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EDGUY

Ciao Jens come va? Ciao. Devo chiedere scusa anche a te per la mancata occasione di avere una intervista face-to-face durante la tappa di Milano, ma sono problemi che succedono durante i tours. Sei lontano da casa per mesi, ed è già abbastanza se almeno il minimo indispensabile va come deve. Dove siete oggi con il vostro tour? Oggi siamo a casa, perché Tobias Sammet ha avuto un imprevisto che ci ha costretti ad un ritorno a casa temporaneo, quindi oggi sono ufficialmente in day-off. Comunque già domani riprenderemo con il tour più carichi che mai. Per cominciare al meglio la nostra intervista, perché non mi introduci tu stesso, con parole tue, il vostro ultimo splendido album ‘Tinnitus Sanctus’? Beh, ‘Tinnitus Sanctus’ è il nostro ottavo album da studio, il nono se consideri la doppia release di ‘Savage Poetry’. È un album che trovo molto riuscito, sia dal punto di vista del songwriting, che segue l’evoluzione che stiamo affrontando da un po’ di tempo a questa parte, che dal punto di vista della produzione! A livello musicale, quali sono le più importanti differenze tra ‘Tinnitus Sanctus’ e ‘Rocket Ride’? Ti citavo prima l’evoluzione che stiamo affrontando da qualche anno… sicuramente Tinnitus è più rock e meno power metal di quanto lo sia stato Rocket, e quest’ultimo era lo stesso per ‘Hellfire Club’. Diciamo che ci stiamo evolvendo naturalmente, senza forzare le cose, semplicemente assecondando la nostra maturazione come esseri umani! Quando è uscito ‘Savage Poetry’ avevo 18 anni, e quando abbiamo iniziato ad avere successo, con l’uscita di ‘Vain Glory Opera’, solo 21. Oggi ho quasi 32 anni, e sono cambiato molto come persona e come gusti, e come me sono cambiati tutti i miei compagni di avventura. Se vuoi un commento oggettivo, secondo me gli ultimi due dischi sono molto più maturi degli altri realizzati in passato, semplicemente perché gli Edguy sono molto più maturi. Realizzare allo sfinimento copie di ‘Theater Of Salvation’ sarebbe stato semplice, e forse anche la nostra carriera ne avrebbe giovato, ma non era ciò che volevamo. Noi volevamo, senza tradire quanto già fatto, non ripeterci, uscita dopo uscita. Già ‘Mandrake’, quando uscì, fu un successone, ma la domanda che nacque in seno alla band subito dopo la release fu:”Ok, tutto ciò che abbiamo fatto è grandioso, ma in fin dei conti non abbiamo fatto nulla di nuovo!”. Ad oggi possiamo dire di esserci evoluti verso nuove direzioni ma senza aver ripudiato il passato! Per fortuna però non siete ancora maturati abbastanza da abbandonare le belle ragazze seminude nei videoclips! Quello di ”Ministry Of Saints” è spaziale! Si, le belle ragazze ed il rock n’roll vanno sempre a spasso in coppia. Non si può rinunciare a certe figure nei videos (ride n.d.r.). Comunque da questo punto di vista preferisco quello di ”Superheroes” ! Di solito i fans non vedono di buon occhio l’evoluzione continua di una band, e così avviene un ricambio, con i vecchi fans che vengono sostituiti da quelli nuovi. Voi non avete paura di questo, vista la vostra continua evoluzione? Noi siamo stati fortunati in questo, in quanto i nostri fans sono cresciuti con noi, disco dopo disco. Certo, qualcuno che avrebbe voluto cinque edizioni di Theater c’è, ma è comunque la minoranza tra i nostri fans. Come funziona il lavoro di songwriting? Se ne occupa il solo Tobias Sammet oppure è un lavoro di squadra? Beh, l’idea di base di quasi ogni pezzo nasce da Tobias. Lui scrive quella che è l’ossatura della canzone con l’ausilio di una tastiera o di una chitarra, poi tutti assieme la arrangiamo. Anche per quanto riguarda i miei pezzi, che comunque sono molti meno di quelli che scrive lui, io studio tutta la canzone in una forma elementare, poi con gli altri le diamo una forma definita. Qual è il significato del titolo dell’album? Tinnitus Sanctus, in sostanza, si può tradurre come santo danno alle orecchie. Quando è arrivato il momento di dare un titolo all’album, abbiamo iniziato a cazzeggiare parole a vuoto in latino, finchè non è saltato fuori questo titolo per caso. Secondo me suona decisamente epico e cool! Anche l’artwork, che è stato realizzato di conseguenza, mi sembra decisamente azzeccato e legato al titolo. Quanto è difficile avere una vita regolare quando si suona in una band di successo? Oh, non è affatto difficile, credimi. Certo, per alcuni mesi all’anno sei in tour, ma quando non lo sei hai molto più tempo a disposizione per la famiglia e tutte le cose ordinarie rispeto ad una persona con un normale lavoro. Preferisci suonare davanti a pochi fans in un concerto da headliner oppure di fronte a decine di migliaia di persone in un grande festival? Ad essere sincero, per me non fa alcuna differenza. Io, così come tutto il resto della band, do sempre il massimo, anche quando siamo solo noi cinque in sala prove. Avete mai pensato di reclutare un tastierista fisso invece di usare le basi dal vivo? Beh, no. I pezzi degli Edguy basati sulle tastiere sono davvero troppo pochi per poter prendere in considerazione una cosa simile. So che Mandrake ed Hellfire Club avrebbero dovuto chiamarsi, secondo i piani originali, Magic e Mysteria. Come sono andate le cose? In entrambi i casi, la label ha ritenuto che i titoli fossero troppo banali, forzandoci a scegliere i titoli che poi sono usciti ufficialmente. Sinceramente, penso non sarebbe cambiato nulla, ma ok… Mandrake ed Hellfire Club! Siete in tour con Andre Matos… cosa ne pensi del suo disco da solista, ‘Time to be free’ e di quello che è successo con gli Shaman? Andre è davvero un grande cantante, un grande musicista ed un grande amico. Essere in tour con lui è davvero bello. Il suo disco mi piace molto, è davvero grandioso. Su ciò che è successo con gli Shaman, sinceramente preferisco non mettere parola, perché non conosco i fatti alla perfezione. Perché avete deciso di riregistrare Savage Poetry e non solamente di rilicenziarlo? Durante il tour di Mandrake, siamo venuti a conoscenza del fatto che tra i collezionisti c’era chi spendeva una cifra spropositata per accaparrarsi il nostro debutto. D’accordo tra di noi sul fatto che non fosse una cosa giusta, all’inizio abbiamo deciso di rimetterlo in circolazione magari rimasterizzato, perché oggettivamente la versione originale non era proprio buona in quanto a produzione, poi, parlandone, abbiamo deciso di riregistrarlo perché comunque ne Eggi ne Felix erano parte della band che ha registrato quel disco. Perché avete deciso di includere ben quattro buone canzoni nell’EP ‘King Of Fools’, invece di utilizzarle per lavori futuri? Non è stato come buttare del materiale buono secondo te? La casa discografica ci chiese un EP come anticipazione di Hellfire, ma non un semplice singolo con versioni live ed alternative di brani già editi, ma qualcosa che avrebbe davvero potuto interessare i fans, quindi, essendo noi convinti della bontà di tutti i pezzi a disposizione, decidemmo quasi in maniera random per questi quatto pezzi. Certo, il pensiero che siano stati sprecati c’è, ma c’erano forze più grandi di noi a decidere. Nella vostra carriera avete realizzato almeno un grande ballad per album. È possibile che non ne facciate mai dal vivo? Pezzi come ”Scarlet Rose” farebbero la fortuna di una band underground! Ricordo quando vi vidi a Milano durante il tour di supporto a Vain Glory Opera… durante l’esecuzione di Scarlet Rose le ragazze presenti impazzirono letteralmente! Beh, nell’ultimo tour abbiamo inserito in scaletta ”Save Me” , e prima eseguivamo ”Land Of The Miracle” . Penso che in una setlist della lunghezza della nostra non ci sia spazio per più di una ballad. Come avete coinvolto Mille Petrozza per la versione alternativa di ”Mysteria” ? Lui è un nostro grande amico, e spesso ci si incontra tra un tour e l’altro. Il proporgli di collaborare con noi ed il realizzare la versione alternativa di Mysteria è stato naturale. Cosa ne pensi di Avantasia e Taraxacum? Avantasia è davvero un progetto straordinario, decisamente magnifico! Tobias ha davvero fatto un gran bel lavoro, inarrivabile! Per quanto riguarda i Taraxacum, si, mi piacevano un sacco, ma purtroppo il progetto è archiviato da molto tempo. Hai mai pensato ad un tuo progetto da solista? Si, certo, credo che ogni musicista desideri un progetto da solista, ma preferisco tenere le idee costruttive per gli Edguy. Ok, l’intervista è finita. Vuoi aggiungere qualcosa? Si, ringrazio tutti i fans italiani per l’affetto! Gli Edguy vi vogliono molto bene, e presto torneremo a suonare da voi!

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