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MALFEITOR

Ciao Fab! Ci siamo già “incontrati” ai tempi dell’uscita di “Generator” degli Aborym, ricordi? Ai tempi, concludendo l’intervista, dicesti che tra i tuoi ascolti preferiti, vi erano “riff sparsi di Malfeitor, il mio side project Black Metal”. Ad oggi, ovviamente, il tuo non è più un side ma una band vera e propria. Oltre a questo, c’è altro da sapere su Malfeitor? Fabban: Si certo, mi ricordo...come te la passi, grande? No, Malfeitor, come ho detto più e più volte non è un mio side-project ma una band vera e propria. Non saprei cos'altro dirti.. se non che siamo tutti estremamente coinvolti in questo combo, nonché fieri e soddisfatti del nostro secondo disco, partorito in un periodo veramente complicato, sia in quelle che sono le dinamiche della band che nella nostra vita privata. Sono passati due anni tra il debutto e “Incubus”, ma la band ha subito la prima scossa in formazione. Puoi spiegarci meglio i vari movimenti, chi è andato via, perché, e presentarci i Malfeitor di oggi? Fabban: Oltre a me ci sono Hell:IO:Kabbalus e Munholy alle chitarre, e i due nuovi arrivi Goraath alla batteria e Narchost al basso. Il cerchio è chiuso e non vedo l'ora di suonare dal vivo con questa nuova formazione. Abbiamo iniziato ad intensificare le prove e posso assicurarti che l'impatto sonoro è veramente distruttivo. Il precedente batterista è stato allontanato, pare non si “divertisse” più con noi. Goraath è una macchina da guerra e questo cambio di line-up si è rivelato fondamentale per noi. lo stesso vale per Narchost, una persona estremamente preparata e professionale. Insomma, siamo pronti per i live. Stiamo arrivando. Chi ha disegnato la bellissima copertina? Fabban: Come sempre mi sono occupato io in prima persona dell'intero artwork. La copertina è un'antica raffigurazione del settecento. Hell:IO:Kabbalus me la propose mesi fa e l'idea è piaciuta molto a tutti. Cosa ti ha convinto più di ogni altra cosa a reclutare alla chitarra, un artista eclettico come Paolo? Immagino che il tutto sia nato tramite il progetto Kalki Avatara! Fabban: Penso che se tu l'avessi visto suonare non mi avresti mai fatto questa domanda. É un ottimo amico, e un'ottima persona, e per me questo è importantissimo, soprattutto se si suona insieme in una band. Infine, credo che i suoi Kalki Avatara siano qualcosa da tenere d'occhio con molta attenzione. Come sai sono un fanatico di musica d'avanguardia e quello che ha fatto Hell:IO:K con Kalki Avatara è qualcosa che va oltre. Erano anni che non sentivo cose del genere. Per questo gli ho proposto di diventare il chitarrista di Aborym del dopo “Generator” [sottoscrivo pienamente, NdR]. Il nuovo disco è stato composto sicuramente con più calma, e il risultato è un album più variegato. Almeno secondo me, “Unio Mystica Maxima” era più epico, con suoni taglienti e chiari. Mentre questa vostra nuova creatura, porta con sé più facce: è oscuro, veloce, tecnico e impregnato di atmosfere abbastanza sulfuree. C’è qualcosa in particolare che vi ha ispirato, oltre al mondo dell’occulto? Fabban: Credo di aver affrontato e superato una delle annate più difficili che ricordi e ogni singolo istante, ogni singola lacerazione, ogni singola sofferenza è “raccontata” in questo disco. Hell:I0:Kabbalus – Semplicemente la vita di tutti i giorni e tutta la merda che in questi due anni ci è venuta addosso. Mai titolo fu più profetico, è stato uno dei periodi più difficili per tutti, un vero incubo che sembrava non voler finire, sia all'interno della band che nella vita personale di ognuno di noi, costellato di dolore, rabbia e morti. Credo che quest'aura di negatività sia ben percepibile nel nuovo album. Con l’avanzare degli ascolti, è palese un nuovo, ulteriore, miglioramento da parte di tutti i componenti ma soprattutto da parte tua. Ogni linea vocale è ben scandita, e le metriche sono davvero brutali: come hai curato e migliorato col tempo il tuo modo di cantare? I testi sono solo opera tua? Fabban: Ti ringrazio. Negli ultimi anni ho cercato di sviluppare molto lo screaming di gola più che di polmoni e fiato... Adoro far vibrare le corde vocali in modo che lo screaming venga fuori quanto più crudo e ruvido possibile. In questo modo in studio posso registrare senza effetti e senza ritocchi particolari, al massimo gain e un minimo di riverbero, come quando suoniamo live. Riguardo i testi sono tutti miei, ma in alcuni ho lavorato assieme ad Arim Atrahasis e Ottavio Spinelli. Quando sei in fase di stesura dei testi, quanto è importante per te la ricercatezza del linguaggio, e il suono delle parole? Fabban: Non ci ho mai fatto troppo caso sai? Quando sono ispirato scrivo tantissimo. Poi però metto da parte ciò che ho scritto e rileggo il tutto anche a distanza di anni. Infatti alcuni testi di “Incubus” sono abbastanza datati, uno addirittura del 1999. Cerco sempre di trovare i giusti sinonimi e in fase di traduzione mi piace utilizzare termini il più diretti possibile. Oltre al palese riferimento al mondo dell’occulto, quale altro significato si cela, dietro la finale “Antisaturno”? C’è ancora una parte di te, “influenzata” dall’esperienza Void Of Silence? Fabban: “Antisaturno” non è un outro, come molti credono. Si tratta della trasformazione in “musica” (utilizzando solo determinate note) di un Sigillo con relativo mantram. Nel artwork del disco è riportato l'intero processo dell'operazione, portata avanti assieme a Victor Emmanuel. Non credo sia interessante per i tuoi lettori entrare nello specifico. Ne parlo volentieri con chi vorrà saperne di più. Void of Silence non c'entrano nulla in questo senso... e non credo di essere influenzato da quell'esperienza. Il passato è passato. Che breve ricordo puoi lasciarci delle tue precedenti bands? Fabban: Proprio pochi giorni fa ho rivisto dopo anni alcuni ex Funeral Oration, e ho sentito per telefono Marc Urselli Shrarer dei vecchi Memory lab.. così come il caro vecchio Nick Curri... Ogni tanto sento anche Volgar di Deviate Ladies... Insomma, è rimasta una grande amicizia e profondo rispetto tra me e i vecchi membri dei gruppi in cui suonavo agli inizi ed è sempre stupendo riascoltare alcuni vecchi dischi registrati con loro. Ogni tanto ascolto anche Void of Silence... Non ho che bei ricordi e tante enormi soddisfazioni quando ripenso al passato e ai miei vecchi gruppi. Potresti onorarci di una tua analisi delle canzoni, magari spiegandoci degli aneddoti, e quali sono state quelle più difficili o particolari da suonare, e perché? Fabban: In tutta onestà evito sempre di parlare troppo dei brani di un mio disco quando sta per uscire. Preferisco che la gente lo ascolti prima. Posso dirti che il mio pezzo preferito è la title-track Incubus appunto... Non abbiamo avuto grosse difficoltà in studio durante le registrazioni. Eravamo già preparati poiché abbiamo studiato e preparato tutti i pezzi mesi prima di entrare in studio Non pensate che questo “troppo estremismo e velocità” di “Incubus” possa in un certo senso non giovare alla band? O ve ne fregate altamente delle critiche? Fabban: No, quando sono costruttive ed intelligenti le critiche sono sempre ben accette. Ma non capisco il senso della tua domanda.. “Incubus” è questo, prendere o lasciare... E credo che “Incubus” sia decisamente più riflessivo e pesante rispetto al nostro primo disco. A tratti anche meno veloce e con moltissime partiture cadenzate... Molto più evocativo e concreto. Questo penso. Ad ogni modo noi registriamo sempre ciò che sentiamo di dover registrare. Non siamo una band pop da classifica che deve fare i conti con il music-business o con le case discografiche. Per fortuna possiamo permetterci di essere ciò che siamo. Hell:I0:Kabbalus – A dire la verità credo che questo nuovo album sia tutt'altro che basato su velocità ed estremismo, è ricco di parti cadenzate, quasi vicine al doom, parti più thrash e death metal, insieme a tracce brutali come “Down With Me” o “Incubus”. Se c'è qualcosa che non manca secondo me è la varietà. Delle critiche cerco di trarne quanto di buono può esserci, fanno parte del gioco, chi si espone all'attenzione del pubblico è soggetto sia agli apprezzamenti che alla merda...alla fine ti abitui e vai per la tua strada. La maggior parte delle persone ormai non ripongono tanta fiducia nel metal italiano. Voi cosa ne pensate? Fabban: Penso che in Italia ci siano tantissimi ottimi gruppi, in tutti i generi musicali. E abbiamo esportato gioielli che all'estero ci continueranno ad invidiare per anni e anni... Devil Doll, Bulldozer, i vecchi Schizo, Monumentum, Necrodeath, i vecchi Excidium, Mortuary Drape e molti altri. Senza contare le decine di gruppi emergenti che si moltiplicano giorno dopo giorno [parole sante! NdR]. Hell:I0:Kabbalus – Semplicemente perchè gli italiani sono un branco di imbecilli esterofili, abbiamo avuto gruppi di livello internazionale, che non avevano nulla di invidiare ad altri act molto più blasonati e incensati, eppure siamo ancora in questa ridicola situazione di faide insensate, smerdandosi a vicenda e seppellendo quel che di buono potrebbe fiorire in Italia. Chi riesce a fare qualcosa di buono qua è un miracolato. Bene, siamo in chiusura, immagino che “Incubus” verrà supportato da vari concerti dal vivo. Ne avete da annunciare, o avete qualcos’altro da dire? Tutto per voi… Fabban: Si mister. Siamo a Milano il 4 Ottobre assieme a Forgotten Tomb. Poi in Belgio..non so quando... Ci vediamo in giro. Grazie per la chiacchierata! [Non c'è di che! :-) NdR]

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