INFERNAL POETRY
Ciao Daniele! Allora, come vanno le articolazioni? Passato tutto, ora? Ha compromesso abbastanza le ultime date, o è stata una particolare variante al tutto? Ciao Davide, diciamo che la prima delle 3 date del minitour di fine agosto col ditone fratturato è stata un calvario, la seconda e la terza un po' meglio...ma credo proprio che si vedesse l'impedimento, sembrava che me la fossi fatta nelle mutande! Ovviamente, il nuovo disco non poteva essere che un rimescolare nuovamente le carte in tavola. A mio avviso la miscela è riuscitissima, perché rappresenta la VOSTRA visione di metal estremo. Cosa potete dire ai detrattori, ai conservatori, e tutto coloro che fanno di tutto per ostacolare o quantomeno peggiorare la situazione, invece di spingere …anche il metal tricolore, se vogliamo generalizzare?La situazione non è delle migliori, o come la vedi? (Alessandro) Mi piace che tu abbia usato il termine “rimescolare”. Altri, all’epoca dell’EP Nervous (System Checking, hanno pensato che volessimo proprio cambiar gioco con altre carte. In realtà è proprio come dici tu, abbiamo voluto rimescolare il mazzo e scoprire che con gli stessi mezzi era possibile forgiare sequenze musicali inedite. Lo stupore nel vedere sempre cambiare le cose è ci tiene vivi e svegli. C’è gente invece che ama dormire in un oblio confortante, che non ama rimescolare il mazzo di carte. Come disse H. P. Lovecraft: “La paura più grande per l’uomo è quella dell’ignoto”. (Daniele) Ormai lo ripeto ovunque: il pubblico fa solo finta di volere essere sorpreso, in realtà vuole sempre le stesse rassicuranti cose. Ci sono miliardi di clone band che sapranno venire incontro a questa esigenza, quindi il pubblico non ha motivo di preoccuparsi. Il nuovo disco per me sembra quasi aver detto una cosa, che già in NOT LIGHT era palese, e mi riferisco al vostro songwriting tecnico-nervoso, che cancella ogni sorta di etichetta musicale. Certamente un toccasana, visto che mai quanto in questi ultimi periodi, la gente non vuole altro che catalogare in modo maniacale. Quanto è importante per voi, dare uno schiaffo ai tipici canoni della musica, estrema e non, e in che modo lo fa NERVOUS rispetto alle precedenti esperienze in studio? (Alessandro) É fondamentale per noi avere un personale approccio alla musica “estrema”. Ciò non vuol dire però cercare forzatamente di risultare “originali” (termine più adatto alla moda che ad una forma artistica d’espressione). Quello che emaniamo è genuinamente il risultato delle nostre esperienze musicali, del confronto di idee spesso in contrasto, della volontà come musicisti e come persone di spingersi sempre un po’ più in là ogni volta, di spostare in alto l’asticella ogni volta che la si supera. Sono in molti che campano sulla rendita di formule redditizie, senza mai mettersi in gioco e avere quantomeno la curiosità di provare a giocare con la propria musicalità. E lo fanno o perché non hanno in effetti la capacità per farlo o perché sono dei bugiardi e pensano unicamente ad un tornaconto economico. Vorremo con questo disco dimostrare che si possono fare un sacco di cose nuove in ambito heavy, senza per forza attingere dai cliché. (Daniele) Beh, io aggiungerei che non c'è niente di male a riproporre e perfezionare la stessa formula, semplicemente a noi non interessa. Tra le altre cose, avendo sempre label minuscole non abbiamo pressioni di alcun tipo, quindi facciamo veramente come ci pare nella massima libertà. Come sono andate le ultime date fatte di supporto al disco? Che brani avete portato in giro? (Alessandro) La scaletta pesca più o meno da ogni release. E’ bello constatare che le nuove canzoni, pur non essendo ancora conosciute, risultino avere un’ottima presa sull’audience, grazie al groove e ai ritornelli. Ciò dimostra che non siamo affatto cervellotici come qualcuno in sede di recensione ci ha definiti. Anzi, siamo molto più accessibili che in passato. (Daniele) Sì, confermo. Portiamo dal vivo gran parte di Nervous System Failure senza dimenticare episodi significativi di Beholding the Unpure e del debut. Sarebbe un peccato mortale lasciare cadere certe canzoni nel dimenticatoio solo perché è passato qualche anno. Mettiamo caso che ti dica che per me il disco è bello, un capolavoro: se non fosse per le inutili strumentali. Cosa risponderesti? Quali sono i tuoi 3 brani preferiti di NERVOUS e i 5 in assoluto della discografia IP? (Alessandro) É già capitato che qualcuno mal digerisse quei 3 strumentali e francamente mi chiedo il perché... possibile che l'ascoltatore medio metal (e non, beninteso) sia così restio nel prevedere e accettare una componente sperimentale in un disco simile, per altro non fine a sé stessa ma piegata allo scopo di rendere più fluido l'ascolto impegnativo di un disco del genere? Ti dirò che in passato andavo proprio ad esplorare in mezzo ai vinili di mio padre proprio quelle tracce che solitamente lui snobbava e saltava. Mi incuriosiva ed affascinava il fatto che in un disco ci potessero essere degli interludi atipici. Ci sono dei brani dei Beatles, che solo i cultori conosceranno (tipo Revolution 9, Flying, Only A Northern Song, Wild Honey Pie, ecc..), bollati come cagate e che invece hanno un loro peso all'interno del platter organico di un disco. I brani preferiti dell’intera discografia sono tutti gli strumentali… ha ha ha!!! (Daniele) I brani strumentali sono quasi sempre (se non sempre) farina del mio sacco...ma non mi offenderei se qualcuno dicesse che rovinano il disco, semplicemente direi: saltali e non rompere i coglioni! A parte gli scherzi, credo diano invece quel tocco in più al platter...una sorta di liquido organico che tiene in vita la malata creatura. Ogni volta che componete un brano, c’è sempre quel tipico trademark che permette di far entrare nella testa la melodia o quant’altro, che sia un brano tirato o più thrashy (They Dance In Circles). Quali sono le principali differenze di approccio per quanto riguarda la stesura delle canzoni, dal debut ad oggi? Cos’è cambiato in casa Infernal Poetry? (Alessandro) Quando sei giovane e ti confronti con la stesura delle tue prime composizioni è normale avere poca disciplina; vorresti iniettare in un pezzo tutti i dischi che hai comprato e che hai divorato. Cambi di tempo a-go a-go, tremila assoli, pezzi lunghi 6 minuti. Quello che è cambiato oggi è che la stessa urgenza di dire certe cose è stata addomesticata in una forma più organica e più efficace. In sostanza ciò che è veramente cambiato siamo noi come persone, il resto è venuto da sé. [Daniele] Meno pippe e più sostanza per come la vedo io. Solo cose che servono a raggiungere lo scopo, che in questo caso era creare ansia e stress semi-permanente nell'ascoltatore. Daniele, quali sono le tue principali influenze, oltre a Jason Becker immagino, per quanto riguarda soprattutto il tuo lato più schizzato, appunto? Annihilator, Queens of the Stone Age, Mars Volta, Queen. Sarebbe anche molto “cool” annoverare Frank Zappa visto che continuamente mi dicono “si sente che lo ascolti” ma io ignoro la sua discografia (somaro che non sono altro) come ignoro completamente la scena math-core a cui eppure qualcuno ci accosta. Le mie influenze storiche invece sono quelle di tutti: Slayer, Carcass, Death, Dark Tranquillity, Suffocation, Cannibal Corpse. Ma non ascolto più questi gruppi da tantissimo tempo. Il testo autobiografico della fulminata “Drive-Gig Drive Gig”, è geniale: com'è natoe cosa rappresenta il break della prova delle parti della batteria? (Alessandro) Questo pezzo - come spesso accade - attinge dal vissuto. Paolo ha lavorato come tour manager per una tourné di Tony Martin il quale, provato dalla vita on the road alla fina sbotta: "Basta non ce la faccio più. Guida-suona-guida-suona!!!" Abbiamo quindi voluto offrire uno spaccato su ciò che accade quando si gira in furgone a suonare per l'Italia e l'Europa: carico del furgone, viaggio, soste (con relative amenità intestinali), arrivo al locale, scaricamento dell'attrezzatura, soundcheck - ecco spiegato il check della batteria nel brano -, after show, ricarico, nanna e ripartenza... (Daniele) Paolo mi arriva e mi fa: “Che casino con Tony Martin! Fammi un riff su questa cadenza...”. Fatto. Da lì ho scritto anche il riff finale, che a sua volta mi ha ispirato le parole conclusive. Quindi il percorso circolare (per noi inedito) è stato: linea vocale 1 - musica 1 - musica 2 - linea vocale 2. Gli Infernal Poetry del 2009 quindi hanno abbandonato IN PARTE il death metal puro dei precedenti dischi, a favore di una formula che … ibrida vari generi: punto! Ora una curiosità: come vedi la band nel prossimo disco, dovessi azzardare qualcosa, anche buttata così, al momento? (Alessandro) Stiamo già mettendo le mani su nuovo materiale ma ancora è presto per dire in quale direzione poi verrà convogliato. La pre-produzione di un disco degli Infernal Poetry non è mai veritiera, il processo è molto più complesso e il lavoro in studio è una parte fondamentale della ri-lettura e ri-scrittura di un brano. E’ difficile perciò prevedere su quali strade potremmo avventurarci, troppo presto per dirlo… (Daniele) Sì, più o meno è così. Ora che siete sotto la CASKET/COPRO, come vanno le cose? (Alessandro) Vanno come sono sempre andate con la differenza che adesso abbiamo una distribuzione più efficace. Il resto è ciò che una band underground italiana può aspettarsi, cioè poco! (Daniele) Il solito: cioè il minimo sindacale. Bene, siamo in chiusura: vai a ruota libera se vuoi… (Alessandro) Grazie per il vostro supporto e una sola raccomandazione: sentitevi Nervous System Failure, interamente in streaming a questo indirizzo. Ma se volete aggiungere all'esperienza auditiva anche quella visiva, comprate ai nostri concerti a 10 € (che sono niente) o scrivendo a [email protected]... Ciao a tutti! (Daniele) Ma che banalità! Suggerisco questo: sbattezzatevi anche voi, tutti. Togliete potere politico allo stato totalitario a cui vi hanno iscritto alla nascita! [Eh?!? Hahahhahaha...]
Commenti