EVERGAZE ETERNITY
Ciao ragazzi, benvenuti su Hardsounds.it! Come state? Giovanni: un grosso saluto a tutto lo staff di Hardsounds.it e grazie tante per questa intervista! Tutto sommato stiamo bene, credo. Certo ci piacerebbe vivere la musica in maniera più attiva e che fosse più presente nelle nostre vite, ma siamo contenti di essere riusciti almeno a pubblicare questo lavoro, dopo tante difficoltà. Presentatevi ai nostri lettori... Giovanni: dunque, gli Evergaze Eternity si formano nell’ottobre del 2007 a Pisa. Tutti toscani, con l’eccezione del sottoscritto, abruzzese. Con la prima formazione stabile dell’epoca registrammo un Ep intitolato Incompatible Existences, che verteva su sonorità differenti rispetto a Uninvolved. Infatti si muoveva su coordinate sicuramente più vicine al synth pop anni ’80, pur facendo sempre riferimento alla scena gothic rock/metal di gruppi come i primi The Gathering, soprattutto. Ho saputo che la band ha subito un brusco cambio di formazione, ce ne volete parlare? Giovanni: dopo la pubblicazione di Incompatible Existences iniziammo a lavorare per il nostro primo album ma purtroppo, come spesso accade, iniziarono a sorgere tanti di quei problemi che la distanza che mi separava dal resto dei ragazzi non faceva altro che acuire. Non avevo abbastanza controllo e chiarezza sulla situazione e così mi sono trovato costretto a separarmi dai miei compagni di allora per proseguire con la sola Valeria alla voce , entrata da poco in formazione, con l’intenzione di avvalerci dell’aiuto di musicisti esterni per portare avanti nella maniera più professionale possibile la registrazione di Uninvolved. Parliamo ora del vostro debut “Uninvolved”: come ho scritto anche nella recensione, ho notato una maturità e consapevolezza maggiore rispetto al comunque valido precedente Ep. Voi cosa ne pensate? Secondo voi quali sono le differenze tra i due lavori? Giovanni: ti ringrazio per la tua valutazione. Si, decisamente Uninnvolved mostra una maturità ed una consapevolezza maggiori da parte nostra e le differenze rispetto all’Ep sono molteplici, sia dal punto di vista dello stile musicale sia dal punto di vista tecnico come livello di esecuzione, dei musicisti coinvolti e della produzione. Riguardo lo stile, sicuramente Uninvolved mostra un carattere più metal ed alternativo rispetto all’Ep e anche il gothic rock/metal è espresso in chiave molto personale e poco classificabile, a mio modo di vedere. Le influenze musicali riscontrabili nel disco sono molteplici e vanno dal gothic/doom di gruppi come Type O Negative e Paradise Lost al rock alternativo, all’elettronica e anche al pop. Il filo conduttore che lega tutte queste influenze musicali è la malinconia di fondo che caratterizza tutte le nostre composizioni e penso che essa si possa esprimere anche con una bella canzone pop. Direi che in fin dei conti non ci interessa tanto lo stile musicale, ci piace sperimentare e credo che questo emerga con forza dall’ascolto del disco. Dal punto di vista tecnico invece abbiamo potuto contare su musicisti molto preparati che sicuramente hanno dato un grande, fondamentale contributo alla realizzazione di questo disco. Lavorare con loro ha rappresentato una crescita ed un cambio di passo importante, per me così come per Valeria, sia negli aspetti positivi di questa collaborazione sia in quelli negativi che pure ci sono stati, purtroppo. Quali sono state le maggiori ispirazioni per i vostri brani, non solo dal punto di vista musicale? Giovanni: dal punto di vista musicale sono davvero molteplici, come dicevo prima. Sicuramente i nomi più importanti che mi vengono in mente, in relazione a questo disco, sono Type O Negative, Paradise Lost, Evanescence e Lacuna Coil, ma penso si possano trovare anche echi di In Flames, Queensrÿche, Tiamat come anche In A Perfect Circle ed Anathema. Dal punto di vista dell’elettronica e dei sintetizzatori sicuramente il synth pop ed il dark anni ’80 è una grande influenza per me, ma sono affascinato tantissimo anche da tante altre realtà del vasto mondo della musica elettronica. Dal punto di vista lirico e più prettamente compositivo, invece, ciò che ci ispira è la realtà che ci circonda, ciò che viviamo e affrontiamo nella vita di tutti i giorni, semplicemente. L'album contiene anche una cover di Madonna, “Live To Tell”: come è nata l'idea di realizzarne una vostra versione personale? Giovanni: l’idea ci venne ai tempi di Incompatible Existences! Sia io sia Michele, il bassista di allora, amiamo molto Madonna e da ragazzi abbiamo letteralmente fatto i solchi alla cassetta di True Blue, l’album che contiene Live To Tell. Stimiamo molto Madonna dal punto di vista artistico, è incredibile come sia sempre riuscita a reinventarsi e a rimanere sempre l’artista pop di riferimento con album sempre di valore e prodotti in maniera eccelsa. Con la nostra versione di Live To Tell siamo partiti dall’arrangiamento che Madonna propose al Confessions Tour per poi rallentarla ulteriormente e farne una versione quasi doom nel segno dei Type O Negative. E’ un nostro modesto tributo alla memoria del povero Pete Steele, artista che abbiamo amato molto. In uno dei vostri brani partecipa Terence Holler degli Eldritch, per di più toscano come voi. Come è nata questa collaborazione? Giovanni: nello stesso periodo in cui noi stavamo lavorando al disco, anche gli Edldritch frequentavano lo studio perché stavano lavorando al loro ultimo album Gaia’s Legacy. Vista l’amicizia che li lega a Marco Ribecai, è stato molto naturale chiedergli una collaborazione e il suo arangiamento su In A Corner è superlativo, penso abbia valorizzato molto la canzone. Invece cosa mi dite della firma con Spider Rock? Come vi trovate? Giovanni: ci troviamo bene, hanno sempre creduto in questo progetto e ci hanno supportato nonostante le difficoltà in cui versa la band. Penso abbiano una passione davvero rara e sincera per la scena underground e spero davvero riescano a raggiungere gli obiettivi che si prefiggono. Una domanda sulle recensioni che avete ricevuto: ce ne è una che vi ha colpito maggiormente? Giovanni: si, alcune si tra cui la tua e di cui ti ringraziamo tanto, una bella iniezione di fiducia! In generale le recensioni sono state positive, anche quando non esenti da critiche. A volte invece non mi trovo d’accordo e le trovo un po’ superficiali e non competenti, soprattutto quando magari ci si critica perché facciamo pop o i volumi sono sballati! Ma va bene così, ovviamente fa parte del gioco. Se proprio devo segnalarne una, forse quella su Italia di Metallo perché è l’unica che ha messo un po’ in risalto Memories, definendola una buonissima song. Memories è una delle tracce più alternative e particolari del disco e una delle più belle, a mio parere. E’ inoltre una canzone a cui siamo molto legati sia io sia Valeria. Avete qualche progetto in fase in mente? Magari un tour o un video che volete realizzare appena la formazione si sarà stabilizzata? Giovanni: non so se la formazione si stabilizzerà, non nego che la situazione per noi è un po’ delicata e che ci siamo presi un periodo di riflessione per capire se è il caso di andare avanti con questo progetto, dopo tutte le difficoltà avute e con questa distanza che purtroppo ci limita in tante cose, ancor di più perché gli Evergaze sono una band rock e dovrebbe avere modo di suonare live. Non so, vedremo! Io e Valeria siamo comunque in ottimi rapporti e se ci saranno le condizioni saremo felicissimi di cogliere le opportunità che si presenteranno. Inoltre al momento io sono impegnato in un progetto parallelo, gli Alas Laika, sicuramente più alternativo ed indipendente rispetto agli Evergaze Eternity e decisamente estraneo al metal. Bene, siamo arrivati alla conclusione, vi ringrazio per la disponibilità e vi faccio un grande in bocca al lupo per tutto! Volete aggiungere qualcosa? Giovanni: crepit il lupo! Voglio ringraziare di nuovo, anche a nome di Valeria, Hardsounds.it per questa intervista e spero tanto che i vostri lettori possano conoscere ed apprezzare Uninvolved!
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