. Quali i temi trattati nei testi? Chi sono gli eroi che aspettate? È un po’ difficile racchiudere tutti i temi in un solo concetto perché sono tanti e a volte multipli o con doppie chiavi di lettura. Alcuni testi sono scritti in maniera molto libera e si prestano a varie interpretazioni a seconda dell’ascoltatore, riprendendo un modo di lavorare del vecchio Freddie (Mercury), il quale non dava grosse delucidazioni in merito ai suoi testi più "vaghi" perché pensava che in questo modo l’ascoltatore li avrebbe interpretati a modo suo interiorizzando il brano. Non volendoci però focalizzare solo su testi introspettivi abbiamo optato per scrivere brani come Shards, ricco di riferimenti filosofici e citazioni letterarie impalpabili, mentre altri come IX invece più diretto e scanzonato. "Social Vaseline" è il brano in cui compare la frase che da il titolo al disco, Waiting For The Heroes appunto. Il testo racconta di un bambino che cresce fino a diventare adulto e poi vecchio, con dei valori prima puri che nel tempo vengono delusi e corrotti da una società opprimente in cui ciò che fa di te un uomo sono soldi , ceto sociale e realizzazione personale ad ogni costo; la televisione è il predicatore che inculca tale modo di vivere facendolo passare per l’unico possibile. La frase ”aspettando gli eroi”(che vengano a salvare la situazione), assume più significati se decontestualizzata e rappresenta una cosa diversa per ognuno di noi, ma attenendoci al significato intrinseco del testo essa descrive il sogno un pò ingenuo di un bambino che spera di essere salvato. Questo sogno diventa illusione nell’età adulta, poiché, invece di prendere attivamente in mano la situazione si resta in attesa di qualcuno che risolva i propri problemi. Se vogliamo è un’allegoria della società moderna nella quale sembra esserci la necessità del ”professore” che insegni come vivere. Ci sono inoltre dei velati rimandi al concetto dell’oltre-uomo Nietzchiano. Seguono un po’ tale filone di pensiero "Curtain Falls" e "Shards": la prima fa dell'ironia su chi si mette addosso una maschera metaforica per apparire chi o cosa non è in realtà, recitando lo stereotipo dell’uomo e della donna perfetti nel teatro della vita. Tali persone sono facilmente riconoscibili poiché quando camminano, come scrive William Blake citato nel testo: “si sente il clangore delle catene forgiate per la mente”. "Shards" parla delle infinite possibilità offerte dalla vita, rappresentate dai frammenti in cui si può scomporre uno specchio. Tra queste, quella esplicitata nel testo è la musica stessa, che per riallacciarci al discorso precedente rappresenta per noi la realizzazione personale, la purezza e libertà, senza compromessi o modi di vivere insegnati da libri o presunti profeti, dato che "ci sono già troppi ciechi che fanno la fila"! Anch'esso ha dei riferimenti filosofici ma volutamente vaghi, non costituendo binari semantici forzati per favorire l'interiorizzazione di cui sopra. "IX" e "Golden Bullet" si distaccano da questi temi e si prestano ad interpretazione più immediate. La prima cosa che si nota ascoltandovi è che non c'è mai una direzione precisa e i pezzi sono frammenti di libertà compositiva. Avete avuto difficoltà a mettere insieme ogni parte di 'Waiting For The Heroes'? Ci fa piacere che questa nostra caratteristica venga notata da chi ci ascolta perché per noi è stato fondamentale sin da subito cercare di costruire (e scoprire) un sound non troppo chiuso nei soliti clichè dell’hard rock, che è stato per certi versi il “genere musicale” di partenza quando abbiamo iniziato a suonare insieme. Negli ultimi due anni abbiamo cercato di lavorare in modo da dare ad ogni brano una sua personalità ben riconoscibile, cercando di adottare soluzioni sempre diverse negli arrangiamenti, nei suoni, nella presenza di strumenti aggiuntivi. In realtà questa è un’arma a doppio taglio perché se esageri, da una parte rischi di avere un’accozzaglia di brani tutti diversissimi tra loro che potrebbero non dare il giusto senso di “band” e dall’altra, il rischio di fare brani tutti uguali che a stento non si distinguono uno dall’altro. In questo disco abbiamo cercato di coniugare i diversi elementi che riteniamo costituiscano il nostro sound, inserendo brani dalle diverse sfaccettature: atmosfere positive e altre più riflessive, alcuni con strutture complesse e altri più immediati. Questo lungo processo che è durato dalla stesura iniziale dei brani all’uscita del disco è stato complesso in quanto tutti e cinque abbiamo gusti musicali abbastanza differenti, e risulta spesso difficile arrivare alla soluzione che mette tutti d’accordo. D’altra parte forse è proprio questa nostra diversità a consentirci di costruire brani, come dicevamo prima, abbastanza vari e facenti riferimento a influenze diverse. Se questo, come dici tu, è così evidente allora significa che siamo riusciti nel nostro intento. Quando avete capito che era il momento di fare sul serio e registrare questi pezzi? Sembra poco, ma registrare in modo così professionale per una band emergente è un grande traguardo. Il tutto ci ha impegnato quasi un anno tra registrazione, missaggio, mastering, ecc… certo, non lavorando tutti i giorni, ma quasi. È stato veramente un parto, una sfida che tra alti e bassi abbiamo superato e ora siamo soddisfatti del nostro lavoro. Poco prima che uscisse il disco pensavamo che avendolo visto nascere e sentito tutti i santi giorni mentre si sviluppava in studio non lo avremo ascoltato a casa o in macchina. E invece lo ascoltiamo spessissimo, in certi periodi anche tutti i giorni. Quindi vuol dire che il risultato è stato per noi soddisfacente… Se uno non ci passa personalmente non può minimamente immaginare cosa ci sia dietro un disco: la cosa è lunga e piena di difficoltà, imprevisti, oltre ai costi monetari che sono abbastanza consistenti. Ma la soddisfazione che si prova una volta che arrivano le copie stampate è impagabile: è il tuo lavoro, la tua creatura che ha preso vita, è una sensazione stupenda. Per questo approfittiamo dell’occasione per salutare e ringraziare le persone che ci hanno aiutato in questo lavoro e in particolare Daniele Ferroni, il fonico, che è stato in grado di tirare fuori dalla band qualcosa che non sapevamo nemmeno noi di possedere. Che ci dite della scena musicale sarda? Ci sono parecchie band degne di nota, soprattutto nel rock più crossover. Assolutamente sì! in questi anni abbiamo avuto la fortuna di conoscere tantissime band, soprattutto grazie ai vari contest a cui abbiamo partecipato. Inoltre nella nostra città c’è una bella scena con tante altre band che come noi stanno producendo i propri dischi e intraprendendo la loro strada artistica; probabilmente conoscete gli Arhythmia, una band che sta lavorando sodo e facendo parlare di se (salutiamo Matteo, Riccardo, Luca, Michele e Raphael). Un bel fermento musicale insomma. Ad esempio proprio da poco abbiamo condiviso un’altra serata insieme ai Tortuga, nostri grandi amici. Quindi colgo l’occasione per salutarli e consigliarli a tutti i lettori. In ambito crossover, nell'accezione più pura del termine se così si può dire, ti cito anche i Dealma, un’altra grande band che quest’anno ha pubblicato un disco davvero valido. I vostri miti, quelli a cui vi siete ispirati per registrare il disco, sono più quelli del passato oppure ancora oggi c'è qualcuno che vi esalta? Come dicevamo prima abbiamo gusti musicali spesso molto differenti all’interno della band. Si passa dall’hard rock anni ottanta all’acid jazz, dal reggae al trash metal, dai Queen agli Alice in Chains, ecc… la lista è veramente lunga. In ogni caso non ci piace fissarci troppo con le vecchie glorie del passato dato che la musica è in continua evoluzione e come è ovvio ci sono band valide oggi come c’erano in passato, e questo dovrebbe essere scontato per chi suona in una band che desidera formare un sound proprio e originale. Tutta questa nostalgia diffusa nei confronti dei ruggenti anni settanta è comprensibile perchè erano anni in cui la produzione musicale era al massimo, ma bisogna guardare anche e soprattutto al futuro se si vuole dire qualcosa di originale in termini musicali. Come vi vedete tra cinque anni? Vogliamo sentire ancora parlare molto di voi. Avete già pianificato qualcosa per il futuro? Beh, per non vendere la pelle dell’orso prima di averlo catturato, ti possiamo dire che per il momento l’unica cosa “concreta” è che stiamo lavorando su nuovi brani e alcuni di essi li stiamo già suonando dal vivo. Stiamo cercando di ampliare il nostro spettro di influenze ed esplorare territori per noi ancora vergini, oltre a espandere e sviluppare alcuni concetti musicali maturati in questi anni. Ultimamente stiamo iniziando anche a inserire più prepotentemente le tastiere e altre sonorità al nostro già assodato set, sempre per cercare di sperimentare qualcosa di nuovo per noi. Abbiamo davvero molto materiale in cantiere e quindi lo stiamo pian piano prendendo in mano ed elaborando, sperando di avere la possibilità di continuare a divertirci e far arrivare la nostra musica a chi ha voglia di sentirla. Non ci resta che ringraziarvi per lo spazio concesso e ricordare a tutti i lettori che per qualunque cosa possono contattarci sulla nostra pagina facebook: www.facebook.com/Almostdonefor Un saluto dagli Almost Done For ! A presto !
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